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Nel 1456 piovve autentico sangue su Roma e sulla regione della Ligura piovve carne, e ciò era quei tempi prodigioso, esattamente come dipinto qui.
(Fol.81)
L'ho già detto: che mondo sarebbe senza Taschen?
Questa casa editrice riesce a creare e a scovare capolavori che (evidentemente) altre concorrenti o non trovano o si rifiutano di pubblicare.
Quasi mi sono commosso quando mi sono trovato di fronte a questo libro: un perfetto libro forteano ante litteram.
Vi sono riportati e artisticamente illustrati tutti i fenomeni anomali della natura dei quali è stata riportata l'evidenza da molti testimoni,
quindi si tratta perlopiù di fenomeni di grande impatto che si sono potuti osservare nei cieli o che abbiano coinvolto la terra (come i terremoti) o
che tutti hanno potuto poi osservare come delle nascite anomale di animali strani.
Le fonti sono totalmente orali, il famoso "si narra che" sottinteso ma dato per certo dall'autore, tranne per l'inizio e la fine del libro che illustra eventi biblici:
all'inizio del libro eventi dell'Antico Testamento, mentre alla fine eventi previsti dall'Apocalisse di San Giovanni, quindi Nuovo Testamento.
Il titolo del manoscritto qui riprodotto integralmente dalla Taschen è "Libro dei segni miracolosi di Augusta" ed è stato terminato circa verso il 1552 ed
è curato in tre lingue, inglese, spagnolo e italiano, sia nell'introduzione come pure in tutte le trascrizioni dei singoli fogli del libro.
Come viene spiegato nell'esauriente introduzione questo manoscritto non è un unicum: già verso la fine del XV secolo c'era stato un fiorire di interessi verso i segni miracolosi,
specie nel mondo protestante, che aveva portato alla produzione di diversi opuscoli e volantini illustrati che ben si sposavano con la concezione della
Riforma Protestante che intravedeva nella degenerazione della Chiesa Cattolica la causa scatenante dell'imminente fine dei tempi.
Centri principali di produzione di questi volantini furono Norimberga e Augusta (per il 60%), ma ci furono anche produzioni a Strasburgo, Francoforte sul Meno, Colonia e Praga.
Esempi di volantini sono riportati nell'introduzione, come quello della prima immagine qui sotto (01),
che descrive la comparsa di una doppia cometa su Worms.
Alcuni esempi di notizie
"Nella terra dei romani nell'anno 73 a.C. una palla d'oro fu vista in cielo" (02): oggi non ci sarebbero dubbi sul fatto che doveva essere un UFO.
D'altra parte gli ufologi si stanno sperticando da anni a ribadire che gli extraterrestri (ormai sinonimo di UFO) ci fanno visita da millenni, se non addirittura che ci hanno creato loro.
Per fortuna invece il curatore del libro si limita a definire l'oggetto per il suo aspetto, "una palla d'oro" appunto.
Poi però prosegue con la sua interpretazione, il leitmotiv del libro, e ci ricorda che "Seguì la grande guerra di Roma.".
Dobbiamo considerarla una coincidenza quasi scontata, visto che le guerre sono sempre state una costante nella storia dell'umanità? Intanto prendiamo atto dell'avvenimento.
Il 73 a.C. doveva essere comunque un anno particolarmente sfortunato visto che sempre nello stesso anno
"la gente si riunì per bere, ma quando tagliarono il pane, vi sgorgò del sangue come da una ferita." (03).
Leggendo frasi così sembra di sentire echeggiare nella mente i risolini del CICAP ("chissà quanto avevano bevuto prima"), che però per restare saldo nelle proprie convinzioni
dovrebbe bollare come diceria la seconda parte della notizia: "Ci fu anche una grandinata così terribile che pietre caddero dal cielo per sette giorni consecutivi".
Non era ghiaccio quindi, ma neanche un meteorite visto che le pietre hanno continuato a cadere per una settimana.
Sono sicuro che Fort sarebbe impazzito di gioia davanti a questo libro:
"Nell'anno 1114 d.C., nel mese di giugno, piovve sangue in vari posti d'Italia" (04).
Questo è esattamente uno dei più classici tra i "dannati" fortiani: piogge rosse, piogge blu, piogge nere, piogge di carbone ... vien giù di tutto!.
Se per la storiografia ufficiale (leggi Wikipedia nel nostro caso) nel 1103 d.C. non è successo niente di particolare,
secondo il nostro manoscritto in quell'anno
"Nel venerdì della prima settimana di Quaresima, apparve un'insolita stella alla sera [...]
Restò visibile per venticinque giorni e sempre alla stessa ora. Da sud un grande raggio di luce si mosse verso di essa.
Dopo ciò, il Giovedì Santo, furono viste due lune, una delle quali a Oriente." (05). Non male per un anno anonimo!
Da notare anche la splendida rappresentazione grafica, con i due uomini in primo piano sdraiati a contemplare un cielo che riassume in un unicum tutti i vari eventi.
Nel 1173 d.C. abbiamo di nuovo uno splendido caso ufologico descritto come
"un grande bagliore, come di un raggio di luce che risalisse fino all'altezza del firmamento, in ogni parte d'Italia." (06).
Da notare qui che senza la didascalia, l'immagine decontestualizzata sembra un perfetto esempio di quadro moderno non figurativo.
Insomma: anche solo dal punto di vista artistico questo manoscritto è da considerarsi un capolavoro!
La famosa leggenda de Il pifferaio di Hamelin è una delle poche ad avere una data precisa: il 1284.
Nel nostro manoscritto viene riportata una notizia analoga ma assolutamente più clamorosa avvenuta solo 9 anni dopo:
"Nell'anno 1293 dC. iniziò uno stupefacente pellegrinaggio - non solo in Ialia ma anche in altri paesi -
di più di ventimila bambini, che furono segnati con la croce e fatti deviare dalla retta via con l'inganno, cosicchè si diressero a frotte verso i porti di mare" (07).
Altra fonte d'ispirazione potrebbe essere stata la Crociata dei fanciulli avvenuta
ottantun'anni prima, nel 1212. Ma ... se invece fosse avvenuta davvero?
Abbiamo poi un'altra "pioggia di pietre" (08), ma non si capisce bene se nel 1332 o nel 832, visto che nella didascalia l'anno riportato
in numeri arabi differisce clamorosamente dall'anno riportato in numeri romani.
Quindi abbiamo capito che gli eventi si ripetono e non ci stupiscono più: e infatti nel 1351 troviamo di nuovo "una cometa in cielo verso mezzanotte [...]
e un raggio di fuoco fu visto cadere dal cielo" (09).
Il manoscritto contiene delle didascalie scarne perché punta molto sulla parte grafica. E' il caso dei
due segni visti nel 1520 su Vienna (10). Nel foglio immediatamente successivo, due giorni dopo sempre a Vienna, viene descritto un
segno attorno al bagliore della luna (11), che seppure graficamente diverso dal precedente, possiamo definire analogo.
E per finire dei magnifici draghi visti nel 1533 vicino a Hilpolstein (12).
Dobbiamo veramente considerarle tutte fantasie o, come si direbbe oggi, leggende metropolitane?
Titolo: The book of miracles - El libro de los mialgros - Il libro dei miracoli
Autore: curato da Till-Holger Borchert / Joshua P. Waterman
Copertina cartonata: 294 pagine
Editore: Taschen
Anno: 2017
Lingua: Inglese, spagnolo e italiano
ISBN: 978-3-8365-6549-3
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