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Ultimo aggiornamento: 16 Gennaio 2021 (Nivôse - Plomb)

Le fiabe aiutano a ricordare, a rivivere, a esplorare il mondo, a classificare persone, destini, avvenimenti.
Aiutano a costruire le strutture dell’immaginazione, che sono le stesse del pensiero.
A stabilire il confine tra le cose vere e le cose inventate.
Insomma, se le fiabe non esistessero bisognerebbe inventarle.
(Gianni Rodari)

"I tre porcellini" Disney e la massoneria


Three Little Pigs (and the Big Bad Wolf)

Do per scontato che tutti conoscano il celebre cartone Disney delle Silly Symphonies, ma se così non fosse potete cercarlo su YouTube che si trova col doppiaggio originale.
Su Wikipedia si trova anche una pagina sulla favola tradizionale dalla quale Disney ha preso spunto. Il cartone animato è più addolcito rispetto alla favola, che come tutte le favole è piuttosto cruenta: in questa i primi due porcellini vengono mangiati dal lupo, e il lupo stesso muore nel pentolone di acqua bollente. C'è anche una versione veronese della favola, "Le tre ochete", assolutamente assimilabile ai "Tre porcellini" salvo che per qualche particolare di poco conto come quello che la terza ochetta in prima battuta non resiste al lupo grazie alla sua casa, ma assecondandolo con gentilezza dandogli da bere. E comunque le prime due ochete vengono sbranate da lupo, non riescono a rifugiarsi dalla terza.
Ma Disney seguiva la regola aurea di Kundera sul kitsch, per cui questo rappresenta l'eliminazione della merda dalla propria vita. Nei cartoni animati Disney non doveva esserci la morte, o quantomeno non doveva essere mostrata direttamente.

Come gran parte delle favole, anche "Three Little Pigs" si prestava già di suo ad un'intepretazione esoterica, poiché tutte le favole raccontano del fantastico, ma il cartone sembra aver spinto ancor di più verso un'interpretazione specificatamente massonica.
Prima di scrivere queste mie considerazioni ho provato a fare una ricerca in rete, ed effettivamente non sono il primo ad essermi accorto di questa cosa, ma quel che ho trovato mi sembrava piuttosto generico, mentre a me sembra interessante soffermarmi sui particolari.
C'è poi anche un sito "threepigsmasonry" ed ovviamente è ... di un'impresa edile. Come canta Guccini in "Venezia": "San Marco è senz'altro anche il nome di una pizzeria".

Il numero tre

L'intepretazione numerologica si presta facilmente ad essere scambiata per semplici coincidenze: dove non ci sono ricorrenze dei primi numeri interi dall'uno al dodici o tredici? Eppure nella nostra analisi la ricorrenza del numero 3 (che in questo paragrafo scriverò in forma numerica) non mi sembra casuale.
Vediamo innanzi tutto a livello massonico.
Il passaggio da quella che la storia definisce pre-massoneria, alla massoneria moderna è ufficialmente individuato il 24 Giugno 1717 con la fondazione della Prima gran loggia d'Inghilterra, quando le logge londinesi "The Goose and Gridiron" (L'Oca e Griglia), "The Crown" (La Corona), "The Apple Tree" (Il Melo) e "The Rummer and Grapes" (Il Calice e l'Uva) si riunirono e cominciarono a uniformare le regole massoniche. Tradizionalmente i gradi riconosciuti dalla massoneria erano 3 (apprendista, compagno e maestro) ma dopo scismi e divisioni varie si è arrivati in epoca moderna ad accettare (credo un po' ovunque, ma non sono nè un massone nè un esperto) la suddivisione del Rito scozzese antico ed accettato che prevede 33 gradi oltre a i primi 3, sostanzialmente un approfondimento della massoneria.
Chi chiede di entrare a far parte della massoneria si definisce bussante, proprio perché bussa alla porta per entrare. Questo bussare è esattamente di 3 colpi e lo troviamo riproposto con 3 note ripetute nella musica del "Il flauto magico (Die Zauberflöte)" di Mozart. Gli elementi massonici in quest'opera sono tanti, al punto da poter considerla massonica. Mozart stesso non solo era massone, ma aveva avuto, da genio qual era, un'ascesa lampo all'interno dei gradi massonici. Ne "Il flauto magico" abbiamo i 3 fanciulli, i 3 schiavi, le 3 dame della Regina della Notte, i 3 templi, le 3 prove, i 3 genietti, insomma mancano solo i 3 porcellini!
Tornando a loro e, di conseguenza, alle loro 3 case, ai 3 strumenti e ai 3 tentativi del lupo, abbiamo anche un altro elemento ancor più singolare: i 3 quadri rappresentanti i genitori, laddove questi di solito sono due.
Poi ovviamente c'è la musica, o meglio il suo ritornello, con "big, bad wolf" ripetuto 3 volte:

Who's afraid of the big, bad wolf?
Big, bad wolf?
Big, bad wolf?

Ultimo ma non meno importante: non so per certo se Walt Disney fosse massone, ma so per certo che ha fondato il Club 33 al numero 33 di Royal Street in New Orleans Square a Disneyland. Il Club 33 (coincidenza come i 33 gradi del Rito scozzese antico ed accettato) è un "dining club", ovvero un club esclusivo dove ci si trova per cenare e discutere regolarmente. Esclusivo perché per accedere bisogna avere determinati requisiti, in particolare molti di questi "dining club" sono di derivazione universitaria.

I primi due strumenti

When we come at the end of time,
To Peter sitting in state,
He will smile on the three old spirits,
But call me first through the gate;

For the good are always the merry,
Save by an evil chance,
And the merry love the fiddle
And the merry love to dance

"Noi ci presenteremo a Pietro / Andremo da lui seduto in maestà / Allora lui sorriderà ai nostri tre vecchi spiriti / Ma chiamerà me per primo oltre il cancello / Perché sempre allegri sono i buoni / Salvo che per cattiva sorte / E la gente allegra ama il violino / E la gente allegra ama ballare". Ho preso la famosa traduzione di Branduardi della famosa poesia "The Fiddler of Dooney" di William Butler Yeats per capire come il violino, e in particolare un violino "popolare", impiegato nella musica folk, possa essere considerato, non dico esoterico, ma qualcosa di più di uno strumento di intrattenimento. Yeats non era massone, ma è nota la sua appartenenza alla società esoterica Golden Dawn, e in tutta la sua opera si riesce a percepire questo sfondo mistico, metafisico, esoterico.
Certo il violino è un classico nella musica folk americana, erede diretta della musica celtica, ma volendo gli autori avrebbero potuto mettere in mano ai porcellini anche un banjo o un'armonica a bocca. Invece hanno scelto oltre al violino anche un flauto, che non so quanto sia diffuso nella musica folk americana, ma di sicuro assonanze magiche ne ha sia per la succitata opera "Il flauto magico" di Mozart, che per le sue ascendenze ancestrali dal flauto di Pan.

La casa di mattoni

Una delle prime cose che si insegnano della lingua inglese, già alle elementari, è la differenza tra la parola "house" e la parola "home", per noi italiani indistintamente traducibili con la parola "casa". Dato che il nostro cartone animato è in origine di lingua inglese, proviamo quindi a fare una doppia analisi della casetta del terzo porcellino.

La casa nel senso di edificio, house quindi, non c'è alcun dubbio che sia in muratura cosa non scontata: nella versione delle "Tre ochete" di Coltro la casa inespugnabile era di metallo. E a scanso di equivoci possiamo notare che perfino il terzo strumento musicale, il pianoforte, hai lati anch'essi fatti in muratura. Un'assurdità dal punto di vista musicale, una coerenza perfetta come simbolismo.
Il terzo porcellino stesso la prima volta che lo vediamo ha in mano un cazzuola, che anche l'imparziale wikipedia riconosce come simbolo massonico. Quindi il terzo porcellino possiamo considerarlo come un libero muratore, una delle definizione che danno di sè stessi i massoni, e l'edificio è identificabile come massonico: ma di quale edificio si tratta? Pur nella sua imperfezione caricaturale non l'identificherei con il Tempio: mancano troppi elementi caratteristici come le due colonne, Jachin e Boaz, il pavimento a scacchi bianchi e neri, eccetera. Ma per capirlo meglio vediamo l'interno.

La parola home indica il focolare domestico per rendere l'idea in italiano. Potrebbe trattarsi anche di una roulotte o di una capanna, ma è sempre quel luogo che noi chiamiamo casa. Quindi è una definizione interiore, spirituale quasi. Fuori c'è l'esterno, l'indefinito, può esserci il lupo o può esserci un bel prato fiorito.
In questo luogo i porcellini si ritrovano, trovano sè stessi.
Tra i primi elementi che troviamo ci sono appesi alla parete tre quadri: i genitori. La madre è rappresentata nel più sublime atto materno, l'allattamento, mentre il padre, con un umorismo un po' noir, viene rappresentato due volte: la prima come salsicce e la seconda come prosciutto. Al di là del macabro umorismo, forse tranquilizzante per un bimbo che si ritroverà poi le salsicce nel piatto, le due immagini del padre rappresentano la morte. E qui possiamo trovare già un primo rimando massonico: se il padre è morto, ma la madre è rappresentata da viva, i tre porcellini possiamo tranquillamente appellarli come "figli della vedova", che è un'altra definizione che danno i massoni di sè stessi.
Tutto ci dice che, seppur nel suo carattere caricaturale, questo luogo vuol richiamare la natura del "Gabinetto di Riflessione".
Per questo ed altri riferimenti, mi baso ora su un interessante libretto, "La Stanza della Morte" di Marco A.Lucio, Ianieri editore:

Il Gabinetto di Riflessione è uno dei tre locali (gli altri due sono il Tempio e la Stanza dei Passi Perduti) di cui deve disporre un'officina affinchè al suo interno tutti i lavori della Loggia possano essere svolti in maniera completa.
La sua peculiarità è quella di essere un "luogo promiscuo", l'unico locale dell'Officina cui hanno accesso anche i profani
[...]
Quando gli viene tolta la benda dagli occhi, [l'inziando] si accorge di essere in una stanzetta tutta nera, dal pavimento al soffitto, scarsamente illuminata da una candela la cui fioca luce sembra abbia più la funzione di rimarcare i limiti angusti del locale, che di fugarne le tenebre

Dunque se il terzo porcellino possiamo considerarlo come un libero muratore, gli altri due sono i bussanti, gli iniziandi. La casetta ovviamente non poteva essere rappresentata fedelmente, ma se ne osserviamo le caratteristiche principali vediamo che ci sono alcune similitudini.
Innanzi tutto sia guardandola dall'esterno che dall'interno possiamo verificare che non ha finestre, tranne che una piccola apertura circolare sopra la porta, che probabilmente fornisce un'illuminazione piuttosto fioca.
Poi abbiamo le immagini alle pareti: come detto prima ci sono due immagini di morte, le salsicce e il prosciutto in cui è stato trasformato il povero babbo. Ora, sempre il libretto di cui sopra (ma anche "Cabinet de réflexion" di Didier Michaud per citarne un altro) informa noi profani che alle pareti ci sono immagini con teschi e scheletri: qui dentro avviene la morte iniziatica, a cui seguirà ovviamente la nuova vita da apprendista. E giusto per non sbagliarsi su una delle pareti deve esserci anche la scritta "se la tua anima ha provato spavento: non andare più oltre".
Tutto fa pensare che i due porcellini non siano ancora pronti per la prova, è meglio che non vadano oltre, visto che più volte finiscono terrorizzati a nascondere la testa sotto il letto. Ma non spetta a noi giudicare.

Ribadisco il concetto: ovviamente essendo un film per bambini non potevano replicare tutte le lugubri e misteriose caratteristiche di un Gabinetto di Riflessione, però il concetto di base c'è. Riflessione può stare sia per il fenomeno ottico che permette di vedere noi stessi allo specchio, sia per quell'attività del pensiero che consente di riconsiderare, di affrontare gli argomenti più profondi. Ed è esattamente questo il senso principale del cartone animato: i due spensierati porcellini, che desideravano non impegnarsi troppo nella vita per non togliere tempo al canto e al ballo, all'interno della casa del terzo porcellino sono costretti a riflettere sulle loro scelte di vita.

E' una libera interpretazione?

Indubbiamente la mia è una libera interpretazione: non ho trovato personalmente nessun riscontro che il produttore, Walt Disney, il regista, Burt Gillett, e lo sceneggiatore, Boris V. Morkovin, fossero massoni. Però teniamo presente che negli Stati Uniti la massoneria è ed è stata fin dall'inizio una presenza importante, specialmente ad alti livelli. Basti pensare ai famosi simboli massonici presenti sui dollari, o al fatto che tutti i primi presidenti statunitensi erano dei massoni. Oppure, per ritornare in un ambito più da commedia, pensiamo alla "Loggia del Leopardo" di cui faceva parte Howard Cunningham in Happy Days, e il cui buffo fez leopardato sembra ripreso a sua volta da "I figli del deserto" di Stanlio e Ollio (vedi la scena del festino massonico).
Ma anche se questa ipotesi fosse troppo tirata per i capelli per essere vera, direi che è stato comunque un bel gioco che ha mi ha consentito di rivedere in modo più approfondito questo cult dei cartoni animati.

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