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"Qui siamo tutti matti. Io sono matto. E anche tu sei matta".
"Come fai a dire che io sono matta?" domandò Alice.
"Devi esserlo" le rispose il Gatto.
"Altrimenti non saresti arrivata fin qui".
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"Tutte le cose hanno una morale: basta saperla trovare".
(Lewis Carrol, "Alice nel paese delle meraviglie")

Ultimo aggiornamento: 21 Ottobre 2023 (Vendémiaire - Tonneau)

Pigmeo: un libro irriverente, fuori di misura, divertente

Logico e assurdo - La trama (in tutti i sensi) - La struttura - Il linguaggio - Il politicamente scorretto - Genere romanzo / Sottogenere satira

Logico e assurdo

"Pigmeo è un romanzo di Chuck Palahniuk del 2009", e con questo apro e chiudo citazioni e link a Wikipedia: nei link si trova una sintetica spiegazione ufficiale sicuramente più precisa e corretta di tutte le sciocchezze che scriverò.
Pigmeo è un romanzo, è stato probabilmente un best seller, è di un autore di chiara fama internazionale (Palahniuk è famoso per "Fight Club" da cui è stato tratto l'omonimo film), insomma non dovrebbe stare insieme ad una raccolta di libri strani, diversi, fuori standard. Eppure questo libro è tutto ciò.
Se analizziamo i singoli elementi che lo compongono sconfiniamo nella più completa assurdità, esagerazione, provocazione, stranezza, crudezza; però mettendo tutto assieme alla fine come Polonio dobbiamo ammettere che "sebbene questa sia una follia, tuttavia c'è del metodo in essa".
Sezioniamo quindi Pigmeo nei vari elementi seguendo la moda dei piatti destrutturati, evidenziandone così le bizzarre (ma non del tutto originali) caratteristiche, per poi ricomporlo e accorgerci che i folli forse siamo noi.

La trama (in tutti i sensi)

La trama è rappresentata dalla storia del protagonista che assieme ad altri trama un'operazione di terrorismo, quindi possiamo dire forse che è una doppia trama, e quindi è una trama in tutti i sensi.

Da un non precisato stato comunista totalitario arrivano in una non ben precisata città dell'Oklahoma il protagonista insieme ad altri ragazzini tredicenni per un'esperienza di vacanza studio presso le famiglie. Questo ufficialmente, perché in realtà tutti i ragazzini sono delle spie, agenti segreti super addestrati che devono portare avanti l'operazione "Caos" ("Havoc", cioè disastro, caos, nell'originale inglese). La famiglia che accoglie "operativo me" come si definisce il protagonista, tecnicamente l'agente 67, è la classica famiglia borghese: padre, madre e due figli, un ragazzo e una ragazza. Ma anche per questa famiglia apparentemente standard, che sembra uscita da una rivista patinata anni '50, vedremo che non tutti sono esattamente quello che vogliono sembrare.
L'operazione Caos dovrebbe consistere nell'ingravidare quante più ragazze possibile e nel portare avanti un attentato terroristico, ma i sentimenti che il regime credeva di aver cancellato in questi ragazzini, nell'agente '67 emergono e prevalgono sulla missione. E in particolare l'innamoramento con "Sorella gatto" sarà decisivo.
Detta così sembrerebbe banale, quasi un dejà vu: un terrorista infiltrato nella buonissima America si innamora e recupera il buon senso. In realtà non è esattamente così.
Innanzi tutto gli USA vengono mostrati, descritti e analizzati con un occhio comunista, ma ancor prima che comunista potremmo dire con un occhio diverso, da una cultura totalmente aliena, da una parte scevra di pregiudizi e dall'altra pesantemente guidata dall'indottrinamento. Quelli che anche per noi europei sono comportamenti, luoghi, atteggiamenti comuni, condivisibili o facilmente empatizzabili, per il protagonista sono alieni, certamente preannunciati quindi non sono fonte di stupore, ma nella descrizione "operativo me" ci invita a guardali con un altro occhio.

La struttura

Wikipedia definisce questo romanzo come scritto in forma epistolare, ma personalmente mi sembra un massimalismo fuorviante. Non si tratta una serie di lettere, di missive che trasmettono anche emozioni e stati d'animo come ad esempio per il "Dracula" di Bram Stoker, ma di dispacci, e che quindi in teoria dovrebbero essere freddi resoconti per i superiori, ma che si evolvono poi in qualcosa di sempre più umano e sempre meno "macchina di distruzione". Più che di forma epistolare potremmo paragonarlo a quei romanzi scritti come giornale di bordo di una nave.
E' inevitabile poi notare una clamorosa contraddizione sulla natura di queste comunicazioni: come rapporti ai superiori dovrebbero riportare solo fatti e impressioni di quel momento, in realtà a questi rapporti si alternano anche "dispacci" di flashback, di analessi. E' chiaramente un espediente narrativo che consente all'autore di consolidare il personaggio dando un senso a quel che accade, perché ovviamente il presente è anche figlio del passato, delle scelte fatte, della formazione avuta, degli avvenimenti che hanno segnato la persona. Però l'effetto (diciamo così) estetico è quello di straniamento: questi capitoli di ricordi infatti come dispacci non hanno senso.
Altro elemento strutturale sono le citazioni, che sono distribuite una per capitolo e vengono ribadite due volte: la prima è inserita nel flusso di pensieri del narratore (non saprei come altro definirlo) e la seconda vengono formalmente dette ad alta voce da qualcuno. La parte dirompente è che le citazioni sono quasi tutte dei più famosi, anzi famigerati, dittatori. Però allo stesso tempo sono frasi che considerate di per sé, senza essere associate all'autore, hanno una loro dignità, sono frasi di buon senso.

Il linguaggio

Wikipedia sia in inglese che in italiano lo cataloga come engrish, ma personalmente lo trovo riduttivo. Non si tratta di un inglese elementare leggermente scorretto: il linguaggio con cui è scritto il libro è totalmente sgrammaticato, oserei dire che "alla lingua di Yoda la lingua di Pigmeo assomiglia", non perché segua la grammatica Yodana di "Oggetto-Soggetto-Verbo", ma nel senso che stravolge le regole della grammatica.
E qui ci vorrebbe un applauso al traduttore che, non ci si scappa, o si è divertito come un matto o ha tirato giù tutti i santi del paradiso per cercare di rendere in italiano quella strana cosa. Ritorna alla mente Umberto Eco nel commento del traduttore ignorante a "Finnegans Wake": "Rimando l'opera, perché ci deve essere stato un errore: io sono il traduttore dall'inglese".
Sintassi a parte ci sono anche alcuni termini, alcuni sostantivi che non vengono usati direttamente, ma sono sostituiti da una loro descrizione maliziosamente ingenua e pungente.
Ad esempio quando viene portato in chiesa: "arrivo a struttura distribuzione propaganda di religione di città ******. [...] Per verbale ufficiale, quando fa bancarotta, vecchio centro distribuzione al dettaglio [...] reincarna in tempio d'adorazione".
E quando viceversa arriva alla nuova "nuova struttura distribuzione prodotti a dettaglio" ci tiene a puntualizzare il meccanismo perverso: "A scopo cronaca: durante inverno americano, gioventù sottoposta a livelli coercitivi d'insegnamento; durante estate, gioventù americana sottopone a centro commerciale". Come dargli torto?
C'è contrasto clamoroso tra il linguaggio e la preparazione di base dell'agente 67, di "operativo me": il test di ammissione che aveva inconsapevolmente fatto a quattro anni e con cui è stato selezionato, aveva una complessità superiore a quello di ammissione alla facoltà di medicina qui in Italia (e su ciò in questo periodo le battute si sprecano). Ma anche sulla lingua inglese nello specifico il nostro eccelle vincendo la gara di spelling della scuola dov'è inserito. Quindi perché sbaglia la grammatica completamente?
E' chiaro che l'espediente serve a rallentare la lettura, costringe a pensare a ciò che si sta leggendo fosse anche solo per tradurlo, ma soprattutto ribaltando completamente ogni schema costringe a rimettere in discussione molte cose che diamo per scontate. E non è poco.

Il politicamente scorretto

Cosa c'è di politicamente scorretto in questo libro?
Praticamente tutto!
Partiamo dal titolo che rappresenta il soprannome dato dal protagonista dalla famiglia WASP che lo accoglie: il riferimento è chiaramente denigratorio nei confronti dell'altezza e non ha nulla a che vedere col nobile popolo africano. Ma ancora, come se non bastasse, il senso offensivo viene sottolineato in particolare nel momento in cui si vuole elogiare il comportamento del protagonista:

Montato sopra altare di adorazione, ospite padre vacca dice: "Poco tempo fa un giovane uomo è venuto a noi, sporco, cencioso, puzzolente come i fuochi di guano che nella sua terra primitiva si usano per cucinare". Dice: "Questo ragazzo è venuto a noi come orfano, frutto di un'orribile, arretrata cultura impantanata nel fallimento di un esperimento sociale e di una politica sbagliata risalente a molto tempo fa".
[...]
Disposizione di tutte videocamere sposta così che centra sopra faccia di operativo me".
"Questo povero rifiuto umano" dice ospite padre "rifiutato dall'indifferenza della burocrazia socialista ..."

E così via.
Arriviamo quindi all'esergo, all'epigrafe che introduce al romanzo: "Chi possiede la gioventù possiede il futuro", bella, elegante ... autore Adolf Hitler, o meglio secondo le buffe definizioni che dà di volta in volta: "imperatore malvagio, provetto imbonitore Adolf Hitler". Sempre dello stesso imbonitore troviamo poi: "I grandi bugiardi sono anche grandi maghi" e, forse la più adatta all'individuo: "L'epoca della felicità individuale è tramontata".
Ovviamente non possono mancare il "benevolo governante, severo dittatore Augusto Pinochet" con un'adeguata citazione "A volte la democrazia necessita di essere lavata nel sangue" (e mi sembra che sia stato parecchio coerente), e lo "estremo re sceriffo Benito Mussolini" con un altrettanto adeguata "E' umiliante stare con le mani in mano mentre gli altri scrivono la storia".
Ovviamente non solo da destra si esercita la dittatura e si fanno colpi di stato, quindi troviamo anche citazioni di "bellicoso visionario Vladimir Lenin, eroico autocrate", di "despota di ideologia, focoso oratore Lev Trockij" e di "onorato ribelle, tenace rivoluzionario Che Guevara".
Potrebbe mancare il sesso? Ovviamente no, a patto però che sia completamente, fastidiosamente scorretto: dallo stupro omosessuale alla mamma che sottrae le pile del dispositivo antistupro della figlia per inserirle nel proprio vibratore, senza farsi mancare incursioni nella pedofilia.
Ma nel politicamente scorretto, anzi ironicamente insultante, Pigmeo batte tutti:

Maschio predatore, assassino di braccio di questo agente dice: "Piacere di conoscerti Pigmeo". Dice: "Sono il reverendo Tony".
Bocca di operativo me dice: "Felice di incontrato, scaltro adescatore di superstizione".
Bocca di operativo me dice: "Com'è la tua salute, pupazzo di Satana?".
Capo di adorazione muove fronte e alza sopra occhio striscia di pelo in forma di arco. Diavolo Tony preserva sorriso. Dice: "Questo giovanotto deve migliorare un po' il suo inglese".

Genere romanzo / Sottogenere satira

Wikipedia è tranchant: si tratta di una satira, e chi sono io per dire altrimenti?
Quindi se consideriamo singolarmente tutti gli aspetti di cui sopra, sembrerebbe di avere a che fare con un romanzo a dir poco disturbante. Ma se consideriamo che tutti questi elementi sono legati dalla potente corda della satira, si può capire perché la lettura è piacevole, non leggera nel significato ma nella forma senz'altro sì.
Per rendere l'idea possiamo fare un paragone con un film piuttosto famoso riferendoci a "Borat - Studio culturale sull'America a beneficio della gloriosa nazione del Kazakistan": direi che le due opere hanno veramente parecchi punti in comune.
Lo scopo evidente mi sembra quello di rivalutare situazioni e atteggiamenti senza ipocrisie o sovrastrutture che falsino la realtà anche se la definizione data dall'autore è che si tratta di una storia d'amore: forse voleva dirci semplicemente che l'amore vince sempre.
O almeno così speriamo.

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Autori: Chuck Palahniuk
Titolo: Pigmeo
Tipologia: Brossura
Dimensioni: 12 X 19 cm
Pagine: 224
Editore: Mondadori
Anno di pubblicazione: 2017 (prima ed.it. 2009)
ISBN: 978-8804685302
Prezzo: Euro 13

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