* HOME * | * LIBRI * |
Primo libro: "Le leggi fondamentali della stupidità umana" di Carlo M. Cipolla
Il libro e la relativa teoria del pavese professor Carlo Cipolla
(da non confondere con l'omonimo veronese) sono famosissimi.
Edito per la prima volta insieme ad un altro saggio col titolo "Allegro ma non troppo" (in originale "The Basic Laws of Human Stupidity") nel 1988,
questo trattato sulla stupidità umana è stato ristampato più volte.
L'edizione in mio possesso è molto recente, del 2015, ed è preziosamente arricchita dalle vignette di Altan. E' uscita parallelamente all'edizione gemella arricchita dalle vignette di Ellekappa.
Prima di approfondire la teoria diciamo subito che il professor Cipolla è un esimio storico dell'economia di fama mondiale che ha insegnato in svariate università sia italiane che americane.
Pur avendo svariate pubblicazioni al proprio attivo, è destinato a passare alla storia per questo piccolo trattato espresso tra il serio e il faceto.
I quattro tipi umani
La teoria del professor Cipolla parte dalla suddivisione dell'umanità in quattro tipi, in base al comportamento.
Immaginiamo un grafico dove sull'asse delle "X" riportiamo le azioni che avvantaggiano se' stessi a destra, in positivo, e quelle con cui ci si danneggia a sinstra, in negativo.
Sull'asse delle "Y" analogamente metteremo le azioni che avvantaggiano gli altri in alto, in positivo, mentre quelle che danneggiano il prossimo in basso in negativo.
Orbene nel quadrante in alto a destra avremmo gli intelligenti, contrassegnati dalla lettera "I", ovvero quelle persone che facendo del bene a sè stessi fanno del bene anche agli altri.
Ad esempio chi fa una scoperta o crea un brevetto utile a tutti e renumerativo per sè stesso.
A sinistra in alto troveremo gli sprovveduti, contrassegnati dalla lettera "H", quelli che rimettendoci di persona creano vantaggio agli altri.
Ad esempio che smarrisce qualcosa (e magari di prezioso) che potrà poi essere ritrovato da altri.
In basso a destra ci sono quelli che creano vantaggio per se' a danno degli altri: i banditi, contrassegnati dalla lettera "B". Non credo ci sia bisogno di esempi per questi.
Infine, nel riquadro in basso a sinistra avremo gli stupidi, contrassegnati dalla lettera "S", cioè le persone che creano danni agli altri e a se stessi.
Prendiamo un esempio ipotetico, che non esiste quindi nella realtà, di un capitano di una nave che per fare un "inchino", cioè salutare le persone su un'isola, guidasse la nave sugli scogli affondandola.
Fatta la suddivisione, il professor Cipolla si concentra poi a definire meglio e ad approfondire quest'ultima categoria, quella degli stupidi.
Questo perché se gli intelligenti sono assolutamente positivi, e gli sprovveduti sono pericolosi solo per se' stessi, tra i banditi e gli stupidi i primi sono senz'altro da preferire.
I banditi sono prevedibili, si può cercare di mettersi al riparo dalle loro azioni o comunque limitarne i danni.
Per gli stupidi invece questo non è possibile: sono assolutamente imprevedibili.
Una volta che ci si è affinati a questa catalogazione si può cercare di interpretare meglio (ad esempio) il libro successivo, ovvero:
Secondo libro: "Italia bella" di Fabio Di Iorio e Marco Messeri
L'incipit è lapidario:
Questo libro, forse il primo di comicità sul pesaggio, è una specie d guida d'Italia alla rovescia, regione per regione, che segnala ai visitatori i luoghi dove non andare. una guida contromano alle brutture del Bel Paese.
Il libro deriva dalla trasmissione televisiva "Avanzi", nella quale il coautore del libro, Marco Messeri, teneva una rubrica fissa.
Certo oggi simili raccolte, soprattutto in Internet, si sprecano, ma nel 1992, anno di uscita del libro, era veramente una novità.
Lo stile è leggero, i giochi di parole sono alla base di tutto e molto spesso non viene neanche citato il vero nome del monumento preferendone il giocoso appellativo coniato dagli autori.
Quasi sempre i colpevoli del misfatto vanno identificati con gli artisti, gli archittetti o i responsabili politici dal dubbio gusto, o meglio dall'indubbio cattivo gusto.
Ma non sempre.
Partiamo da Verona non perché siano i due casi più clamorosi, ma perché sono i più vicini.
A pagina 44, all'interno di un capitoletto dedicato ai monumenti ai caduti, troviamo "Verona: monumento alla Sacra ruota di scorta", il monumento agli autieri,
quello davanti all'Aci in Valverde.
Come per i santi nell'iconografia sacra dell'arte classica c'é il simbolo del martirio per identificarli
(la graticola per San Lorenzo, la scure piantata in testa per San Pietro Martire, gli occhi su un piatto per Santa Lucia, ecc.)
così lo scultore ha associato una ruota per simboleggiare gli autieri.
Oddio: sembra una ruota di carro trainato da cavalli, per cui per associazione si potrebbe pensare ai cavalli,
oppure più semplicemente a Santa Caterina (mascolinizzata) che ce l'ha come simbolo, ma non sottilizziamo.
Decisamente più buffo quello che il libro ribattezza "Nasogliola", ma che noi sappiamo essere il monumento a Monsignor Chiot, cappellano delle prigioni di via Scalzi,
dove è posizionato il monumento.
Decisamente troppo magro per essere credibile, sporgente col nasone da dietro la colonna, dà una sensazione di buffo e grottesco.
Per fortuna il monumento è un po' in disparte.
Nella celeberrima favola "I vestiti nuovi dell'imperatore" nessuno ha il coraggio di ammettere di non vedere i vestiti, finchè un ragazzino, nella sua somma semplicità,
non si mette ad urlare "Il re è nudo!" dando un vigoroso scossone ai presenti.
Così mi immagino alle inaugurazioni i presenti annuire ammirati ai capolavori, tranne poi al primo scossone ammettere che forse quel 2% del bilancio comunale che
l'amministrazione deve spendere per abbellire la città, beh ... forse si doveva impegare in altro modo.
In conclusione: il sindaco e la giunta passano alla storia per quelli che hanno approvato l'obbrobrio, mentre ci si meraviglia che lo scultore che magari aveva già
opere più meritevoli al suo attivo abbia potuto compiere un siffatto misfatto. Ovvero ci hanno rimesso i cittadini e i visitatori, ma ci hanno rimesso anche
l'artista e il politico: è chiaro che siamo nel riquadro in basso a sinistra della classificazione del Cipolla.
Così è anche per la meravigliosa piazza Matteotti a Catanzaro, detta anche la piazza con le Palle, così è anche per il molto somigliante ritratto di Pertini,
anche se forse la palma d'oro spetta alle archittetture della nuova "Gibruttina" (da non confondere con la vecchia Gibellina azzerata dal terremoto).
Naturalmente siamo evoluti: se il libro fosser ristampato oggi, credo che la copertina se la guadagnerebbe il "monumento al camionista" di Bologna,
di costruzione relativamente recente. Anche se il "monumento alla salama da sugo" di Ferrara, così simile ad un Ufo, avrebbe da dir la sua.
Situazione molto diversa invece per "Bomba Abruzzo: Ponte", che potremmo definire più correttamente "Ponte mancato" visto che manco a volerlo si potrebbero
ricongiungere le due estremità. Così come per la stazione di Vigna Clara-Farneto, simpaticamente ribattezzata la stazione del "O-nient Express" visto che
dopo l'inaugurazione non ha mai funzionato.
O come per la piscina di Caluso, parzialmente crollata e in abbandono. O come per i famosissimi condomini "Le Vele", progettati seppur arditamente con decoro,
ma mal declinati nella realtà di una zona che si voleva rivalutare, risanare, ma per la quale non si è fatto nulla a parte contruire i condomini.
Insomma per tutti questi casi intuitivamente si può pensare, anche se non dimostrare, più a qualcuno che ne ha tratto profitto per sé a scapito della collettività.
Ovvero siamo nel riquadro in basso a destra del Cipolla.
In tutto il libro, comunque valutiamo le opere o la loro posa in opera, ricadiamo inevitabilmente nei due riquadri in basso, con grande onta e umiliazione per chi,
come lo Stoppani, pensava di vivere nel "Bel Paese".
Francamente anche ricorrendo al "so bad it's good", anche a voler fare i giovani salmoni del trash per dirla con Labranca, c'è poco da salvare.
Ma c'è molto da aggiungere: possiamo ancora sperare in un seguito del libro.
Autore: Carlo M. Cipolla |
Autore: Fabio Di Jorio, Marco Messeri |
--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Galleria di immagini (cliccare sulle anteprime per vedere la foto corrispondente)
--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
* HOME * | * LIBRI * |