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Last Christmas, il film
Non so se mi capiterà ancora di parlare di un film ancora nelle sale, ma direi che per questo piccolo capolavoro ne vale la pena.
Raramente capita di trovare una sceneggiatura così originale, anche se per certi aspetti richiama almeno un paio di film famosi ha senz'altro un'aspetto assolutamente innovativo.
Di più non si può dire senza rovinarne la visione.
Quello che si può dire invece, e che è facilmente intuibile, è che si tratta di un film di Natale, quindi incentrato sui buoni sentimenti, ma non melenso perché una certa ironia stempera tutto rendendone piacevole la visione.
Per quello che riguarda regia, recitazione e ambientazione, mi sembra tutto perfetto, comunque al livello di un film dal budget importante, ma non sono certo un esperto.
La colonna sonora va da sè: sono le musiche di George Michael, o meglio degli Wham visto che c'è anche un cameo di Andrew Ridgeley, l'altra metà del duo.
Superata l'inevitabile parte tecnica che potete trovare su Wikipedia (però non leggete la trama se non avete già visto il film),
vorrei soffermarmi su alcuni particolari che forse potrebbero sfuggire.
1) Il Club 27: quando la protagonista dice di voler morire a 27 anni come Amy Winehouse e Kurt Cobain, sottintende una ben più ampia schiera di rockstar (e non solo) morte a tale età. Per la precisione la lista su Wikipedia comprende ben 19 nomi.
2) I graffiti sul giardinetto non sono secondo me casuali: sono chiaramente gli omini del fumetto Cyanide and Happiness, e chi conosce il fumetto e vede il film dovrebbe trovare una connessione.
3) Un piccolo orgoglio italiano: ad un certo punto c'è un primo piano della bottiglia di Amarone Bolla "Le Origini". Speriamo che in quest'epoca pre-Brexit, ben evidenziata nel film con tutti timori che comporta, questo piccolo spot possa portare bene alle esportazioni di tutti gli italici prodotti minacciati da possibili dazi. Nella fattispecie è un fatto che produciamo molto più vino di quello che consumiamo e il Regno Unito è un mercato prezioso.
Infine due considerazioni strettamente personali che mi hanno entusiasmato:
4) "Non ho il cellulare", "certo che sei strano". Adesso non ricordo testualmente le battute, ma il senso è quello. Anch'io sono senza cellulare, e vivo bene.
5) "Andiamo a fare una passeggiata". Battuta riproposta più volte, con lo stesso sconvolgente effetto sulla protagonista. Una ragazza la puoi invitare a cena, per una pizza o al bar a bere qualcosa, ma ... una "passeggiata"? Ecco, personalmente sono perseguitato dal fatto che in generale purtroppo gli eventi sociali comportino sempre l'assunzione di calorie. Per una buona forchetta che deve tenersi a freno tutto ciò è estremamente frustrante: perché diavolo non si può fare una passeggiata per chiacchierare un pò?
Last Christmas, il video della canzone
Ah, gli anni ottanta ...
Quanta assurda nostalgia per quell'epoca che ci ha indebitati fin sopra i capelli, ma che ci ha fatto sognare un futuro roseo (e non vero).
Diciamo subito che tra il film e il video in comune c'è solo la musica.
Può essere senz'altro utile però prima, di vedere il film, ascoltare il testo della canzone, o leggerne la traduzione per chi non mastica l'inglese.
Siamo in Svizzera, a Saas-Fee nel Canton Vallese per la precisione.
Arriva un fuoristrada alla stazione di partenza della funivia e, come accade sovente nell'ambito cinematografico, non viene parcheggiato ma mollato al centro del piazzale e, sembra, anche senza chiuderlo a chiave.
Sono pedante lo so, ma queste scene completamente irreali mi lasciano sempre perplesso.
A tal proposito vorrei segnalare il video di Elio e Le Storie Tese Shpalman® che è idealmente il seguito del video de Le vibrazioni
Dedicato a te dove l'attrice Angelica Cacciapaglia esce di casa lasciando la porta aperta, come se fosse normale.
Nel video di Elio, l'impareggiabile Mangoni arriva poco dopo e guarda nell'appartamento dalla porta aperta molto perplesso. Chiusa parentesi, scusate la divagazione.
Tornando agli Wham dal fuoristrada esce un gruppetto di amici molto felici che raggiunge un altro gruppo di amici altrettanto felici che li attende dal balcone della stazione.
Sono tutti felici perché li attende una bella vacanza natalizia in uno chalet tra le alpi svizzere in mezzo alla neve immacolata.
Ma sotto sotto sono felici perché siamo negli anni ottanta, il grasso cola da tutte le parti, il lavoro si trova, gli stipendi sono in crescita e tutto va bene.
Se dovessi scegliere un simbolo per quegli anni, sceglierei i capelli cotonati di George Michael, un'icona della leggerezza: erano gli anni de "L'insostenibile leggerezza dell'essere" di Kundera e
dell'edonismo reganiano acclamati da Roberto D'Agostino in "Quelli della notte".
Tutto andava bene quindi, tranne le inevitabili pene d'amore che, indipendenti dall'economia, tormentano tutte le generazioni.
E infatti tra George Michael appena arrivato e Kathy Hill dall'alto della balaustra, uno scambio di sguardi sofferente adombra la pregustata felicità.
Subito dopo questo sguardo struggente il nostro passa il braccio sulle spalle di un'anonima bionda per chiarire subito che comunque c'è stato un rimpiazzo. La vita continua.
Last Christmas, I gave you my heart |
Lo scorso Natale ti ho dato il mio cuore |
Arrivo allo chalet tra canti di gioia, si scavalca lo steccato saltando e ... non si vede l'ingresso della comitiva.
Pare infatti che le riprese siano state fatte senza avere accesso allo chalet in questione, quindi solo in esterni.
Probabilmente gli interni sono stati fatti in studio ("senza fonte" come direbbe Wikipedia).
Nei preparativi del cenone e, soprattutto, dell'albero di Natale, sembra cominciare la ricongiunzione.
Come si dice in veronese "ah l'amore, l'amore ... non la more mai!": tutto sembra ricominciare anche senza la canzone di Pappalardo.
E' il vero miracolo di Natale: altro che i poveri di Dickens, qua ci sono i veri tapini, tormentati dalle pene dell'amor perduto.
Dopo la cena felice per gli altri, ma tormentata per i nostri eroi ancora dubbiosi negli sguardi sofferenti, arriva un dopocena svaccato e stanco: questo sì molto realistico.
Non solo realistico ma anche profetico di quelli che sarebbero stati gli anni successivi, come dice Guccini del dopo tangentopoli "ci risvegliammo più vecchi e stanchi, amaro in bocca, cerchio alla testa".
Una spilla fa scattare il flash back dell'anno prima: tutti felici sulla neve, quando l'amore trionfava.
"Oh scusate eh, bimbi... è alta stagione esagerata!" (non c'azzecca moltissimo ma mi piaceva la citazione).
Poi il ritorno: tutto si è concluso (quasi) felicemente e la leggerezza ha trionfato.
Non solo: forse nessuno si è fregato il fuoristrada lasciato aperto e incustodito.
Erano gli anni ottanta e fuori c'era la neve.
Io schernisco, ma in realtà mi commuovo ogni volta che rivedo il video. Non solo per George che non c'è più, non solo per una gioventù che non c'è più, ma soprattutto per un'ottimismo che non so se tornerà mai più.
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