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Quando si doveva stabilire che le cose non andavano,
il confronto era con la vita dei sani.
Una normalità che, dovendo definirlo, saprei descrivere solo come patologia,
in quanto per gli abitanti del manicomio è il "fuori" ad essere anomalo.
(Vittorino Andreoli)

Ultimo aggiornamento: 19 Marzo 2022 (Ventôse - Frêne)

La normalità del gotico: la famiglia Addams

Una famiglia "dark"

Le radici del movimento dark (o goth) risalgono alla fine degli anni Settanta, inizi anni Ottanta, con la nascita del movimento post punk "goth old school" nel Regno Unito, ma era già dal 1938 che Charles Addams ci scherzava su ante litteram con una serie di vignette che poi diedero vita a partire dagli anni settanta a serie tv, film, musical, cartoni animati, video giochi e persino ad un flipper (il più venduto della storia stando a Wikipedia).
La grandezza di quest'opera, e quindi del suo autore la vediamo proprio da qua. E' normale che ad un fenomeno di costume seguano parodie, ironie e facezie varie, ma che queste precedano un fenomeno di massa i cui appassionati si prendono molto sul serio, beh ... che dire? E' una cosa più unica che rara!
Eppure l'abbigliamento di Morticia, il gusto per bare, teschi e quant'altro possa sembrare lugubre od horror, accumunano le strips di Charles Addams ai giovani (ma anche agli ormai non più giovani) del movimento dark.

Una famiglia particolare

Prendo spunto da questo libro del 1966 per parlare della famiglia Addams, ma sconfinerò disinvoltamente anche in alcuni aspetti sviluppati poi dalla serie televisiva degli anni '60, che a mio avviso è stata abbastanza rispettosa e congruente con l'idea originale partorita da Charles Addams. Su Wikipedia troviamo che:

Durante la serie televisiva l'editore del New Yorker, William Shawn, si rifiutò di pubblicare qualsiasi vignetta della famiglia Addams, anche se continuò a pubblicare altre vignette di Charles Addams. Shawn riteneva che il suo giornale fosse rivolto a un pubblico di lettori più raffinati di quello televisivo e non voleva che questi venisse in alcun modo associato ai personaggi che si vedevano in televisione.

Personalmente trovo che il giudizio di William Shawn si possa applicare a successivi sviluppi cinematografici o televisivi, ma non alla prima serie televisiva per la quale dalla stessa pagina leggiamo che:

La serie venne creata da David Levy, con l'intento di mantenere lo stile originale delle vignette di Charles Addams. Il carattere della serie venne conferito dal produttore Nat Perrin, che era un amico di Groucho Marx, nonché autore di numerosi film dei Fratelli Marx, e la serie infatti presenta uno stile umoristico simile a quello dei loro film.

Dunque vignette e prima serie di telefilm sono a mio avviso assimilabili, con forse l'unica sottile differenza che le vignette sono orientate più ad un pubblico adulto mentre i telefilm sono orientati anche ai bambini. Ma qual è questo stile originale, quali caratteristiche delineano la famiglia Addams indipendentemente dai media che la rappresentano?
Ad una prima lettura superficiale sembrerebbe una semplice famiglia con il gusto dell'horror, quindi di quel gusto "gotico" inaugurato da Horace Walpole con Il castello di Otranto. Troviamo infatti: la casa tipo dei racconti dell'orrore, il cameriere preso dall'iconico mostro di Frankestein interpretato da Boris Karloff, la moglie/mamma vestita di nero un po' da strega un po' a lutto, armi e veleni disponibili sempre e ovunque, la nonna strega con tanto di calderone, e così via.
E da qui scaturisce l'umorismo, con i luoghi comuni dell'horror proposti come luoghi comuni di vita, perché come diceva Achille Campanini:

L'umorista tra l'altro è uno che istintivamente sente il ridicolo dei luoghi comuni e perciò è tratto a fare l'opposto di quello che fanno gli altri. Perciò può essere benissimo in hilaritate tristis e in tristitia hilaris, ma se uno si aspetta che lo sia, egli se è un umorista, può arrivare perfino all'assurdo di essere come tutti gli altri in hilaritate hilaris e in tristitia tristis perché, e questo è il punto, l'umorista è uno che fa il comodo proprio: è triste o allegro quando gli va di esserlo e perciò financo triste nelle circostanze tristi e lieto nelle liete.

La raffinatezza dell'opera

In realtà possiamo andare oltre.
Il rovesciamento dei valori, il rovesciamento dei ruoli ha radici antiche, basti pensare a la Festa dei folli, o Festa dell'asino, destinata a onorare l'asino che portò Gesù durante il suo ingresso a Gerusalemme, prevedeva il completo rovesciamento dei ruoli. Mentre in epoca più moderna abbiamo il Role playing formativo con funzioni educative, di stimolazione.
Nel capovolgimento dei valori della famiglia Addams a ben guardare non c'è solo la parte horror, la parte gotica.
Come recita Wikipedia della serie tv: "Il telefilm inoltre presenta una coppia molto affiatata, Morticia e Gomez, che sembra essere la prima nella storia della televisione statunitense ad avere una vita sessuale". Eros e Thánatos! Se con il gotico si fronteggia la morte, il soprannaturale, l'aldilà, con le avance molto spinte di Gomez si arriva all'eros, non all'amore sentimentale, ma a quello carnale.
Ancora: in questo rovesciamento dei luoghi comuni i freaks rappresentano la normalità. Morticia che sferruzza per vestitino da bebè a forma di polipo non scandalizza il marito, anzi! Il cugino Itt, Mano, Lurch rappresentano la normalità.
E qui stiamo arrivando al punto: l'accettazione del diverso, della morte, di tutto ciò che i valori borghesi, quanto meno dell'epoca ma non solo, nascondevano o rimuovevano, per gli Addams è la normalità. Il loro motto "Sic gorgiamus allos subjectatos nunc" (Con delizia banchettiamo di coloro che vorrebbero assoggettarci) va letto in questo senso: "Non ci assogeterete alle vostre paure o alle vostre ipocrisie".
Un po' tutto lo humour noir punta in questa direzione: costringere la gente a pensare su argomenti scomodi. E gli Addams lo fanno in modo perfettamente etico alla fine: sono buoni, generosi, attenti (a loro modo) agli altri.

Come Wonko l'equilibrato

Spostandoci nella famiglia Adams con una "d", troviamo il celeberrimo Douglas che nel romanzo Addio, e grazie per tutto il pesce della sua serie più famosa, quella della "Guida galattica per gli autostoppisti", che ci parla del personaggio di Wonko L'Equilibrato.

- Ah si - aveva detto Wonko l’Equilibrato - Gli stuzzicadenti. Fu il giorno in cui finalmente mi resi conto che il mondo era completamente impazzito e costruii il Manicomio per metterci dentro il mondo, nella speranza che, poveretto, migliorasse. -
A quel punto Arthur aveva ricominciato a sentirsi un po’ nervoso.
- Ecco, qui siamo all’esterno del Manicomio - aveva detto Wonko. Aveva indicato di nuovo i muri di mattoni, le rifiniture e le grondaie, e poi la prima porta attraverso la quale Arthur e Fenchurch erano entrati - Se entrate da quella porta, vi trovate nel Manicomio. Ho cercato di tinteggiarla con colori allegri, in modo che i pazienti siano felici, ma si può fare ben poco altro. Adesso io lì non ci entro mai. Se a volte sono tentato di farlo, il che di questi tempi non mi succede quasi mai, mi limito a guardare il cartello attaccato sopra la porta e così mi passa tutta la voglia di entrare. -
- Quel cartello lì? - aveva chiesto Fenchurch, indicando con una certa perplessità una targa azzurra su cui erano scritte alcune istruzioni.
- Si. Quelle sono le parole che mi hanno trasformato alla fine nell’eremita che sono. E’ stata una cosa del tutto improvvisa. Le ho viste, e ho capito cosa dovevo fare. -
Il cartello diceva:
"Tenete lo stuzzicadenti serrando le dita intorno al suo centro. Inumiditene l’estremità appuntita infilandola in bocca. Inserite la punta nello spazio tra i denti, lasciando la parte smussata vicino alla gengiva. Effettuate un movimento delicato che vada dall’interno verso l’esterno."
- Ho pensato - aveva detto Wonko l’Equilibrato - che una civiltà che era impazzita al punto di aver bisogno di includere in un pacchetto di stuzzicadenti una serie di dettagliate istruzioni per l’uso, non era più una civiltà in cui potessi vivere restando sano di mente. -

Ecco, anche gli Addams con due "d" sono così: sono sempre a casa e lasciano il "manicomio" fuori, sanno che non è molto salutare frequentarlo.
Per scomodare anche il buon Guccini: "il mondo visto con gli occhi asfaltati" degli Adams non è altro che un posto con gente strana che fa cose strane. Questo perché loro guardano alla vita senza paure e senza ipocrisie: senza la puara della morte o della tortura, senza la paura dei disastri che evocano giocando col trenino, senza l'ipocrisia di nascondere il sesso nella soffitta dell'inconscio freudiano, senza la paura dei diversi, dei freak, e allo stesso tempo senza l'ipocrisia di sforzarsi di guardarli in modo normale provando nel contempo ribrezzo: per loro sono normali!

In conclusione

La famiglia Addams rappresenta l'oltreuomo di Nietzsche: il loro sì alla vita è totale.
Dicono sì alla morte che è parte integrante della vita, non la temono così come non temono la tortura, che praticano per gioco perché come dice Zarathustra: "Due cose vuole l'uomo autentico: pericolo e giuoco". Dicono sì al desiderio sessuale, non lo nascondono ipocritamente dietro allusive occhiate di stralcio.
Quella che si vede in casa Addams è la vera e propria trasvalutazione di tutti i valori, "Umwertung aller Werte", che porta ad un sì alla vita:

È vero: amiamo la vita non perché siamo abituati alla vita, ma perché siamo abituati ad amare. C'è sempre un grano di pazzia nell'amore. D'altra parte c'è sempre anche un po' di ragione nella follia.
(F. Nietzsche, "Così parlò Zarathustra")

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Autore: Charles Addams
Titolo: "Gli Addamas"
Tipologia: brossura
Dimensioni: cm 20 x 13
Pagine: 100
Editore: Milano Libri Editore
Anno di pubblicazione: 1966

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