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Moustié-Santo-Mario, secondo la norma mistraliana, è un bellissimo villaggio provenzale incastrato,
è proprio il caso di dirlo, tra le montagne.
Sormontato da una stella d'oro appesa ad una catena tesa tra le due montagne che la sovrastano, Moustiers-Sainte-Marie ha un aspetto veramente incantevole,
con la chiesa di Notre-Dame-de-l'Assomption in centro paese e in alto,
tra le falesie, la cappella di Notre-Dame-de-Beauvoir che sembra sorvegliare da sopra l'ameno villaggio (sono 262 scalini per chi vuol salire).
Il nome di questo, che è classificato come uno dei più bei borghi di Francia, deriva da "ecclesia sancte Marie in Monasterium", da quando nel V secolo il vescovo Riez, Saint Maxime,
portò dall'Abbazia di Lerino un gruppo di monaci che si stabilirono nelle grotte per viverci da eremiti.
Il paese è diventato però famoso nel periodo di Luigi XIV di Borbone, meglio conosciuto come Re sole, che per finanziare la guerra dei trent'anni aveva sacrificato tutta la sua argenteria,
e da amante del bello, dovendo rimpiazzare le stoviglie, si rivolse alla produzione di piatti di maiolica di Moustiers-Sainte-Marie.
Curiosamente la maiolica si chiama così in italiano perché uno dei maggiori centri di smistameno fu l'isola di Maiorca,
ma in francese si chiama "faïence" perché fu proprio Faenza il maggior centro di produzione europeo.
E secondo la tradizione fu appunto un religioso di Faenza ad insegnare ad un vasaio di Moustiers-Sainte-Marie il segreto di quello smalto bianco latte che con il "bleu de Moustiers" avrebbe reso celebri le ceramiche.
Ovviamente dopo l'ordine di Re Sole le vendite andarono da sè, ma poi con i secoli si perse la tradizione.
Fu Frédéric Mistral, il poeta premio Nobel che oltre a recuperare la lingua occitana con la sua poesia,
contribuì anche a recuperare questa tradizione ormai perduta.
E fu sempre Frédéric Mistral a dar conto della leggenda della stella d'oro: nel poema "La cadeno de Moustié" della raccolta "Lis Isclo d'or",
narra come un cavaliere della famiglia Blacas fatto prigioniero dai mussulmani abbia fatto voto alla Madonna di appendere tra le due montagne il simbolo della sua famiglia: una stella a sedici punte.
Ovviamente quella attuale non è la stella originale: le prime menzioni sono del XV secolo e da allora la stella è stata sostituita almeno una decina di volte
(ogni tanto crolla), e nei secoli si è semplificata riducendo il numero delle punte fino alle attuali cinque.
Ma quella di Mistral non è l'unica leggenda: Jacques Lecugy, un appassionato della storia di Moustiers, ne ha contate almeno diciassette diverse che spiegano tutte l'origine della stella,
giungendo alla conclusione che a suo avviso è sempre stata di cinque punte e non di sedici.
E da qui l'interpretazione esoterica che vuole la stella posta lì dal compagnonnage, eredità forse dei templari.
E in effetti sul portale di Notre-Dame-de-Beauvoir troviamo la croce patente (vedi foto sotto) con al centro una stella a cinque punte.
C'è da dire anche che Moustiers è stato uno dei rari borghi dell'Alta Provenza ad accogliere una Loggia Massonica ("Les Indissolubles") prima della rivoluzione.
Least but not last, ultima annotazione, ma non meno importante: Moustiers-Sainte-Marie è praticamente all'imbocco del gran Canyon del Verdon, una meraviglia naturale da non perdere.
Il giro in auto è impegnativo ma ne vale la pena.
Per vedere le foto in sequenza cliccare qui.
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