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Le sgualdrinelle faranno follie, i mostriciattoli distrarranno l'attenzione,
i pagliacci romperanno il ritmo dell'insieme con le loro buffonerie ...
ma non la solidità della sfilata nel suo insieme:
il quadro impressionante delle cose che accadono, accadono e accadono ancora
e continuano, continuano e continuano ad accadere.
(Charles. H.Fort, "Il Libro dei Dannati", cap. 1, "Una processione di dannati")
Il libro, tecnicamente parlando
Nel 1919 Charles Hoy Fort pubblicò il suo libro più famoso, "The Book of the Damned",
citando e commentando centinaia di notizie anomale prese perlopiù da riviste scientifiche.
Questo libro, pur non avendo una risonanza mondiale clamorosa, segnò a suo modo la storia e divenne un cult per migliaia di appassionati in tutto il mondo.
Nel 2019 per festeggiare il centenario di questa pubblicazione è stato prodotto questo primo libro (vol. 1, "Fenomeni Aerei") che riesamina puntigliosamente
82 delle osservazioni riportate da Fort nel suo libro.
Vengono riportate in quasi tutti i casi le fonti originali, si ricostruiscono scientificamente i contesti e si cerca di capire se è possibile spiegare i
fenomeni in modo "non-esotico". Il tutto arricchito da numerose foto, immagini degli articoli orginali, diagrammi e illustrazioni varie.
I due autori sono esperti di anomalie atmosferiche con altre pubblicazioni alle spalle e facenti parte entrambi di associazioni di ricerca.
Martin Shough, scozzese, fa parte del NARCAP, associazione che raccoglie e analizza osservazioni e incidenti dell'aviazione
che coinvolgano gli UAP, Unidentified Aerial Phenomena, ovvero i fenomeni aerei non identificati come sono stati costretti a chiamarli le organizzazioni serie
per l'abuso ingiustificato dell'associazione UFO = Astronavi aliene (se non adirittura alieni tout court).
Wim Van Utrecht, belga, è il fondatore dell'iniziativa CAELESTIA che analogamente al NARCAP raccoglie e analizza
osservazioni di UAP, esplicitando quanto detto sopra, cioè che "CAELESTIA uses the term 'UFO' as little as possible, not only because of the restrictions implied in the words 'Flying' and 'Object',
but also because of the popular conception that UFOs equal extraterrestrial vehicles", ovvero che usano il termine UFO il meno possibile non solo perché ciò implica che sia un "oggetto" e che sia
"volante", le due cose entrambe non scontate in molti casi, ma perché come detto prima a livello popolare ormai UFO corrisponde ad astronavi aliene.
Gli 82 casi fortiani analizzati sono scrupolosamente numerati e raggruppati in capitoli per congruenza tipologica.
Le analisi esposte sono fatte in modo scrupolosamente scientifico in base a ricostruzioni del contesto meticolose per quanto lo consente il gap temporale (sono perlopiù casi di fine '800).
Come dice il sottotitolo, gli 82 casi fortiani riguardano esclusivamente fenomeni di avvistamento aereo, quindi niente piogge di pesci, rane o altre anomalie esposte nel libro di Fort.
Ovvero secondo la classificazione di incontri ravvicianti
(sia di Hynek che secondo le elaborazioni successive) siamo al primo livello: incontri ravvicinati di primo tipo, CE1 (dischi volanti diurni, luci vaganti notturne,
oggetti aerei che non siano attribuibili alla tecnologia umana). Quindi la casistica un po' più vaga e incerta per definizione.
Ma questo è solo il primo volume a cui dovrebbero seguirne altri.
Il libro in pratica
Per me confesso che questo "Redemption of the Damned" è stato una delusione. Forse anche perché avevo delle aspettative molto alte: speravo fosse una continuazione del lavoro fortiano,
ma con più illustrazioni e informazioni.
Certamente il metodo applicato è assolutamente corretto: verificare attentamente le fonti è indice di serietà.
Smentire, e quindi dividere, osservazioni che hanno una più probabile spiegazione scientifica da quelle che non le hanno dà maggior credito a tutto il lavoro di raccolta.
Purtroppo il fatto è che smontano quasi tutto, ma a parte questo la cosa grave è che mi sembra che siano andati un po' oltre dimenticando la filosofia di base di Fort. Vediamo come.
Partiamo dalla copertina: ci si aspetterebbe un'illustrazione che racconti un evento misterioso o inspiegabile per introdurre adeguatamente un libro fortiano.
E invece no: l'immagine storica rappresenta un pallone portante fuochi articiali rilasciato a Parigi nel festa nazionale del 1801.
L'immagine, insieme ad altre analoghe, serve a spiegare avvistamenti di luci strani, scintillanti nei cieli, ricostruendo una moda dell'epoca nei festeggiamenti.
La faccia di Fort perplessa riportata sempre in copertina poco più sotto sembra dire "ma questi da che parte stanno?".
Gli errori rilevati nei resoconti di Fort quasi sempre cadono nella pedanteria rasentando il ridicolo.
Saranno rilievi forse giusti dal punto di vista scientifico, ma francamente inutili dal punto di vista divulgativo.
Ad esempio viene dimostrato come Fort abbia riportato sbagliate alcune date, di un giorno o due, o anche un mese: e quindi?
Oppure ci sono nomi riportati sbagliati, tipo "Sedberg" invece di "Sedbergh": cosa cambia?
Longitudini riportate errate: 27° 52' W invece di 27° 32': é così grave?
Insomma sono tutti evidenti errori di trascrizione che nella stragrande maggioranza dei casi nulla tolgono al caso analizzato,
ma il rilevarli in modo così pedante sembra quasi voler gettare discredito ad ogni costo sulla figura di Fort che, non dimentichiamoci, operava di matita o penna su pezzetti di carta che
accatastava in scatole da scarpe, senza nessun finanziatore e senza nessun aiuto.
Poi ci sono le foto che dovrebbero dimostrare come possono essersi ingannati i testimoni, come ad esempio per le nubi lenticolari o l'arcobaleno rosso.
Ma guardando le immagini in questione (vedi sotto) personalmente nelle nubi lenticolari vedo effettivamente delle nuvole e mi domando come potrebbe sbagliarsi qualcuno.
Così anche l'immagine dell'arcobaleno rosso si vede che è un arcobaleno normale, solo un po' celato negli altri colori, che comunque si intravedono.
E arriviamo così ad una questione di principio: o parti dal presupposto che i testimoni sono in malafede, oppure ti devi fidare specie se il testimone in questione è un professionista.
Non puoi ipotizzare che un astronomo abbia osservato uno stormo di uccelli davanti al sole senza riconoscerlo, o comunque senza avanzare per primo qualche dubbio su ciò che ha visto.
La conclusione inevitabile del libro è che:
Fort's damned data do not support his grand theories. [...]
We have found that the great majirity of UFO-type anomalies in the Book of the Damned can comfortably be accomodated within, or on, the margins of today's conventional scientific world view
(I dati dei "dannati" di Fort non supportano le sue grandi teorie. [...]
Abbiamo scoperto che la gran parte delle anomalie di tipo UFO nel Libro dei Dannati può essere comodamente sistemata all'interno, o sopra,
i margini dell'odierna visione convenzionale del mondo scientifico).
Insomma a parte otto casi (bontà loro) che non riescono a far quadrare, tutto il resto è spiegabile scientificamente.
Lo sbaglio a mio avviso è che hanno letto il libro rigettando a priori le teorie, che sono la parte forse più interessante.
I dati offerti da Fort non sono che una minima parte di quelli che si sono accumulati negli anni, ovvero per dirla con la citazione riportata all'inizio:
"accadono, accadono e accadono ancora e continuano, continuano e continuano ad accadere".
Ma il punto cruciale è che questi signori partono da un punto di vista per loro insidacabile che è quello scientifico.
Ed è proprio il punto di vista che Fort smonta a priori:
QUINDI RITENGO:
Che tutti i fenomeni del nostro stato intermedio, o quasi-stato, rappresentino quest'unico tentativo di organizzarsi, stabilizzarsi, armonizzarsi, individualizzarsi ...
positivizzarsi, ovvero diventare reali [...]
Che tutta la nostra "esistenza" sia un tentativo da parte del relativo di essere l'assoluto, o da parte del locale di essere l'universale.
In questo libro il mio interesse sta in questo tentativo com'è manifestato nella scienza moderna:
Che ha cercato di essere vera, reale finale, completa e assoluta
(Charles. H.Fort, "Il Libro dei Dannati", cap. 1, "Una processione di dannati")
Basta avventurarsi nella fisica quantistica per capire che il tentativo non è andato molto bene.
Oppure, per restare in argomento, andare a vedere cosa dice Wikipedia a proposito dei fulmini globulari:
"Questo fenomeno atmosferico è ancor oggi poco compreso; di tutte le manifestazioni energetiche che prendono forma nella troposfera risulta ancora una delle più misteriose,
nonostante venga studiato ormai da secoli."
In conclusione direi che questo è un libro che non può mancare ad un appassionato fortiano, tenendo presente però che tende ad andare nella direzione opposta
da quella espressa da Charles Hoy Fort.
Autori: Martin Shough - Wilm Van Utrecht
Titolo: Redemption of the Damned - Vol.1: Aerial Phenomena
Tipologia: brossura
Dimensioni: 21 x 30 cm
Pagine: 404
Editore: Anomalist Books
Anno di pubblicazione: 2019
ISBN: 978-1949501-07-0
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