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I morti che ci hanno fatto del bene,
si ricompensano guardando in faccia i vivi.
(Vasco Pratolini, "Metello")
Ultimo aggiornamento: 12 Ottobre 2024 (Vendémiaire - Chanvre)
Alfredo Castelli - Il contesto - Il libro - Altro ancora
Alfredo Castelli
Ci sono lutti personali, per un familiare, un parente, un amico, e ci sono lutti per qualcuno che non abbiamo mai conosciuto di persona,
ma che ci sembra di aver conosciuto da sempre.
Alfredo Castelli
ci ha lasciato lo scorso 7 febbraio, e uso quest'espressione perché mi piace pensare che ci abbia lasciato per trasferirsi ad
Altrove
in compagnia di
Chris Tower,
simulando la sua morte per poter lavorare in pace senza le eterne scadenze imposte dalla Bonelli.
Gli appassionati di
Martin Mystère
credo che capiranno e concorderanno con me.
Wikipedia lo dà come fumettista, critico letterario italiano, storico del fumetto e di letteratura popolare in modo un po' generico,
quindi precisiamo.
Come fumettista era soprattutto sceneggiatore, ma è stato anche disegnatore dal tratto inconfondibile con
L'Omino Bufo.
Qualcuno l'ha omaggiato riproponendo il personaggio e imitandone il tratto:
ho apprezzato veramente molto anche se stavolta L'Omino Bufo non mi ha fatto ridere.
Non è stato "uno" storico del fumetto: lui è stato "lo" Storico del fumetto, in particolare italiano, per eccellenza.
Da lassù spero che Luca Boschi
(altro lutto recente: il 3 maggio 2022), mi perdonerà se lo metto al secondo posto,
ma con Castelli si andava alla fonte direttamente: lui c'era, conosceva tutti, aveva avuto a che fare con tutto.
Andare agli incontri dove c'era Castelli voleva dire venire inondati di aneddoti riguardanti tutti gli autori italiani,
e adesso che si avvicina Lucca Comics comincio già a sentirne la mancanza.
Infine come critico letterario e in particolare di letteratura popolare possiamo solo dire che aveva una cultura infinita.
Ricordare Alfredo Castelli solo per Martin Mystère è un'ingiustizia bella e buona,
anche se è pur vero che è il suo capolavoro.
Non ci provo neanche a riproporre un elenco delle sue opere ma passo direttamente a qualcosa che forse è passato un po' inosservato:
e qui arriviamo al "Carciofo".
Diciamo pure che è passato inosservato a me, e me ne sono fatto una ragione con la data di pubblicazione: il 2021.
Volumi così non si trovano ovunque e a memoria neanche Castelli ne aveva fatto pubblicità nei suoi editoriali su Martin Mystère
(o forse l'ha fatto e mi è sfuggito: imperdonabile!).
Il 2020 e il 2021 sono stati due anni orribili per il Lucca Comics, perché causa Covid la manifestazione non si è tenuta.
Se è vero che quest'evento rappresenta sempre un duro colpo per le mie finanze, è anche vero che certi libri li trovo solo lì.
Il contesto
Non si tratta di un libro di fumetti.
Ci sono fotomontaggi, articoli umoristici, elenchi di luoghi comuni esagerati (la serie "Lombroso aveva ragione"),
finte riviste parodie di riviste vere, disegni (ma solo qualche strip classica), parodie di pubblicità e altro ancora.
La struttura su cui si basa il libro era in auge negli anni '70 e '80 del secolo, ma mi sembra piuttosto abbandonata oggi.
Un esempio su tutti: l'irriverente, storica pubblicazione
Il Male
(ma per campanilismo cito anche la veronesissima
Verona infedele).
Per essere precisi Il Male più che parodie dei principali giornali esistenti, ha fatto dei veri e propri falsi, tra i quali Wikipedia ci ricorda quello
"dell'arresto di Ugo Tognazzi quale capo delle Brigate Rosse con una foto dell'attore che si era prestato facendosi fotografare ammanettato
accompagnato dai redattori vestiti da agenti di Pubblica Sicurezza" fatto con delle prime pagine false ma credibilissime di Paese Sera, La Stampa e Il Giorno.
Per restare sullo specifico argomento di parodie/falsi di altri giornali, mi sembra che l'unica pubblicazione che prosegue con questo format ad oggi sia il
Vernacoliere.
Il libro
Chiamo in campo la mia ingenuità e la mia ignoranza per scusarmi se non ho capito bene l'introduzione.
In questa si narra che in pratica "Il Carciofo Nazionale" è stata una rivista uscita in soli sei numeri qui riproposti,
ma che in realtà era un progetto ben più ampio che ha incontrato degli ostacoli nella sua realizzazione.
Tutto chiaro quindi?
Per me no: la storia narrata ha dei particolari clamorosi, ovviamente finti.
La pubblicazione si inserì nel grande circuito con discreto successo, tanto che le imitazioni proliferarono: un effimero Tilt, un effimero King Kong, un'effimera versione italiana di Hara Kiri, un effimero Kamikaze. Nel 1969 Doug Kenney e Henry Beard ne pubblicarono l'edizione americana, che intitolarono National Lampoon. Lampoon ("Presa in giro") è il titolo della più antica rivista satirica statunitense tuttora pubblicata. [...] Nel 1976 diede titolo ad un programma radiofonico a cui oggi Fiorello partecipa in qualità di ospite semi-fisso; Antonio Ricci ammise che la rivista aveva stimolato la nascita di Striscia la Notizia.
Quello che non capisco è se la finzione si spinge fino a simulare l'esistenza della rivista.
Non mi stupirei.
Di finzione probabilmente possiamo parlare riguardo alla presunta polemica sulla parodia della pubblicità di Colgate del 1939.
Un servizio sul "MeToo" si sarebbe lamentato della pubblicità "doppiata" dal Carciofo segnalando che rischiava di mettere in ridicolo un problema grave e reale.
In questo pubblicità doppiata c'è una donna che si lamenta: "Da mesi non subisco molestie sessuali".
Però i contenuti in generale sono un po' troppo datati per essere stati fatti negli ultimi anni.
Prendiamo ad esempio la finta rivista Unopiù: è palesemente una parodia di
Duepiù.
Da Wikipedia: "Duepiù è stato un mensile edito dalla Arnoldo Mondadori Editore tra il 1968 e il 1983.
Rivolta ad un pubblico giovane, è stata la prima rivista a diffusione nazionale in Italia ad affrontare i temi della vita di coppia,
della sessualità e della contraccezione con un approccio laico e non moralistico".
Negli anni '20 del XXI secolo che se la ricorda più?
E comunque è sicuramente più interessante questa parodia rivolta ai single con forte senso della manualità e del fai da te:
nella copertina c'è uno sposo che guarda teneramente la propria mano vestita da sposa, preludio all'inchiesta:
"Sposi! Va ancora il velo bianco?".
Forse la rivista non è mai esistita, ma in questo caso molto, quasi tutto, il materiale è veramente d'epoca ed è rimasto nel cassetto di Castelli.
Come per esempio la pubblicità del kit del piccolo brigatista rosso, o le uscite su Pertini, sulla Democrazia Cristiana, su Papa Giovanni Paolo II:
non verrebbe spontaneo, anzi sarebbe molto dura rievocarli adesso per farci la battuta, il moto di spirito o la parodia.
Altro ancora
Mi piacerebbe aggiungere immagini di esempio dell'umorismo tratte dal libro, ma essendo questo piuttosto recente non voglio correre il rischio di incorrere nelle ire dell'editore
(che non avrebbe ragione di lamentarsi visto che sto facendogli pubblicità gratis!).
Però proprio non sono riuscito a trattenermi dal mettere almeno il fotomontaggio del risguardo finale
("Essendo [i risguardi] posti all'inizio e alla fine di un libro, all'infuori dei fascicoli o segnature, non ne fanno parte"
Wikipedia docet).
Quello che state leggendo è l'ultimo avatar del Carciofo, ma non disperate.
L'erba malvagia non muore mai , e neppure le piante della famiglia delle Asteraceae (*).
(Chiusa dell'introduzione)
(*) Tra le quali ovviamente c'è anche il Cynara cardunculus scolymus, ovvero il carciofo
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Autori: Alfredo Castelli con la complicità di numerosi amici
Titolo: Il Carciofo Nazionale - Non vedo che cosa ci sia da ridere
Tipologia: Cartonato
Dimensioni: 21 X 30 cm
Pagine: 96
Editore: Cut-Up Publishing
Anno: 2021
ISBN: 9788832218275
Prezzo: 19,90 €
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