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Ultimo aggiornamento: 01 Aprile 2020 (Germinal - Charme)

Verona un anno di cronaca, fatti e personaggi del 1975

Non c'è la data di pubblicazione nè l'editore, ma suppongo che questo riassunto dell'anno 1975 sia stato stampato l'anno dopo, nel 1976 quindi, a mente fresca, e posso immaginare (ma qui sono molto meno sicuro) che sia stato voluto e prodotto da L'Arena di Verona, il quotidiano cittadino.
E' pricipalmente un riassunto dei fatti salienti, ma contiene anche diverse analisi dei singoli fenomeni che si rivelano parecchio interessanti più oggi, quarantacinque anni dopo, che allora.
Anche le pubblicità ci dicono molto: aziende che ci sono ancora, aziende che ormai appartengono alla storia, mode e costumi oggi dimenticati, insomma tutte le cose che avevamo visto per gli USA nel commento del libro The Golden Age of Advertising - 70's.
Ma stavolta giochiamo in casa.

La nera

"Non ci sono più le mezze stagioni", "si stava meglio quando si stava peggio". C'è poco da fare: i luoghi comuni sono irritanti di per sè. Però quando ci si trova di fronte ad affermazioni come "con la delinquenza che c'è in giro di questi tempi" o "al giorno d'oggi c'è da aver paura ad uscire di casa", e scempiaggini varie, beh, allora l'irritazione sale a mille. Questo perché a dirlo non sono mai i giovani che sarebbero giustificati per l'età e la mancanza di memoria storica, ma a dire queste immani cretinate sono persone che erano giovani negli anni settanta. E tutto ciò è inaccettabile!
Vediamo un po' il riassunto di questo anno di mezza decade:
- il 4 Febbraio dopo un brutale inseguimento con la polizia, muore Giorgio Avesani, di 18 annni, scappava con un amico su una Giulia rubata
- il 5 Febbraio con 5 colpi di pistola viene uccisa Giuseppina Fraccaroli alla casa di ricovero di Tregnago
- il 26 Febbraio invece c'è una brutale rapina per oltre cento milioni: il rappresentante di gioielli Giuseppe Montanari, 44 anni, e il suo collaboratore Carlo Mortari, coetaneo, subiscono un aggressione e avendo reagito si vedono anche sparare addosso
- il 18 Aprile avviene il delitto più atroce: quello dell'orefice Marco Paladini, che è stato sequestrato mentre stava scendendo dall'auto, è stato portato in un campo per farsi consegnare le chiavi dell'orificeria, ma dato che non le aveva con sè gli hanno sparato a bruciapelo
- il 2 Giugno a Cavaion è stata sequestrata per tre ore un'intera famiglia: Osvaldo Berti, con la moglie e due figli, a scopo di rapina
- il 26 Giugno viene trovato il corpo di Fernanda Amalis Pellegrini, 28 anni, madre di tre bambini
- il 1 Luglio viene ucciso con una rosa di pallini al collo Lorenzo Finetto, detto il "duro della mala"
- il 9 Agosto, il valeggiano Severino Turrini di 28 anni detenuto nel carcere di San Gimignano per diverse rapine tenta l'evasione con un compagno di detenzione: prendono in ostaggio degli agenti di custodia, ma dei tiratori scelti riescono ad uccidere il suo compagno e l'impresa si ferma lì
- il 19 Agosto la più classica delle rapine: cinque banditi mascherati assaltano con dei mitra l'agenzia di piazza Erbe della Banca Mutua Popolare (bottino di 14 milioni)
- il giorno 8 Ottobre invece c'è una brutale rapina in un'orificeria di Raldon: la sorella del proprietario, Maria Veronese, se l'è cavata con un collasso dopo essersi vista puntare una pistola alla bocca
- il 3 Dicembre c'è una sanguinosa rapina in via Cappello: colpiti al capo il titolare Ugo Bassi e la moglie Sandra Canestrari, percosso il commesso, i banditi sono poi riusciti a fuggire
- il 31 Dicembre finisce col botto: è stata fatta esplodere una bomba al plastico alla galleria d'arte "Novelli", il cui propietrio si era rifiutato di pagare il pizzo alla malavita
Sorvolando sugli esiti di processi vari (en passant: il più famoso è stato quello della "Rosa dei Venti" in cui è stato condannato Amos Piazzi per tentativo di golpe), arriviamo ad un capitolo di cui "al giorno d'oggi" non si sente più parlare: i sequestri.
- il 29 Gennaio viene rapito il comm. Saverio Garonzi, presidente del Verona-Hellas, in pieno Borgo Trento all'angolo fra piazza Vittorio Veneto e via Carlo Ederle, verrà rilasciato il 3 Febbraio, dopo il pagamento del riscatto, "ridotto ad una larva d'uomo"
- il 7 Maggio viene rapito Ivo Antonini, titolare del calzaturificio "3A Antonini": anche in questo caso avverrà la liberazione a seguito di pagamento del riscatto il 22 Maggio a Malpensa
- il 3 Dicembre tocca ad Aldo Mirandola, un facoltoso commerciante di Cerea: verrà liberato poi il 18 Dicembre in provincia di Bergamo
- Il 26 Dicembre, con poco spirito natalizio, viene rapito Filiberto Fraccari, di 40 anni, titolare di un laboratorio di oreficeria, viene portato via sotto casa in piazza dell'Arsenale, e verrà poi rilasciato il 4 Gennaio dell'anno successivo dopo un riscatto di 600 milioni
Poi c'era naturalmente la droga: i dati storici ci dicono che negli anni settanta fu la principale causa di morte tra i giovani.
Infine per dare un tocco di colore troviamo qua e là varie proteste e scontri di piazza, con protagonisti gli agricoltori, gli abitanti abusivi delle case Mazzi e, soprattutto gli studenti che fanno battezzare il 22 Novembre 1975 come "il sabato nero" per gli scontri avvenuti a Palazzo Barbieri.
Di terrorismo il libro non ne parla, trattandosi di notizie scrupolosamente veronesi mi viene da dire che almeno per quell'anno Verona ne sia stata risparmiata, ma non dimentichiamo che solo l'anno prima c'era stata la strage dell'Italicus (12 morti e 105 feriti). E il rapimento Dozier era ancora di là da venire.
Comunque seguendo la definizione della famosa maledizione cinese, possiamo dire che il 1975 è stato un anno "interessante".

Le fiere

Naturalmente non ci sono solo le cattive notizie, insomma il 1975 non è stato solo un anno buio.
All'epoca la fiera più importante a Verona era quella Agricola, che esiste ancora ma fa poco parlare, e in subordine la Marmomac, anch'essa ancora esistente.
Il Vinitaly era ancora alla sua nona edizione, un giovane virgulto ma già in rapida crescita anche se non era ancora il colosso di oggi. Interessante notare come questa favolosa kermesse del vino fosse fatta all'epoca in Settembre, mi chiedo con quale logica. A settembre le aziende produttrici sono oberate dalle operazioni vedemmiali e inoltre non possono mostrare nessuna novità al mercato: l'annata precedente ormai è già uscita e quella in corso è ancora mosto. E' comprensibile quindi come quest'anno purtroppo l'edizione 2020 salterà non potendo farla in primavera, ma speriamo che sia anche per riservarci una versione ancora più grandiosa (e proficua) l'anno prossimo.
E' interessante notare come un capitolo intero del libro sia dedicato al calzaturiero, con un chiaro occhio di riguardo alla "3A Antonini" che era una realtà già molto importante all'epoca e destinata a crescere col marchio Lumberjack, sull'onda delle Timberland, nei successivi anni ottanta. Da un anno al posto di quest'azienda c'è un magazzino Amazon, e dei suoi marchi non si sa più niente.
Sorte diversa, per fortuna, col vino: sotto ho riportato una pubblicità della Bolla della quale avevo già accennato parlando del film Last Christmas.

Manifestazioni ed eventi vari

Bellissima l'immagine del post "banchetti de Santa Lussia", dove il disordine lascia intendere una vivacità di quello che era un mercatino povero, come lo cantava Berto Barbarani: "I l'à fati su de note, / co le asse e col martel, / co le tole, mèse rote, / piturade da cortel" dove si poteva trovare qualcosa anche durante la crisi perché la merce era economica per definizione: "Là, gh'è paste, là, gh'è fiori, / gh’è i zugatoli da un franco, / (i zugatoli da siori) / ma ghi n’è che costa manco".
Dove la crisi aveva colpito duro è stato il Carnevale, decisamente dimesso, ristretto a tal punto che oggi faremmo fatica ad immaginarcelo.
Poi ci sono state ovviamente le elezioni, ma provare a spiegare ora a chi non l'ha vissuta cos'era quella frastagliata politica del proporzionale, con i delicati equilibri che hanno portatato all'elezione di Gozzi come sindaco è forse una cosa poco interessante ancor prima che difficile.

Le due grandi novità

Oggi le diamo per scontate come ci fossero sempre state, come l'Arena per capirci. Invece Porta Leoni, o quel che ne resta, è stata portata occasionalmente alla luce durante i lavori per delle fognature. Ogni tanto viene riportato alla luce qualche pezzo di muro romano, ma quell'anno è stato decisamente speciale.
L'altra gande novità è stata la fontana di Piazza Brà, il monolite scolpito in modo da rappresentare le Alpi che ci dividono dalla città di Monaco di Baviera, nostra gemella. Il dono è stato frutto di uno scambio con gli amici tedeschi. noi abbiamo omaggiato loro di una copia della statua di Giulietta, il cui originale è ancor oggi impudicamente palpeggiato al seno nel cortile omonimo. Pare che all'epoca, non so adesso, la copia fosse stata così apprezzata da ricevere sempre in omaggio ogni mattina un mazzo di fiori freschi.
Ah, l'amore!

Insomma ...

Luci e ombre: come tutte le cose c'erano lati positivi e lati negativi. Che ci sia un pizzico di nostalgia per chi quei tempi li ha vissuti è inevitabile, però bisognerebbe cercare di conservare una memoria abbastanza obbiettiva.
Per chi invece considera "preistoria" quegli anni, bisogna che tenga anche presente quali sono state le eredità che ancor oggi possiamo apprezzare.

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Autori: a cura di Gian Polo Savorelli, foto di Tiziano Malagutti
Titolo: Verona un anno di cronaca, fatti e personaggi del 1975
Tipologia: brossura
Stampa: Novastampa di Verona
Fotolito: Eurocrom - Verona
Dimensioni: 24 x 28,7 cm
Pagine: 146
Anno: 1976

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