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Le celebrazioni misteriche dovrebbero essere eventi indimenticabili,
che proiettano le loro ombre sull'intera vita futura dell'individuo,
creando esperienze che trasformano l'esistenza.
(Aristotele citato da Danny Sugerman nell'introdzione a "Le canzoni del Re Lucertola")
Ultimo aggiornamento: 26 Giugno 2021 (Messidor - Échalotte)
Wake up!
Il 3 Luglio 1971, cinquant'anni fa, in Rue Beautreillis 17 a Parigi moriva
Jim_Morrison, poeta, cantante, autore, leader carismatico del gruppo rock
The Doors.
Mi rendo conto che non sto trattando di libri particolarmente insoliti come cerco di fare usualmente, ma un anniversario così importante non poteva passare inosservato.
Il "Re Lucertola" è in assoluto uno dei più famosi protagonisti
della musica rock, ma soprattutto una delle figure più carismatiche che con la sua prematura scomparsa (è uno dei membri più famosi del
Club 27) è assurto a mito, e questo non solo per le generazioni dell'epoca.
Mi limito a segnalare tre libri, diversi tra loro, che presi insieme danno però un ritratto completo di questa figura unica nel campo della musica leggera.
Le canzoni di Re Lucertola
Questo è il classico libro con i testi delle canzoni. Chissà se qualcuno compra ancora questo genere di libri, in un'epoca in cui basta un click per avere il testo della canzone desiderata
e un copia-incolla per avere una traduzione (diciamo pure creativa) da Google Translate.
Precisiamo subito che quando parliamo specificatamente di canzoni, bisogna riferirsi ai Doors, perché non tutti i testi sono di Jim Morrison e
perché la magia delle loro musiche è realmente il frutto di una perfetta collaborazione e di una perfetta intesa terminata solo con la morte di Jim Morrison.
Questo viene ben spiegato nella mirabile introduzione di Danny Sugerman
nel libro in oggetto.
Danny non è stato un fan qualsiasi: folgorato sulla via di Damasco ad un concerto dei Doors all'età di dodici anni, è stato quasi adottato dal gruppo,
e in particolare da Jim Morrison, fino a diventarne il manager dopo la morte di Jim nel 1971.
Ha scritto anche dei libri su di loro, ma con le succitate poche pagine introduttive riesce a dare un'inquadratura completa e molto colta.
Anche le altre pagine di commento inframmezzate ai dischi sono interessanti. Paul Nelson, Paul Williams, Paul Rohtchild (il loro produttore), Harvey Perr
e John Stickney presentano punti di vista importanti, ma Danny Sugerman con una mirabile sintesi riesce ad andare dritto al punto: non è solo Rock 'n Roll!
Per me non si è mai trattato di un'esibizione, una cosiddetta performance. Era una questione di vita o di morte - un tentativo di comunicare, di coinvolgere molte persone nel privato mondo del pensiero.
Questa frase ripresa dall'ultima intervista di Jim Morrison rilasciata a Parigi la dice lunga sull'inesauribile fama dei Doors,
nonostante, a detta di tutti quelli che hanno avuto la fortuna di partecipare ai loro concerti, la differenza tra il partecipare all'evento dal vivo
fosse tutta un'altra cosa rispetto all'ascoltare la loro musica riprodotta.
Un'ultima nota, le foto: sono numerose, belle, e qualcuna forse "inedita", insomma non rintracciabile in Internet.
Notte americana - ultime poesie inedite
Se le canzoni dei Doors sono frutto dell'alchimia con cui si sono fusi i quattro componenti, le poesie di Jim Morrison sono proprio sue:
deliranti visioni dove risonanti immagini colpiscono come magli.
"We welcome you to our / Procession", "Vi diamo il benvenuto nella nostra processione"!
Entrate pure in questa "Elecric storm", in questa tempesta elettrica, ma non aspettatevi i testi delle canzoni.
O meglio: ci sono anche quelli, ma le poesie sono poesie vere.
Jim Morrison lavora con le parole, con le immagini, con gli animali, con gli elementi della natura.
Come dice lui, le sue sono "Translations of the divine / in all languages", "Traduzione del divino / in tutte le lingue".
Varcando le porte della percezione le immagini si confondono, ingannano, o forse sono più vere rispetto alla caverna
(quasi certamente un riferimento a Platone): "In this dim cave / we can go no further", "In quest'oscura caverna / oltre non si può andare"
(mi sono permesso di modificare la traduzione).
In questo secondo libro le immagini sono rappresentate dai manoscritti dell'autore: soluzione originale e apprezzabile.
Lo Sciamano e il Peyote
E qui si va giù pesante.
Questo è un libro su di un musicista, una rockstar, dove di musica non si parla, o meglio diciamo che la musica resta sullo sfondo, e questo poteva
succedere solo con Jim Morrison!
La vicenda è nota, o almeno dovrebbe esserlo: Jim ha raccontato in più occasioni come da piccolo, nel 1947, in automobile con la sua famiglia fossero incappati in un incidente
stradale in cui un camion giaceva rovesciato a lato della strada.
Alcuni Indiani Pueblo giacevano morti e agonizzanti, e lo spirito di uno di questi entrò in lui.
La componente sciamanica di Jim Morrison la si può vedere nei video dei concerti: quel ballare sul posto a piccoli passetti e quell'estasi mistica nel cantare
non sono scena per l'intrattenimento. I suoi concerti erano rituali, il suo scopo era risvegliare il pubblico: "Wake up!", il suo urlo "Sveglia!"
risuonava come un mantra.
E come un mantra le canzoni stesse ripronovevano le stesse frasi più volte: è una cifra stilistica che possiamo ritrovare in quasi tutte le composizioni dei Doors.
Data questa premessa era quasi inevitabile l'associazione con
Carlos Castaneda sul quale l'autore del libro,
William Mandel, fa un buon approfondimento.
L'antropologo americano andato "A scuola dallo stregone" con l'intento di approfondire le tecniche di conoscenza con l'uso delle droghe,
che poi scopre non essere necessarie, o meglio utili ma non necessarie.
Interessante anche l'associazione con uno dei poeti maledetti per eccellenza:
Arthur Rimbaud.
Con lui prosegue l'interpretazione dell'artista come visionario, come interprete della realtà altra.
In stile perfettamente nietzschiano troviamo anche quelle che il libro chiama "Le orazioni dello Sciamano Jim": pensieri isolati, considerazioni singole,
conclusioni profonde, non legate da un flusso logico eppure perfettamente coerenti: non so quanti libri le riportino.
Foto varie in bianco e nero e una piccola chicca: il libro dà qualche particolare in più sul matrimonio con una cerimonia nepoagana
Wicca, in cui "sposò" Patricia Kennealy.
Ho usato il virgolettato perché oltre a non aver avuto valenza legale, questo matrimonio sembra che non sia stato preso sul serio neanche dallo stesso Jim,
che comunque restò con la stessa compagna di sempre, Pamela Courson, l'unica testimone della sua morte insieme al medico che redasse il certificato.
This is the end, beautiful friend
Oggi è il 26 Giungo 2021: fra una settimana esatta, il 3 Luglio, saranno passati cinquant'anni dalla morte di Jim Morrison.
Molti degli entusiasti della musica dei Doors sono forse più affascinati, anche a distanza di anni, dalla trasgressione, dalle droghe, dalla musica
o dall'aspetto decisamente iconico di Jim, così come appare in tutte le fotografie.
Ignorano, forse volutamente, la grande complessità di quest'autore, la sua cultura, il suo spessore.
Ignorano o intuiscono ad un livello più istintivo: per questo forse la sua tomba di Parigi al
Cimitero di Père-Lachaise
è meta di costanti pelegrinaggi da parte di fan di tutto il mondo.
Per il mio piccolo apporto, spero solo che l'aver anticipato di una settimana questo fortemente simbolico anniversario sia servito a non farlo passare inosservato.
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Autore: A cura di Danny Sugerman |
Autore: A cura di Tito Schipa Jr |
Autore: William Mandel |
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