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You know, a long time ago being crazy meant something.
Nowadays everybody's crazy.
Tempo fa essere pazzi significava qualcosa.
Al giorno d'oggi invece sono tutti pazzi.
(Charles Manson in un'intervista condotta da Dianne Sawyer, 1994)
Ultimo aggiornamento: 29 Maggio 2021 (Prairial - Faulx)
Charles Manson la star
Mi piace pensare che su questo sito capitino anche dei giovani che, nonostante la mole di articoli, libri, film, documentari e serie tv, potrebbero non sapere bene chi è
Charles Manson, uno dei protagonisti più controversi degli
anni '60.
Come premessa, per inquadrarlo, ricorderò che prima dei fatti che lo resero famoso, Charles Manson aveva avuto un passato burrascoso che l'aveva portato dentro e fuori le galere di vari stati,
permanenze certamente proficue alla reintroduzione sociale visto che come ci dice la solita
Wikipedia:
"Nel penitenziario di Terminal Island venne a contatto con detenuti da cui con interesse apprese dei metodi per avviare alla prostituzione e gestire le donne squillo,
conoscenze che Manson mise a frutto in un periodo di libertà in cui reclutò alcune ragazze per diventarne il protettore."
E non solo: "Durante gli anni trascorsi in carcere, e in particolare a McNeil Island,
Manson si dedicò accanitamente allo studio di necromanzia, magia nera, esoterismo massonico, chirosemantica, scientologia, motivazione subliminale e ipnotismo".
Ma il vero Manson, quello più famoso, nasce nel 1967 quando a 32 anni comincia a fondare la
"Manson Family", ovvero a radunare in vero stile
hippy un gruppo di giovani (soprattutto ragazze)
attorno a sè, alla sua figura carismatica.
L'idillio di sesso, droga e rock 'n roll (Manson era anche chitarrista e compositore) si concretizza dapprima nel girovagare in un classicissimo furgone hippy
Volkswagen T1 per poi stabilirsi definitivamente
allo Spahn Ranch.
Da qui furono partorite le due stragi per cui Manson è diventato famoso (o famigerato) a livello mondiale:
l'eccidio di Cielo Drive dove, come è ben noto,
fu uccisa Sharon Tate, moglie del regista Roman Polanski,
e gli omicidi LaBianca.
Tutti gli omicidi erano stati eseguiti da i membri della "Family", ma fu provato anche che Manson materialmente non ne aveva eseguito neanche uno e fu condannato sostanzialmente come
mandante, ispiratore, ideologo. Solo l'abolizione della pena di morte in California nel 1972 salvò lui e gli altri dall'esecuzione a cui erano stati condannati.
"I vostri bambini"
Si tratta di un libriccino della graziosa e preziosa collana "Millelire",
il cui nome derivava dal prezzo di copertina (nel nuovo millennio credo sia diventata "1 euro").
Prima o poi dedicherò una pagina ad alcuni esempi di questa collana molto diffusa in libreria negli anni '90, convertita oggi in e-book.
Il testo è né più né meno che l'arringa difensiva, o meglio la dichiarazione finale di Manson al suo (ultimo) processo, e infatti inizia con il fatidico "Ha nulla da dire?" del giudice.
Nel complesso Manson, pur tenendo delle logiche incontestabili, parla a braccio, a volte si ripete e potrebbe sembrare che improvvisi ma non è così.
Quindi per meglio capire il suo discorso lo analizzo suddividendolo in quattro aspetti.
1) Chiamiamolo per comodità il primo "J'accuse".
Non credo che Manson conoscesse l'editoriale di Zola, più volte ammette di essere "stupido" dove nel contesto il termine si potrebbe anche interpretare come "ignorante", "poco colto",
eppure il senso delle sue accuse è il medesimo di quello rivolto da Zola per descrivere
l'Affare Dreyfus.
Manson si presenta per quello che è: uno che in seguito ad un'infanzia difficile è stato più volte in galera.
Il sottinteso (ma neanche tanto) è: che razza di società è che permette che un bimbo cresca in queste condizioni? Fa la felicità dei lacaniani lamentando della mancanza della figura
paterna e di come l'aveva cercata ovunque, anche in galera.
Presa superficialmente potrebbe sembrare una linea difensiva banale, forse efficace a fronte di un furto d'auto, ma lo è sicuramente meno a fronte di efferati omicidi.
Il punto è che non è una linea difensiva: Manson si dà per spacciato, non sta cercando di impietosire i giurati; è un abile manipolatore sa che non funziona,
e infatti si lamenta che più volte li ha guardati ma loro non hanno mai guardato lui.
2) Il secondo "J'accuse" parte dall'espressione "i vostri bambini".
Se prima aveva sparato con un piccolo calibro, qui tira fuori l'artiglieria pesante: prima ha presentato sè stesso come facente parte dello strato più basso della società,
adesso sottolinea come tutti gli altri componenti della famiglia fossero ragazzi (nettamente più giovani di lui) della media borghesia.
"Loro sono venuti da me, non li ho cercati io. Io li ho solo accolti.
Com'è possibile che volessero scappare da voi? Cosa avete fatto? Cosa c'è di così clamorosamente sbagliato in questa società?
L'accusa socio-politica è così forte che l'editore, Stampa Alternativa, l'ha scelta come titolo per quest'edizione.
3) L'ultima parte dei "J'accuse" è forse l'unica difesa vera e propria che propone in un disperato tentativo di salvezza: l'impianto accusatorio si basa esclusivamente
su delle testimonianze, per forza di cosa, di parte.
Non dimentichiamoci che a questo punto del processo era stato stabilito con certezza chi aveva ucciso chi: nei confronti di Charles Manson si poteva cercare solo di
stabilire una colpa morale con cui alleggerire le responsabilità dei figli della borghesia spostandole sulla feccia, sull'avanzo di galera carismatico ipnotizzatore
degli innocenti virgulti.
L'assunto di Manson è: potevano questi ragazzi dire qualcosa di diverso se volevano alleggerirsi la pena?
E non è possibile invece che li abbiate convinti a scaricare le loro responsabilità su di un capro espiatorio?
E' interessante notare come in più occasioni per rigettare alcune accuse come quelle di razzismo Manson si definisce come una sorta di specchio,
di silente ascoltatore che approva le opinioni dell'interlocutore
schierandosi sempre dalla sua parte: "Come la testimonianza di Danny DeCarlo, per esempio. Disse che io odio i negri, disse che la pensavamo allo stesso modo
e che io e lui avevamo idee molto simili. Ma in realtà ciò che feci con Danny DeCarlo o con qualsiasi altro essere umano era riflettere lui stesso su sè stesso.
Se avesse detto che non gli piacevano i negri, io gli avrei detto 'Okay'. Aveva più senso che dirgli che non mi dispiacevano i negri.
Io l'ho solo ascoltato e ho reagito alla sua dichiarazione.".
4) La parte più affascinante: Manson parla come un guru, come un iniziato. "Io non penso come voi. Voi date un'importanza alle vostre vite.
Io giudico ciò che ho fatto e giudico ciò che faccio. Guardo e vivo con me stesso ogni giorno. Io sono contento con me stesso. [...]
Non chiedo di essere rilasciato. Mi piaceva stare dentro perché io mi piaccio. Mi piace stare con me stesso".
Dubito fortemente che avesso letto i "Dialoghi" di Platone, ma in più punti le affinità con Socrate sono sorprendenti:
entrambi sono stati accusati di aver manipolato dei giovani, entrambi accettano senza preoccupazione la propria condanna ed entrambi hanno raggiunto la pace interiore.
La grande differenza è che Socrate accetta la propria condanna per rispetto della legge, mentre invece Manson rifiuta in toto la legge.
"Io posso stare qui di fronte a questa corte e sorridervi, e voi potete fare di me qualsiasi cosa vogliate, ma non potete toccarmi perché io sono solo il mio amore":
ecco che riusciamo a capire perché i suoi lo identificavano come Gesù. Peccato però che poi il discorso finisca con: "[io sono solo il mio amore], ed è tutto per me,
ed io lo do a me stesso, perché mi preoccupo prima di tutto di me stesso e mi piaccio".
Più che per Gesù, opterei per il "Il piccolo diavolo":
"Un essere immondo! Però bellissimo."
Theodore Kaczynski, Unambomer per gli amici
In questi ultimi anni Ted Kaczynski è forse più famoso di Charles Manson grazie alla serie tv di Netflix "Manhunt: Unabomber". Per chi non lo conoscesse ancora, invece di fare noiosi riassunti propongo il folgorante dialogo di "Will Hunting - Genio ribelle":
Gerry: Nel 1905 c'erano centinaia di professori rinomati per i loro studi sull'universo,
ma fu un impiegato svizzero di brevetti di 26 anni che faceva fisica nel suo tempo libero a cambiare il mondo.
Riesci a immaginare se Einstein avesse rinunciato a questo solo per ubriacarsi con i suoi amici a Vienna?
Tutti avremmo perso qualcosa. [gesticola con condiscendenza al barista] Tim non avrebbe mai sentito parlare di lui.
Sean: Piuttosto drammatico, Gerry.
Gerry: No, non lo è, Sean. Questo ragazzo ha quel dono, semplicemente non ha la direzione per farlo. Possiamo darglielo.
Sean: Hey Gerry, negli anni '60 c'era un giovane che si era appena laureato all'Università del Michigan che stava facendo un lavoro brillante in matematica,
in particolare funzioni armoniche limitate.
Poi è andato a Berkeley, dove è stato assistente professore e ha mostrato un potenziale incredibile.
Poi si è trasferito nel Montana e ha spazzato via la concorrenza.
Gerry: Sì, quindi chi era?
Sean: Ted Kaczynski.
Gerry: Mai sentito parlare di lui.
Sean: Ehi, Timmy?
Tim: Yo.
Sean Chi è Ted Kaczynski?
Tim: L'Unabomber.
Come diceva Sean Maguire, alias Robin Williams nel succitato film, Ted Kaczynski era realmente un genio dal Q.I. di 165-170 che aveva bruciato le tappe negli studi e che era arrivato ad
insegnare all'università di Berkeley in California, ma dopo pochi anni aveva mollato tutto per andare a vivere in una capanna nel Montana vivendo di poco o niente: caccia, piccoli
lavori occasionali e qualche soldo che arrivava dalla famiglia.
Per quello che riguarda l'altra attività invece, quella che l'ha reso famoso, si tratta di 16 bombe spedite dal 1978 al 1995, e che hanno causato tre morti e ventitre feriti.
La motivazione di tutto questo era veder pubblicato il suo manifesto sulle principali testate: se l'avessero fatto avrebbe smesso di spedire bombe.
Dopo la pubblicazione del manifesto David, il fratello di Ted, riconobbe lo stile e le idee e lo denunciò: fu arrestato il 3 Aprile 1996.
"La società industriale ed il suo futuro", Manifesto di Unabomber
Le vere grandi accuse mosse a Ted Kaczynski non sono quelle del processo riguardo agli attentati, ma quelle di aver attinto ad altrui idee sottintendendole sue,
o comunque tacendone le fonti.
Nel paragrafo Opere correlate su
Wikipedia troviamo le fonti esplicitate.
Nella sesta puntata della romanzata serie di Netflix "Manhunt", quando Ted subisce il brutale esperimento del
Progetto MKULTRA,
lo psicologo Henry Murray lo bombarda di accuse in questo senso.
Un aspetto che emerge chiaramente da come è scritto il manifesto è che si tratta di un'estrema sintesi fatta per essere materialmente pubblicata su un giornale.
Da cosa si capisce?
La struttura composta da brevi paragrafi numerati che nella serie TV attribuiscono al modo di stendere le testi di laurea degli anni '60, si presta bene ai rimandi evitando
di dover ripetere o anticipare le cose.
Poi dichiaratamente per sintesi alcuni aspetti non vengono trattati anche se considerati di notevole importanza,
come ad esempio il problema ecologico per cui Kaczynski rimanda in toto alle analisi e considerazioni fatte da tutte le associazioni ambientaliste:
perché sprecare spazio per ripetere ciò che già viene detto altrove in modo esaustivo?
Infine, in generale, si evince che la quantità di informazione è massima rispetto alla lunghezza del testo: non ci sono ripetizioni, frasi con funzionalità
specificatamente estetiche o retoriche, invettive o quant'altro allungherebbe il brodo inutilmente. Insomma: è stato scritto da un matematico e non da un esperto marketing.
Il manifesto inizia quindi con una descrizione della sinistra, o meglio dei rappresentanti della sinistra, da cui emerge un ritratto composto da ipocrisie, fanatismo e mancanza di obbiettivi seri.
La tendenza a concentrarsi su di un linguaggio politicamente (ipocritamente) corretto, il non far effettivamente parte delle categorie discriminate che difendono, ma soprattutto il fanatismo
dipendono dalla mancanza di processo di potere, di capacità di realizzazione intrinseca.
Questa mancanza di processo di potere, e conseguentemente di potere, porta poi a quella che l'autore definisce sovrasocializzazione, cioè la tendenza ad uniformarsi che portata all'eccesso arriva all'incapacità di decidere anche su temi morali
o sensibili per l'individuo, quindi alla perdita di libertà tout court.
Lo stravolgimento di quello che dovrebbe essere un modo di vivere naturale e la mancanza di processo di potere, quindi la mancanza di obbiettivi che potremmo definire sani vengono suppliti dalle
"attività surrogate", obbiettivi non indispensabili che gli individui si pongono per appagare il proprio desiderio di sforzo per il raggiungimento del successo,
e che vanno dagli hobby alla scienza intesa, in buona parte, come puro spirito di curiosità e di scoperta.
Per brevità ho semplificato molto: il testo è molto articolato e per quanto tecnico è anche molto chiaro.
L'analisi svolta nel manifesto (originale o meno) è molto lucida e sorprendentemente attuale; oggi si sono concretizzate marcatamente le previsioni, le tendenze evidenziate allora, come ad esempio
la denatalità (soprattutto in occidente), il disastro ambientale e il sempre maggior controllo del sistema sugli individui a discapito di libertà e privacy.
Possiamo solo sperare che non si realizzino anche le possibilità finali prese in considerazione: da quelle distopiche dove il sistema si stabilizza rendendo superfluo l'individuo,
a quelle catastrofiche dove il sistema collassa pesantemente.
Il confronto
La prima impressione è che l'associazione tra i due autori consista solo nel fatto che sono criminali famosi.
Per il resto Charles Manson era circondato da un vero e proprio harem, non aveva cultura, era un ex galeotto e in sede processuale ha negato quella visione
socio politica che gli era stata attribuita dai testimoni.
Ted Kaczynski invece era un misogino, un solitario che viveva in una baracca alla maniera di
Henry David Thoreau,
era stato un bambino e ragazzo prodigio, nonchè professore universitario, e fino all'ultimo è stato coerente con le idee.
Uno non ha scritto il libro in questione, era solo la sua arringa difensiva, mentre l'altro ha compiuto gli attentati solo per far conoscere il suo manifesto sviluppato
meticolosamente negli anni.
Apparentemente sono estremamente diversi tra loro.
Eppure il tema di fondo li unisce profondamente: entrambi puntano il dito verso la società occidentale, e in particolare statunitense, accusandola di essere disumana,
ed entrambi sono convinti di un futuro collasso del sistema, o quantomeno ci sperano seppur per diversi motivi: Charles Manson per poter prendere il potere,
mentre Ted Kaczynski per una più altruistica visione dell'umanità futura.
Entrambi sono entrati in una recente serie televisiva: Manson in
"Mindhunter" come punto di arrivo delle interviste della neonata
scienza comportamentale dei profiler FBI, Kaczynski come personaggio chiave attorno al quale ruota la serie
"Manhunt: Unabomber".
In entrambi i casi vengono etichettati come serial killer, definizione forse tecnicamente corretta visto che hanno compiuto più omicidi in sequenza
(seppur indirettamente nel caso di Manson), ma andrebbero catalogati come terroristi, visto che il loro obiettivo finale era accelerare l'implosione del sistema.
Infine la giustizia statunitense ha seguito per entrambi il principio de "La città vecchia" di De Andrè:
"Se tu penserai e giudicherai / Da buon borghese / Li condannerai a cinquemila anni / Più le spese",
per poi riscoprirli entrambi come materiale prezioso per le sceneggiature. Sembra essere nel mondo delirante di
Morgan Lost
dove "I criminali vengono idolatrati e alcuni arrivano a sperare di essere uccisi da uno di loro".
Eppure il loro disagio, le loro accuse verso la società industriale, post-industriale, sono fondate.
Molti altri sociologi, psicologi, ambientalisti, economisti e saggisti vari ci continuano a mettere in guardia: stiamo andando nella direzione sbagliata.
Il problema è che lo dicono senza uccidere nessuno e perciò non vengono adeguatamente notati.
L'aspetto positivo che per fortuna emerge da tutta questa analisi è che fin che verranno pubblicati libri che criticano il sistema (possibilmente senza violenza associata),
vuol dire che c'è ancora libertà di pensiero.
Però per essere funzionali bisognerebbe anche che qualcuno li leggesse.
"Voi parlate solo di una infinita crescita della green economy, perché avete troppa paura di essere impopolari.
Parlate solo di andare avanti con le stesse idee sbagliate che ci hanno messo in questo casino, anche quando l’unica cosa sensata da fare è tirare il freno di emergenza.
Non siete abbastanza maturi per dire le cose come stanno, anche questo fardello lo lasciate a noi bambini.
A me, invece, non importa di risultare impopolare, mi importa della giustizia climatica e del pianeta.
La civiltà viene sacrificata per dare la possibilità a una piccola cerchia di persone di continuare ad accumulare un'enorme quantità di profitti.
La nostra biosfera viene sacrificata per far sì che le persone ricche in Paesi come il mio possano vivere nel lusso.
É la sofferenza di molti a garantire il benessere a pochi.
Nel 2078 festeggerò il mio settantacinquesimo compleanno.
Se avrò dei bambini probabilmente passeranno quel giorno con me e forse mi faranno domande su di voi.
Forse mi chiederanno come mai non avete fatto niente quando era ancora il tempo di agire.
Dite di amare i vostri figli sopra ogni cosa ma gli state rubando il futuro proprio davanti ai loro occhi.
Finché non vi concentrerete su cosa deve essere fatto anziché su cosa sia politicamente meglio fare, non c’è alcuna speranza.
(Dal discorso di Greta Thunberg al COP24 di Katowice, 2018)
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Autore: Charles Manson |
Autore: Ted Kaczynski |
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