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Ma chissà poi se erano quelli davvero tempi tanto belli
o caroselli che giriamo per l'incertezza che culliamo
in questa giostra di figure e suoni, di luci e schermi da illusioni,
di baracconi in bene o in male, di eterne fughe dal reale

(Francesco Guccini, "Black-out")

Ultimo aggiornamento: 09 Settembre 2023 (Fructidor - Houblon)

Longwy nella Belle Époque

Di cosa si tratta - La Belle Époque - Le foto - Il capolavoro

Di cosa si tratta

Si tratta di un bel libretto fotografico del 1974, che quindi l'anno prossimo compirà cinquant'anni, con immagini della città di Longwy in Lorena, ai confini col Belgio, nel periodo della Belle Époque, quindi nei primi anni del secolo scorso.
La maggior parte delle immagini sono cartoline, alcune con tanto di francobollo sul recto, cioè sull'immagine. Di un libro analogo di cartoline ne avevo parlato anche in questa pagina, ma erano cartoline molto particolari, in questo libro invece sono cartoline più normali, anche se possono sembrare strane perché d'epoca.
Con il dilagare di Internet e in particolare dei social network abbiamo ormai perso l'abitudine a questo mezzo di comunicazione così simpatico e a suo modo culturale, che lasciava una traccia del periodo e dei luoghi alla posterità. Io credo che stiamo perdendo qualcosa di veramente importante, anche se è pur vero che fin che esisterà la rete di testimonianze in tal senso ce ne saranno anche troppe.
In comune i due libri hanno il fatto che sono stati prodotti con passione, con amore. Infatti come ci dice l'intestazione gli autori sono "des Amis du Vieux-Longwy", gli amici della vecchia Longwy.
Non stupisce poi che la stampa sia stata fatta in Belgio essendo questa complessa cittadina vicino al confine.
Ultima nota personale al volume: spero di non aver violato troppo l'avvertenza di non riprodurne le parti senza autorizzazione, innanzitutto perché non saprei a chi chiedere il permesso, poi perché si tratta solo di sette immagini con una definizione non certo professionale e infine perché questo è un sito no profit dove alla fin fine faccio pubblicità all'opera più che farne mio il contenuto (e dubito fortemente che sia stata ristampata negli ultimi decenni).

La Belle Époque

Basta il termine La Belle Époque e la mente corre subito a Parigi e ad un periodo spensierato fatto di spettacoli al Moulin Rouge con Toulouse-Lautrec che ritrae la bella Louise Weber, alle carrozze che scorrono sugli Champs-Élysées tra il passeggio di eleganti borghesi e a Marcel Proust bambino che a Bois de Boulogne spera di incontrare Gilberte.
Tutto vero e tutto bello ... per l'alta borghesia. Per il popolo, e quindi per le piccole cittadine di provincia a vocazione militare e industriale come Longwy le cose andavano un po' diversamente. Come ci dice l'introduzione del libro infatti:

Le visiteur étranger au monde de l'acier etait déja frappé a la "Belle Epoque" par le voile de fumées répandues sur la vallée de la Chiers et la féérie nocturne des poche de crasses incandescentes. Spectacle grandiose certes, mais le terme "Belle Epoque", ici mieux qu'ailleurs appelerait des réserves. J. B. Duroselle, professeur à la Sorbonne, dans l'ouvrage recent qu'il vient de consacrer à cette période n'a pas manqué de les formuler. La "Belle Epoque" à Longwy c'est peut-être le café-concert Vilmain, les guinguettes, ou encore la "Chanson del Longwy" créée en 1908 par le chansonnier George Milton, alors en garnison dans la place, mais pour la grande majorité c'est avant tout, un travail quotidien pénible, souvent dangereux, rendu encore plus rude, par suite de conditions matérielles précaries, pour les ouvriers étrangers migrants instables.

Già nella “Belle Epoque” il visitatore estraneo al mondo dell'acciaio veniva colpito dal velo di fumo che si stendeva sulla valle del Chiers e dalla magia notturna di sacche di terriccio incandescente. Uno spettacolo grandioso, certo, ma il termine "Belle Epoque", qui meglio che altrove, richiederebbe riserve. J. B. Duroselle, professore alla Sorbona, nel recente lavoro che si appresta a dedicare a questo periodo, non ha mancato di formularle. La "Belle Epoque" a Longwy è forse il caffè-concerto Vilmain, le guinguettes, o anche la "Chanson del Longwy" creata nel 1908 dallo "chansonnier" George Milton, allora di stanza sul posto, ma per la grande maggioranza è stato soprattutto, un lavoro quotidiano difficile, spesso pericoloso, reso ancora più difficile dalle precarie condizioni materiali, per i lavoratori stranieri migranti precari.

Le foto

I più accorti tra i quattro o cinque coraggiosi che sono arrivati a leggere fino a questo punto, avranno anche già cliccato su il link di Wikipedia che ho proposto sopra, e quindi sapranno che questa cittadina è una delle dodici fortificazioni di Vauban iscritte nella lista dei Patrimoni dell'Umanità UNESCO.
La vocazione militare è chiara ed emerge anche da diverse foto del libro, non solo per le immagini delle fortificazioni, ma anche per quelle dei militari. Sotto ne ho dato solo un assaggio, ma ce ne sono diverse.
Una seconda vocazione del territorio è quella industriale: come diceva la citazione estrapolata dall'introduzione che ho riportato sopra, le acciaierie spiccano nel panorama. E di conseguenza spicca pure la classe operaia, fatta anche da italiani immigrati: evidentemente non tutti sono arrivati fino in Belgio, come i genitori di Claude Barzotti che purtroppo ci ha lasciato il 24 giugno scorso e che da figlio di immigrati cantava "J’ai la mémoire de mon espèce / je suis rital et je le reste / J’aime les amours de Verone / les spaghettis, le minestrone" (ho la memoria della mia specie / sono rital e tale rimango / amo gli amori veronesi / gli spaghetti, il minestrone).
Ovviamente però non ci sono solo fortificazioni, militari, industrie e operai: ci sono anche immagini di cittadini, delle vie e delle manifestazioni, degli eventi pubblici. Insomma sfogliare il libro è un viaggio nel tempo a tutto tondo nella cittadina di Longwy!

Il capolavoro

L'immagine che da sola meritava l'acquisto del libro (capirai per 8 Euro) è l'ultima che riporto qui sotto.
In un posto di confine come Longwy era inevitabile che ci fosse un'attività di contrabbando, quella micro-illegalità che più che far danno allo stato aiuta le classi più povere a sopravvivere. Nella fattispecie le signore che attraversavano il confne si imbottivano gli abiti per nascondere la merce durante le perquisizioni, dato che all'epoca non cerano donne doganiere che potevano andare fino in fondo.
L'immagine colpisce subito per un particolare clamoroso: tutti sorridono!
La fotografia all'epoca era una cosa seria, per cui ci si metteva in posa serissimi e impettiti. Come recitava Gozzano ne "L'amica di Nonna Speranza": "Quel giorno - malinconia! - vestivi un abito rosa / per farti - novissima cosa! - ritrarre in fotografia...".
Nella nostra foto invece tutti se la ridono: i doganieri probabilmente per l'imbarazzo della situazione, le signore forse perché già sanno che la faranno franca, forse per il solletico o forse per la soddisfazione (vista la probabile età) di godere ancora delle attenzioni di baldi giovanotti.



Autori: Association des Amis du Vieux-Longwy
Titolo: Longwy à la Belle Époque
Tipologia: brossura
Dimensioni: 21 x 15 cm
Pagine: 166
Editore: S.P.R.L. SODIM
Anno di pubblicazione: 1974
Prezzo: 8 € (usato)

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