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Argishti, figlio di Menua,
ha costruito questa magnifica fortezza come residenza per Khaldi,
il Signore, per la Gloria dei paesi Biayni e l’orrore dei nemici.
Argishti proclama: la terra era un deserto,
prima dei grandiosi interventi che vi ho compiuto
(Iscrizione di Argishti I, re di Ararat)
Sono molte le foto, ma è stata una vacanza unica, e in questa dodicesima parte dopo un giro orario dell'Armenia, torniamo a Yerevan.
A sud della capitale, non propriamente a due passi dal centro, c'è la
Fortezza di Erebuni
fondata dal monarca urartiano
Argishti I.
L'iscrizione di cui sopra, "Argishti, figlio di Menua ...", ricorda molto la famosa tirata
"Io sono il grande Pdor, figlio di Kmer della tribù di Instar, della terra desolata del Sknir. Uno degli ultimi sette saggi ...",
e in effetti anche il cocuzzolo dove sorge la fortezza ricorda in scala maggiore quello da cui si ergeva Giacomo Poretti con la sua sobria acconciatura.
La Yerevan di oggi invece è più artistica: statue, murales, arredo urbano.
Fate l'amore non fate la guerra: qui troviamo perfino gli sposi, che è una specie purtroppo in via di estinzione in Italia.
Ma le creazioni più interessanti sono sempre quelle che si presentano impiattate, come il dolce dell'ultima foto.
Per vedere le foto in sequenza cliccare qui.
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