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Ultimo aggiornamento: 12 Novembre 2022 (Brumaire - Azerole)

MIRANDA - Oh, meraviglia! Quanta bella gente!
Come son belle le creature umane!
Oh, magnifico mondo nuovo
che contieni simili abitanti!
PROSPERO - Nuovo solo per te, Miranda mia.

(William Shakespeare, da "La tempesta")







Il mattino dei maghi, una buona base di partenza

In breve - Perché in questa sezione - Come definire questo libro - Gli autori - Contenuto: la prima parte - Contenuto: dall'alchimia a Fort - Contenuto: altro ancora - Contenuto: i racconti - Pensa differente!

In breve

Se dovessi definire questo libro in due parole, queste sarebbero: "Va letto!".
Se invece potessi usarne almeno tre per precisare meglio il concetto, il mio responso sarebbe: "Va assolutamente letto!".
Però in generale se volessi essere veramente così conciso e sintetico non scriverei su questo sito ma su Instagram. Come canta Guccini:

Sì, devo dire che ha proprio ragione il signore,
c'è una crisi tremenda che investe l'intero settore;
è che il pubblico vuole si parli più semplicemente,
così chiari e precisi e banali da non dire niente.
Per capire la storia non serve un discorso più grande:
signorina cultura si spogli e dia qui le mutande.

Perché in questa sezione

La sezione libri di questo sito vorrebbe essere una specie di Wunderkammer di stranezze o rarità, ma Il mattino dei maghi (Le Matin des magiciens) è un best seller, o meglio un long seller visto che è del 1960 ed è ancora in catalogo (l'ultima ristampa sembra essere del 2014 per la collana "Collana: Nuovi Misteri" di Mondadori), perciò per quanto bizzarro e originale non sarebbe del tutto adatto. Viceversa per questa sezione "fortiana" è doppiamente perfetto: è un saggio che parla anche di Charles Fort, gli dedica un intero capitolo, ma allo stesso tempo è un libro che di suo segue criteri fortiani.
Non solo: rileggendo i vari capitoli mi sono reso conto anche che lo stile di scrittura, ironico e scanzonato, assomiglia molto a quello di Fort.

Come definire questo libro

- Wikipedia
Wikipedia ce lo dà come appartenente al filone del realismo magico, ovvero quel genere che "dipinge una visione realistica del mondo aggiungendo anche elementi magici, spesso offuscando i confini tra fantasia e realtà". Personalmente non la trovo una definizione azzeccatissima, però effettivamente è la definizione che gli autori stessi danno della propria opera. Non è del tutto esatto neanche che lo definisca un saggio tout court, perché alcuni capitoli sono rappresentati da dei racconti brevi. Però in linea di massima, per semplicità, chiamiamolo pure così.

- Sergio Solmi
Nella prefazione all'edizione italiana Sergio Solmi dà una definizione quasi poetica, ma allo stesso tempo precisa dell'opera:
"Questo libro avvincente e inaccettabile, ispirato ed abborracciato, convinto e contraddittorio, dovuto alla penna agilissima di un ex-occultista ed ex-surrealista come Louis Pauwels, con la collaborazione di quel singolare scienziato e mitografo della scienza che è Jacques Bergier, non costituisce, come riconoscono gli stessi autori all'inizio, né un romanzo, né una narrazione fantascientifica, né un documentario di fatti bizzarri, né la divulgazione di un insegnamento ermetico: pur presentandoci un po' di tutte queste cose assieme". Non ho niente da eccepire, ed è una definizione molto bella.

- La mia opinione
Personalmente lo definirei un libro di epistemologia, più orientato verso Kuhn o Feyerabend che verso Popper, quindi un libro che vorrebbe indirizzare l'approccio scientifico verso una visione più aperta. Gli argomenti trattati e in seguito ripresi da vari autori in singoli libri, sono proposti soprattutto come esempi da cui prendere spunto, così come i racconti sono proposti come un allenamento a considerare le cose da un altro punto di vista.

- L'eredità.
Anche quando credo di conoscere bene un libro, prima di scriverci sopra una pagina web lo riprendo in mano, se non per rileggerlo in toto almeno per rinfrescarmi le idee. In questo caso sfogliandolo, rileggendone molti passaggi, mi sono reso conto che questo sito, piloton.it, in generale ha preso molto dal testo di Pawels e Bergier e non solo per i contenuti (diversi sono in comune), ma anche come impostazioni base.
Però devo dire a mia discolpa che sono in buona compagnia: molti autori successivi hanno attinto a piene mani a questo che possiamo definire un libro cult. Uno su tutti mi viene in mente Alfredo Castelli che sembra aver attinto il contesto per il suo personaggio più famoso, Martin Mystère, direttamente dallo spirito di questo libro, integrandolo poi con uno spin-off, Zona X, che sembra riprendere i racconti intercalati ai capitoli di saggistica.

Gli autori

Nell'introduzione Louis Pauwels riassume la sua evoluzione culturale, ideologica, spirituale, partendo dagli insegnamenti di suo padre e ritornando infine a questi. Al di là della sua attività giornalistica è stato allievo e collaboratore di Georges Ivanovic Gurdjieff, sul quale ha anche scritto un saggio, "Monsieur Gurdjieff", dove espone una posizione che io definirei equilibrata, mettendone in mostra luci ed ombre. Poi abbandonato il maestro armeno è entrato in contatto con André Breton entrando nel contempo a far parte del mondo del surrealismo. Qui poi tramite René Alleau ha conosciuto Jacques Bergier, che è l'altro autore del nostro tomo.
Tra i due quella che considererei la "scheggia impazzita" è proprio quest'ultimo: se per Pauwels, che si era sempre mosso nell'ambito dell'esoterismo e del misterioso, era facile approdare ad un libro di confine, o come direbbe l'ufficialità di pseudoscienza, per uno scienziato come Bergier, segretario generale dell'Istituto Francese di Documentazione Scientifica e Tecnica, il passaggio non era forse così automatico.
Comunque la strana coppia si è dimostrata alla fine vincente e la loro opera è passata alla storia.

Contenuto: la prima parte

La prima parte, "Il futuro anteriore", la considererei la vera e propria introduzione. Come dicevo poc'anzi l'introduzione è uno scritto personale di Pauwels che racconta in tono leggermente dimesso com'è arrivato a questo libro. In questi primi capitoli invece ci viene spiegato come leggere il libro e con che spirito affrontarlo, ma soprattutto qual è la visione degli autori, e rispetto sempre all'introduzione come stile di scrittura si passa già qui ad un tono più scanzonato e provocatorio che proseguirà per tutta l'opera.
Dal punto di vista della lettura, "per il lettore che non ha tempo" questo tomo si può affrontare anche saltando capitoli, o leggendoli a salto avanti e indietro; non ha importanza, quale che sia l'argomento lo spunto sarà sempre quello di affrontare gli argomenti di confine proposti con occhi nuovi, sgombrando la mente da preconcetti.
"La scienza non è una vacca sacra" diventa il leitmotiv: si passa sorridendo dalle convinzioni ottocentesche che la scienza avesse raggiunto l'apice e non ci fosse più niente da scoprire, e si arriva a superare anche il metodo contemporaneo che pretende di andare avanti senza guardarsi indietro, senza accettare che forse alcune scoperte c'erano già e si sono dimenticate, che forse a volte è utile ripartire concettualmente da zero per provare nuove strade. Ma forse, azzardano con un'ipotesi complottistica, certe (ri)scoperte non si vogliono fare, forse un insieme di scienziati, pensatori, saggi, transnazionale non vuole che le scoperte più rivoluzionarie arrivino nelle mani dei militari (e se l'ipotesi fosse giusta, lo scopo sarebbe ragionevole!).
Per spiegare meglio tutti questi concetti gli autori approfondiscono alcuni esempi, e si parte con "L'alchimia come esempio".

Contenuto: dall'alchimia a Fort

Per chi non ha mai sentito parlare di alchimia, se non come "antenata della chimica" fatta da dei "pasticcioni che pretendevano di trasmutare il piombo in oro" (che poi si tratterebbe casomai di fisica quantistica e non di chimica), diciamo che è il caso di azzerare tutto e ripartire.
Ci sono dei libri di alchimia storici originali, o che perlomeno possiamo ritenere ragionevolmente tali, e poi ci sono delle cialtronate moderne che pretendono di spiegare in parole semplici l'alchimia: questo ultimi non vanno considerati tout court. I fatti sono semplici e indiscutibili: l'alchimia è un segreto, i libri sono criptati e possono voler dire qualcosa solo agli iniziati in tale campo, usano dei simboli ricorrenti che spesso prendono significati diversi a seconda dell'autore, non si riesce a capire da cosa partono e dove arrivano. Chi asserisce il contrario o è un ciarlatano o è un ingenuo. Possiamo aggiungere anche che chi sa (se c'è ancora qualcuno che sa) non parla, non può parlare.
Poi c'è un fatto perfettamente opinabile e del tutto personale: trovo che questi libri siano bellissimi! Soprattutto, ma non solo, quelli con le illustrazioni. Magari proprio del tutto originale quest'opinione non lo è visti i prezzi dei libri antichi che parlano di alchimia.
Fatta questa precisazione forse sarà più chiaro quello che ci dicono gli autori:

Si conoscono più di centomila libri o manoscritti di alchimia. [...] Questa enorme letteratura, a cui si sono dedicate menti superiori, uomini importanti e onesti, questa enorme letteratura che afferma solennemente di aderire a fatti, a realtà sperimentali, non è stata mai esplorata scientificamente. Il pensiero regnante, cattolico nel passato, razionalista oggi, ha mantenuto una congiura del silenzio e del disprezzo intorno a questi testi.[...] Mai un gruppo di specialisti in crittografia, di storici, di linguisti e di scienziati, fisici, chimici, matematici, biologi, è stato riunito in una biblioteca di alchimia completa con l'incarico di esaminare cosa ci sia di vero e di utilizzabile nei suoi vecchi trattati.

Ma ci sono altri libri che nessuno legge purtroppo: quelli di Charles Hoy Fort. Di tradotto in italiano ce n'è uno solo ("Il libro dei dannati") su quattro: "New Lands", "Lo!" e "Wild Talents" restano reperibili solo in lingua originale, così come pure l'unico romanzo "The Outcast Manufacturers".
Ecco che gli autori oltre darci l'essenziale del lavoro di Fort, ce ne danno anche un ritratto molto umano, quasi come di un vecchio amico anche se ovviamente non l'hanno conosciuto. In fondo lo spirito che muove tutti loro è lo stesso: prendiamo i fatti, non omettiamo niente perché non ci piace o non ci torna, poi li analizzeremo, o qualcun altro li analizzerà non ha importanza, ed eventualmente si scoprirà se c'erano dei falsi, delle mele marce.
Uso questo di Fort come esempio di come vengono sintetizzati i capitoli all'inizio, in intestazione, quasi un sottotitolo lungo, non proprio un elenco di paragrafi, ma piuttosto riportando dei titoli dei singoli argomenti trattati:

I Dove gli autori fanno il ritratto dello stravagante e meraviglioso signor Fort. L'incendio del sanatorio delle coincidenze esagerate. Il signor Fort in preda alla conoscenza universale. Quarantamila annotazioni sulle tempeste di pervinche, le piogge di rane e i temporali di sangue. Il Libro dei Dannati. Un certo professor Kreyssler. Elogio e illustrazione dell'intermediarismo. L'eremita del Bronx o il Rabelais cosmico. Dove gli autori visitano la cattedrale Sant'Altrove. Buon appetito, signor Fort!

Contenuto: altro ancora

Parecchi argomenti ricordano molto Martin Mystere, e secondo me Alfredo Castelli il suo autore si è ispirato veramente tanto a questo libro. Quindi troviamo "Atlantide" (in fondo "Anche Troia era una leggenda"), "La società del Vril", il "mistero maya", dell'Isola di Pasqua, della Grande Piramide, la famosa previsione del naufragio del Titanic, e altro ancora.
Ma in particolare vengono dedicati più capitoli al cosiddetto "nazismo magico".
Bergier non solo era ebreo, ma anche agente del controspionaggio e un sopravvissuto al campo di concentramento di Mauthausen; quindi tutti gli argomenti concernenti i nazisti che vengono trattati non sono affrontati certo da un simpatizzante politico. Eppure vengono considerati, come tutti gli altri, come possibili e non come fantasie di pazzi criminali. Il tutto in pieno spirito del libro che è quello del dubbio: "e se fosse vero?".
E in quest'ambito abbiamo ad esempio Hanns Hörbiger e la sua teoria del ghiaccio cosmico, l'Ahnenerbe ("Società di Ricerca dell'Eredità Ancestrale") fondata da Heinrich Himmler, con tutte le sue implicazioni esoteriche e le sue ricerche archeologiche in tutto il mondo. Da questa scaturiva la formazione religiosa neopagana delle SS con la radicata convinzione della "Teoria della Terra cava".
I libri di scuola non ne parlano, o al massimo ne accennano di sfuggita, eppure cercare di capire il nazismo senza tenere conto di ciò in cui credevano è impresa ardua.

Contenuto: i racconti

I racconti sono funzionali al pensiero espresso come si diceva e gli autori selezionati sono famosi. Troviamo quindi: "I nove miliardi di nomi di Dio" di Arthur C. Clarke, "Un cantico per san Leibowitz" di Walter M. Miller e "I veri peccatori, come i veri santi, sono asceti" di Arthur Machen se non sto tralasciando qualcosa.
Per fare un esempio in "Un cantico per san Leibowitz" la storia è ambientata in un lontano futuro post apocalittico dove dei futuri monaci amanuensi ricopiano dei circuiti elettronici senza aver la minima idea di cosa significhino, ma con la speranza che una volta che la civiltà si sarà ripresa questi strani disegni acquisiscano un significato. Il senso è chiaro: anche i libri alchemici (fra gli altri) sembrano indecifrabili, ma potrebbe dipendere dal fatto che ci manca tutto il substrato, i materiali, le attrezzature, in pratica tutto quel che serve per capirli.

Pensa differente!

Come fa notare anche Wikipedia, il messaggio di Friedrich Nietzsche è stato pienamente accolto nel '900 dalle arti: rottura col passato, col figurativo, con la bellezza come obiettivo, con tutto. La scienza invece ha messo dei paletti stringenti: dimostrabilità, falsificabilità, verificabilità, e se in teoria si può confutare qualsiasi spiegazione scientifica presentandone una migliore, nella pratica che azzarda troppo, chi vorrebbe deviare troppo dai percorsi consolidati viene scoraggiato.
Eppure il contesto in cui ci muoviamo è solo uno dei possibili come ci dicono gli autori che dopo vent'anni dalla fine della guerra osservavano:

Terminata l'ultima guerra mondiale, l'8 Maggio 1945, commissioni di ricerche cominciarono immediatamente a percorrere la Germania vinta. I rapporti di quelle missioni sono stati pubblicati. Il solo catalogo è di trecento pagine. La Germania si isolò dal resto del mondo nel 1933. In dodici anni l'evoluzione tecnica del Reich prese strade completamente diverse. Se infatti i tedeschi erano in ritardo sulla produzione della bomba atomica, d'altra parte avevano costruito missili giganti che non avevano equivalenti in America e in Russia. Se ignoravano il radar, avevano apparecchi a raggi infrarossi altrettanto efficaci. Se non avevano inventato i siliconi, avevano sviluppato una chimica organica completamente nuova. Dietro queste radicali differenze in materia di tecnica, differenze filosofiche ancor più stupefacenti ... Essi avevano respinto la relatività e in parte trascurato la teoria dei quanta. La loro cosmogonia avrebbe sbalordito gli astrofisici alleati: era la tesi del ghiaccio eterno, secondo cui pianeti e stelle sarebbero blocchi di ghiaccio naviganti nello spazio. Se in dodici anni si sono potuti scavare tali abissi nel nostro mondo moderno, che pensare delle civiltà quali si sono potute sviluppare nel passato?

L'intera opera ci propone coerentemente uno sguardo aperto, nel senso possibilista, verso il passato nei primi capitoli, e uno sguardo aperto, nel senso di ottimista, verso il futuro negli ultimi capitoli.
Personalmente sono un po' perplesso da quest'ultima parte che è di un ottimismo tra l'idealismo di Hegel e l'oltreuomo di Nietzsche: guardando la storia non riesco a vedere questi grandi progressi nell'umanità. Piuttosto l'uomo mi sembra sempre uguale a sé stesso, soprattutto nei suo difetti.
Però in generale mi sembra che tanto più una mente è aperta culturalmente, tanto più è tollerante e dimostra intelligenza. Leggere questo libro senza troppi pregiudizi e cercando di capirlo mi sembra che vada in questa direzione: come il personaggio di Miranda ne "La tempesta" di Shakespeare, che è entusiasta di scoprire il "magnifico mondo nuovo", che arriva sull'isola e che "contiene simili abitanti".



Autori: Louis Pauwels, Jacques Bergier   
Titolo: Il mattino dei maghi
Editore: Mondadori
Data: I Edizione Italiana Luglio 1963
Tipologia: cartonato
Sovracoperta: Paul Scharff
Pagine: 488
Dimensioni: 21,9 x 16 cm

Autori: Louis Pauwels, Jacques Bergier
Titolo: Il mattino dei maghi
Editore: Mondadori
Data: 1999
Tipologia: cartonato
Pagine: 528
ISBN: 88-04-39172-3
Dimensioni: 18,5 x 11 cm

  

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