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Unreal City,
Under the brown fog of a winter dawn,
A crowd flowed over London Bridge, so many,
I had not thought death had undone so many.
Sighs, short and infrequent, were exhaled,
And each man fixed his eyes before his feet.

(T. S. Eliot, da "THE BURIAL OF THE DEAD"
Città irreale,
Sotto la nebbia marrone di un'alba invernale,
Una folla scorreva sul London Bridge, così tanti,
Non avevo pensato che la morte ne avesse annullato così tanti.
Sospiri, brevi e rari, furono esalati,
E ogni uomo fissava i suoi occhi davanti ai suoi piedi.

in "The Waste Land"-"La terra desolata")

Ultimo aggiornamento: 17 Aprile 2021 (Germinal - Pensée)

Una guida turistica fuori dell'ordinario: "Le Belle Addormentate"

In generale

Al di là delle guide turistiche classiche, esistono anche le guide turistiche tematiche, ma in Italia in questa categoria sembrano esserci solo quelle legate al mistero, all'esoterismo, alle città "segrete", che da un ventennio a questa parte popolano le librerie. Sono poche le eccezioni, ma questo libro è una di quelle.
In questa guida (termine che rischia di essere decisamente riduttivo) vengono trattate le ghost town, le città fantasma italiane. C'è anche un'immancabile pagina di Wikipedia che stila un elenco per regione, con descrizioni sommarie, ma "Le Belle Addormentate" è qualcosa di più.
L'autore, Antonio Mocciola, è un professionista: "giornalista, scrittore e consulente editoriale" come recita la biografia nel retro di copertina. Come appassionato di tutto quello che riguarda Battiato "and friends" ho scoperto che è anche l'autore del booklet di "La sua figura", il docufilm su Giuni Russo. Questo solo per dire che, con tutto il rispetto per gli amatori che producono libri di saggistica con tanta passione e tanto affetto, in questo caso abbiamo in più una certa professionalità e una particolare cura nella stesura.
La struttura è semplice e funzionale: per ciascuna cittadina abbiamo due facciate con una o due foto, una bella descrizione e un riquadro con le indicazioni per raggiungerla. Ovviamente data la natura dei luoghi descritti le indicazioni sono sommarie, e probabilmente anche solo rintracciarle rappresenta di per sè un piccola avventura della quale conservare poi un bel ricordo.

Qualche esempio

Sono esattamente 82 le città descritte e una cartina a inizio libro ne indica la distribuzione. La maggior parte sono in Campania, Abruzzo e Lazio, forse perché l'autore napoletano di nascita e romano d'adozione è stato maggiormente agevolato in quelle più vicine. Ma è anche vero che per il resto sono abbastanza distribuite in tutta Italia.
Oltre ad essere nelle regioni più svariate, ci sono anche la ragioni più svariate per cui queste città sono state abbandonate. Alcune sono state allagate per far posto ad un bacino artificiale, e un esempio famoso è Curon Venosta il cui campanile che sporge in mezzo al lago è finito in tantissime cartoline e fotografie, e che comunque è ben visibile dalla strada che porta in Austria, o come anche Fabbriche di Careggine a Lucca che è stata sacrificata per la diga di Vagli. Queste due sono anche tra i pochissimi esempi di città descritte non visitabili (a meno di non fare un'immersione subacquea).
Poi ci sono le città, specie in meridione, abbandonate perchè stavano, e stanno ancora, franando e anche qui abbiamo un esempio famoso: Civita di Bagnoregio, che però stona un po' nel libro perché tanto abbandonata e dimenticata non è, visto che si paga il biglietto per visitarla e c'è un notevole afflusso di turisti in estate. Un altro tipo di movimento della terra che spinge forzatamente ad abbondare le proprie case è quello tellurico, e anche qui abbiamo un esempio famosissimo: L'Aquila Centro.
Un sogno fascista infranto è invece Borgo Schirò, costruita dal nulla per ripopolare le campagne siciliane.
E' intuitivo che ci siano state città abbandonate per motivi economici, come ad esempio Bosa in Sardegna per la chisura delle concerie, ma è sicuramente bizzarro sentire che Casevecchie di Sant'Anatolia a Rieti sia stata abbandonata per un'invasione di serpenti. Mentre California in provincia di Belluno ha avuto il classico epilogo da ghost town americana: cresciuta con una corsa all'oro (oltre al mercurio) una volta esaurite le miniere si è spenta ed ora è abbandonata.
Alcune infine sono misteriose come ci si potrebbe aspettare: ad esempio Saletta di Costanzana a Vercelli, con la sua chiesa murata e i suoi sotterranei, o Ca' Scapini a Parma dove gli abitanti se ne sono andati per non sentire le strazianti urla dei fantasmi dei bambini trucidati dai nazisti.

Poesia

La definizione che Strindberg dà della poesia è calzante anche per questo libro: "Non è la realtà, ma più della realtà... Non è un sogno, ma sognare da svegli". D'altronde chi più dei poeti ama rievocare gli edifici? Pensiamo a Gozzano ad esempio:

Pensa i bei giorni d'un autunno addietro,
Vill'Amarena a sommo dell'ascesa
coi suoi ciliegi e con la sua Marchesa
dannata, e l'orto dal profumo tetro
di busso e i cocci innumeri di vetro
sulla cinta vetusta, alla difesa...

E chi se non i poeti fa dialogare gli edifici? Come Barbarani in "San Zen che ride" dove la materna chiesa di San Zeno dialoga col suo burbero campanile difendendo i bambini che le mancano di rispetto: "par che la diga: «No èssar geloso! / Lassa che i zuga... Dopo i morirà!"
E in questo libro, seppur di saggistica, seppur in prosa, non si può non ravvisare quel tocco di poesia che trasuda amore per queste case abbandonate, che rievoca gli abitanti scomparsi, che fa parlare i muri per far loro raccontare i loro giorni più felici e il loro triste epilogo.
Antonio Mocciola riesce a commuovere con le descrizioni, come per Bosa: "ma nei bar trovi alle pareti i poster del Milan stagione 54-55, le réclame degli anni 30 di prodotti dimenticati, negli scaffali le buste di Idrolitina, e dai barbieri i barattoli di brillantina. I parati consunti, i balconi in ferro battuto, il selciato dell'ex Strada Maggiore ... tutto sembra sul punto di sbriciolarsi e diventare polvere". O per Celleno: "Una clessidra di tufo senza scampo. Provvisorio e sfuggente, come è sempre la bellezza".

Quindi in questi borghi di bellezze ne troveremo due: quella della realtà e quella "più della realtà", quel sognare da svegli con cui potremo rievocare, parafrasando Gozzano, "i bei giorni d'un tempo addietro con questi paesi al sommo dell'ascesa".

— Le vieux Paris n’est plus (la forme d’une ville
Change plus vite, hélas ! que le cœur d’un mortel) ;

Je ne vois qu’en esprit tout ce camp de baraques,
Ces tas de chapiteaux ébauchés et de fûts,
Les herbes, les gros blocs verdis par l’eau des flaques,
Et, brillant aux carreaux, le bric-à-brac confus.

La vecchia Parigi non c’è più (cambia la città
Muta più veloce, ahimè! del cuore di un mortale);

Non vedo che con l’animo quel campo di baracche,
Quei resti dei fusti e dei capitelli sbozzati,
L’erba, i gran blocchi verdi per l’acqua ristagnante,
E il ciarpame confuso che riluce dai vetri.


(Charles Baudelaire, "Le Cygne" da "Le Fleurs du Mal")

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Autore: Antonio Mocciola
Titolo: Le Belle Addormentate
Tipologia: brossura
Dimensioni: 13,5 x 21 cm
Pagine: 192
Editore: Betelgeuse Editore
Anno di pubblicazione: 2014
ISBN: 978-88-6349-0398

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