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Ultimo aggiornamento: 29 Aprile 2020 (Germinal - Aulne)

Un turista nel mondo delle ombre: gli sceneggiati di Daniele D'Anza

Introduzione 1: i libri

In generale parlare di un libro rappresenta anche l'occasione di parlare di altri argomenti ad esso collegati. In questo caso abbiamo un acclarato esempio di autopubblicazione: Umberto Eco ne "Il pendolo di Focault" li chiama APS, Autori a Proprie Spese.
I piccoli editori tradizionalisti li hanno in uggia: affidare un libro ad un editore vuol dire umilmente sottoporsi a una selezione, affidarsi ad una professionalità che consente di migliorare il libro, eccetera (cercate in Internet e troverete filippiche complete sull'argomento).
Qualche maligno potrebbe pensare che autopubblicarsi significhi eludere la professionalità (e il business) degli editori ricordando che anche autori famosissimi hanno seguito questa strada.

A mio avviso potremmo ricondurre i motivi che spingono a scrivere, pubblicare e diffondere un libro a questi tre.
1) Perché si ritiene di avere qualcosa di interessante, di bello o di utile da comunicare agli altri, e questo dovrebbe essere l'unico motivo, ma ahimè non è così.
2) Per far soldi: così nascono soprattutto romanzi facili, di intrattenimento, attualmente scritti e pensati come sceneggiatura per un film. Se si fa il film si fa il botto, e chi se ne frega se poi la sceneggiatura tradisce il romanzo.
3) Per vanità: questo è il vero cancro dell'editoria. Abbiamo un disperato bisogno di alberi per contrastare la CO2, non è il caso di abbatterli per stampare libri inutili e, ancor peggio, irritanti.

Quindi è assolutamente vero che una selezione sarebbe meglio farla, ma se andiamo ad una fiera di libri della piccola editoria vediamo che nella grande maggioranza dei casi si rientra nella terza casistica.
"Buongiorno, sono l'Autore", "Ah! interessante ...".
"Visto che prende il libro, c'è anche la possibilità di farlo firmare all'autore", "No grazie non mi interessa", "Ma guardi l'autore è quello lì: può firmarglielo senza problemi", "No grazie non mi interessa", "Sa ... farebbe piacere all'autore firmarglielo ...".
Abbiamo un'offerta che supera di gran lunga la domanda, abbiamo tutti i libri stampati finora, alcuni importantissimi se non essenziali, abbiamo una CO2 da contrastare piantando alberi e non tagliandoli, abbiamo "autori" che scrivono un libro avendone letti dieci in tutta la loro vita, abbiamo più editori che lettori. Insomma: la crisi dell'editoria che fa un gran parlare di sè in questi giorni andrebbe un attimo discussa seriamente.
Specie quando ci si imbatte in un libro autoprodotto che la fa in barba agli editori.

Introduzione 2: gli sceneggiati

Quanta nostalgia per quei prodotti a basso costo ed alta qualità della vecchia RAI. Quanta nostalgia per quel bianco e nero portatore di storie di alto livello e per quegli attori, mai dimenticati, di altissima levatura e preparazione. Eppure per loro non c'è più posto da molto tempo nè alla televisione nè in altri circuiti.
Il principio che governava gli sceneggiati era di avere il massimo contenuto ad un costo minimo. Erano in pratica una via di mezzo tra il teatro e i film. La loro epoca d'oro è senz'altro quella degli anni 70, prima erano un pò ingessati sui grandi classici e, diciamocelo, un po' noiosi. Dopo negli anni 80 hanno cominciato ad assomigliare ai film, mi sembra che ci sia stata forse un po' più di disponibilita di risorse, ma stavano diventando qualcosa di diverso, non erano più loro.
Negli anni 70 invece c'è stato un proliferare di idee nuove, di trame più aggiornate, di scene ardite (insomma ... relativamente) scappate alla censura. Perfino Dario Argento si è cimentato dando prova che la bravura, l'ingegnosità e il colpo di scena non dipendono dagli effetti speciali.
E qui si inserisce il genio, purtroppo dimenticato, di Daniele D'Anza. Ma per nostra fortuna a ricordarcelo ci ha pensato il nostro Luca Venzano.

Questo libro

Questo libro è fatto bene, a differenza di tanti altri fatti con una supervisione editoriale di alta professionalità. A dire il vero andando a vedere il sito ilmiolibro.kataweb.it i servizi editoriali ci sono eccome: non so se l'autore ne abbia usufruito, ma non ha importanza.
Questo libro colma una lacuna vergognosa:

Per incredibile che possa sembrare, Daniele D'Anza, un uomo che letteralmente ha fatto la storia della televisione italiana, non è mai stato oggetto di uno studio serio; questa che state leggendo - lo dico con un po' di vergona - è la prima monografia sul regista che sia stata mai scritta.

Che dire? Per fortuna ci sono gli APS!
Nella premessa oltre alle considerazioni su quanto poca bibliografia si possa reperire, c'è un po' la storia di come sia nato il libro, cioè principalmente dal web, e quali esigenze intenda soddisfare. Tornando alle considerazioni iniziali, l'autore non ha messo la sua foto sul retro di copertina, non l'ha scritto per vanità, nè tantomeno per arricchirsi.
C'è un'inevitabile biografia dell'uomo Daniele D'Anza, che dopo una laurea in scienze politiche ha iniziato una carriera di regista teatrale e sceneggiatore, per approdare infine quasi per caso alla regia televisiva. Se come regista cinematografico puro non ha lasciato il segno, in compenso ha dato un contributo significativo anche alle musiche dei suoi sceneggiati (questo lo trovo nel libro ma non in Wikipedia).
Sceneggiati fantastici a parte, ha anche diretto numerosi gialli, tra i quali ricorderei quelli tratti dai romanzi di Francis Durbridge: "Paura per Janet" (1963), "Melissa"(1966) e "Giocando a golf una mattina" (1969).
Infine, ma siamo ancora all'inizio, c'è un bel excursus storico e tecnico sugli sceneggiati in generale.
Poi si entra nel vivo: per ciascuno dei tre sceneggiati che l'autore classifica rigorosamente come fantastici "gotico-psicologici", c'è una scheda completa, veramente completa. Stiamo parlando de "Il segno del comando" che probabilmente possiamo considerare il capolavoro di D'Anza, "ESP" e "L'amaro caso della baronessa di Carini".
Ci sono le date di programmazione, la durata, il soggetto, il cast (completo!), la trama (dettagliata), un'analisi, altri dati caratteristici, gli strascichi culturali, una corposa rassegna stampa e altro ancora. Insomma non viene tralasciato niente, e l'accuratezza e la meticolosità trasudano dalla passione per queste opere.
Seguono altre due schede di sceneggiati fantastici ma non "gotico-psicologici". E qui c'è forse l'unico rimprovero che muovo al libro: sarebbe stato bello dare un po' più di spazio anche a "Extra" e a "I racconti fantastici".
In particolare il primo dei due è un capolavoro assoluto di sceneggiatura e regia. Con l'assoluta assenza di effetti speciali "Extra" racconta una vicenda tratta dalla cronaca, di un rapimento alieno, riuscendo a trasmettere al meglio la sensazione di inquietudine, se non di angoscia, provata dai protagonisti ma anche dai cittadini di Pascagoula (Missisipi).
In chiusura rassegna stampa su Daniele D'Anza, il "dicono di lui", bibliografia, videografia ed elenco delle regie.

In conclusione

In quell'ambiente anarchico degli APS ci sono libri che meriterebbero molto di più, quantomeno come distribuzione e come visibilità, e questo ne è un esempio.
Ovviamente stiamo parlando di un argomento di nicchia, le possibilità di arrivare al grande pubblico sono pressochè nulle. Però quanti libri, soprattutto della piccola editoria ma non solo, vengono pubblicati con le stesse aspettative? E perché si pubblicano? "Ma non è solo per fini di lucro, visto che alla fine l'attività editoriale resta a bassa redditività e perfino un filo mecenatesca" ci insegna Cesare De Michelis.
Gli sceneggiati poi non c'è speranza che possano piacere a un pubblico più giovane, che non li ha vissuti in prima persona. Eppure erano cuturalmente elevatissimi, ben recitati, ben diretti e molto vari come sceneggiature e tematiche trattate. Però nell'era delle serie tv di Netflix, con abbondanti effetti speciali e trame standardizzate su un pubblico addomesticato, la qualità dei contenuti non può prevalere.

Autore: Luca Venzano
Titolo: Un turista nel mondo delle ombre
Tipologia: brossura
Dimensioni: 12x18
Pagine: 112
Editore: Gruppo Editoriale L'Espresso (libro pubblicato dall'autore)
Anno di pubblicazione: Febbraio 2012

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