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Il solo vero viaggio, il solo bagno di giovinezza,
non sarebbe quello di andare verso nuovi paesaggi,
ma di avere occhi diversi, di vedere l'universo con gli occhi di un altro,
di cento altri, di vedere i cento universi che ciascuno di essi vede,
che ciascuno di essi è; e questo possiamo farlo con un Elstir,
con un Vinteuil, con i loro pari,
con i quali voliamo davvero di stella in stella.
(da "La prigioniera")
Due parole per i diversamente proustiani e per i proustiani non
feticisti
che si accontentano di leggere solo il libro. La prendo un po' lunga perché mi sembra che si possa fare un interessante paragone.
Il primo volume della Recherche,
ovvero "Dalla parte di Swann" ("Du côté de chez Swann", bella anche la canzone omonima dell'olandese Dave), è ambientato nel villaggio di Combray dove si narrano (anche, fra le altre)
le vicende dell'autore bambino e del suo primo innamoramento.
Il nome di Combray è fittizio, ma essendo il racconto autobiografico il posto fisico esiste veramente ed è nella campagna poco lontano da Parigi e si chiamava Illiers.
Essendo una cittadina carina ma piuttosto anonima, la principale attrazione turistica è rappresentata dal romanzo: si può visitare la casa-museo delle vacanze del piccolo Marcel,
fare acquisti alla pasticceria "originale" delle madeleine di Tante Léonie e fare le due celeberrime passeggiate (dalla parte di Swann e dalla parte dei Guermantes).
Come si diceva: è carina ma anonima, così per non confondere e non deludere gli appassionati nel 1971 quest'amena cittadina ha cambiato nome ed è diventata
Illiers-Combray.
E arriviamo così alla nostra
Cabourg: la scopriamo nel secondo volume,
All'ombra delle fanciulle in fiore (À l'ombre des jeunes filles en fleurs),
dove troviamo un Marcel più cresciuto, in piena esplosione ormonale, ma anche più malaticcio, per cui il padre medico lo manda a trascorrere l'estate al mare con la nonna per l'appunto a Cabourg,
che però nel romanzo ha anch'essa un nome fittizio: Balbec.
Tutta questa noiosa introduzione per dire che se la (pur bella ma) anonima Illiers ha ritenuto di dover cambiar nome per richiamare il turismo,
la bella Cabourg non ne ha mai avuto necessità: è bella di suo con le sue ville Art Noveau ed è città di mare con spiagge enormi che si affacciano sulla manica.
Però non poteva certo ignorare Proust e infatti troviamo la
Villa du Temps retrouvé,
a differenza della "Casa di Zia Leonia" di Illiers-Combray questa non ha niente a che vedere direttamente con Marcel, ma in suo onore è stata allestita un'esposizione,
una ricostruzione in stile Belle Époque.
Non ha niente a che vedere perché il povero (di salute non di soldi) Marcel alloggiava al Grand Hotel, il quale a sua volta non poteva ignorare di avere avuto un ospite così illustre
e infatti oltre al busto in ingresso gli ha riservato la stanza 404 ricostruita con suppellettili dell'epoca
(stando a Wikipedia: non sono entrato, lo confesso, gli alberghi così di lusso mi mettono soggezione).
E se il primo amore di Marcellino era Gilberte, figlia quel "Grande Gatsby" di Swann, il secondo amore che spicca tra le altre fanciulle in fiore di Cabourg è Albertine.
E se, come canta Guccini, a Venezia "San Marco è senz'altro anche il nome di una pizzeria", a Cabourg poteva mancare una villa dedicata ad Albertine?
Certo che no!
Ma non è possibile che una scultura, una musica che dà un'emozione che sentiamo più elevata, più pura, più vera, non corrisponda a una certa realtà spirituale;
altrimenti, la vita non avrebbe alcun senso. Così, nulla somigliava più d'una bella frase di Vinteuil a quel piacere particolare che avevo provato talvolta nella mia vita,
per esempio davanti ai campanili di Martinville, a certi alberi d'una strada di Balbec o, più semplicemente, all'inizio di quest'opera, bevendo una certa tazza di tè.
("La prigioniera")
Per vedere le foto in sequenza cliccare qui.
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