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Ultimo aggiornamento: 11 Marzo 2023 (Ventôse - Mandragore)

Esercizi di stile su 'Esercizi di stile'

Tra studenti - Freudiano - Fantascientifico - Recensione giornalistica - Secco (il personaggio di Zerocalcare)

Tra studenti

Copertina

- Non posso: quella di italiano ci ha dato da leggere 'sta stronzata e domani interroga.
- Cos'è?
- Uno che ha scritto 99 versioni dello stesso racconto. Anzi magari fosse un racconto: è una scena insulsa di uno che vede sul tram un tizio che gli sta sulle palle, che si comporta come uno stronzo. E poi lo rivede al pomeriggio che dice ad un altro che gli manca un bottone.
- Ma che senso ha? Ma sul serio ha riscritto 99 volte la stessa cagata?
- Sì ma in stili diversi. Ci sono quelli che non si capisce neanche cos'ha scritto.
- Allora è fatta: ne leggi quattro o cinque e poi dici alla prof che sono quelli che pensi siano più interessanti e allunghi il brodo. Se vai sicuro non ti interrompe e passa ad un altro.
- Mi sgama subito.
- Ma va! Ti dò un quarto d'ora che intanto leggo i messaggi e poi ci facciamo un paio d'orette alla "Play", che alle sei devo andare che c'ho judo.

Freudiano

Cara Signora, deduco dalla sua lettera che suo figlio è omosessuale. Sono molto colpito dal fatto che non usi mai questo termine nel darmi le informazioni su di lui. Posso chiedere perché lo evita? L'omosessualità non è certo un vantaggio, ma non c'è nulla di cui vergognarsi, non è un vizio, non è degradante; non può essere classificata come una malattia; riteniamo che sia una variazione della funzione sessuale, prodotta da un arresto dello sviluppo sessuale. Molti individui altamente rispettabili di tempi antichi e moderni erano omosessuali, tra di loro c'erano grandi uomini. (Platone, Michelangelo, Leonardo da Vinci, ecc). (1)
Ho letto il libro di suo figlio e gli indizi sono inequivocabili. L'io narrante è senz'altro quello dell'autore anche se, come vedremo, cerca di restare il più asettico e distaccato possibile da ciò che riporta.
Nel racconto, il suo indugiare con lo sguardo sull'uomo visto sul tram, e insistendo soprattutto sul suo aspetto (il collo lungo, l'abbigliamento), ci introduce a quel malcelato desiderio, mascherato da sdegno, nei confronti di quel comportamento virile, ufficialmente arrogante, ma molto maschio. Il rincontro poi alla Bastiglia ci conferma di come quest'uomo oggetto di desiderio sia rimasto impresso nella sua memoria.
Ma il culmine, il climax, la conferma finale ci arriva proprio in quest'ultima scena, nell'indicare il "bottone mancante" e proprio sulla "sciancratura". La sciancratura è forse dove avrebbe voluto essere virilmente abbracciato l'autore, e l'asola non riempita, se normalmente avrebbe potuto alludere all'organo genitale femminile anche come forma, qui possiamo riconoscerla come palese allusione all'ano, dell'amico o dell'autore segretamente invidioso.
La ripetizione del racconto in 99 versioni poi ci conferma le due cose: la pervicace insistenza di questa (non) innocente scena nell'inconscio dell'autore facilmente interpretabile sessualmente, mentre il mascherarla con varie tecniche ci conferma la mancata accettazione da parte dell'io della propria omosessualità.
E l'origine di questa mancata accettazione, cara Signora, è proprio lei che me la indica con la sua lettera.

Cordiali saluti
Sigmund Freud

Retro

Fantascientifico

Egregi signori, dopo un'attenta analisi questo frammento di libro pervenutoci dal lontano XX secolo o forse inizi del XXI (la datazione è incerta), siamo giunti alla conclusione che non si tratta di un'opera letteraria vera e propria come inizialmente si era supposto.
Purtroppo si tratta solo della parte centrale del libro e manca quindi una copertina o un'introduzione che possa permettere di catalogarla con certezza, però anche con quel poco che abbiamo in nostro possesso possiamo trarre delle deduzioni assolutamente fondate.
Facciamo un sintetico ma sufficiente riassunto: si tratta di un racconto, ma forse sarebbe meglio parlare della descrizione di una scena, riproposta seguendo vari stili, che vanno dall'abuso di figure retoriche alla stessa descrizione che si suppone fatta da persone di differente base culturale, fino addirittura ad usare un linguaggio pseudoscientifico. E questo per ben 99 volte, ma mancando la parte finale è lecito pensare che fossero 100.
Alcune di queste ripetizioni arrivano all'illeggibilità completa, quindi sono assolutamente prive di logica comunque le si voglia inquadrare.
Per capire il senso di tutto ciò, bisogna ricordare un elemento storico molto importante: agli inizi del XXI secolo cominciarono a circolare le prime intelligenze artificiali, citiamo ad esempio quella più famosa, ChapGPT. Com'è ben noto per facilitare l'autoapprendimento di queste intelligenze artificiali, esse furono date liberamente in uso a tutti, e se qualcuno si limitò a colloquiare con loro, molti le misero alla prova proponendo la creazione di musica, testi o anche vignette satiriche.
Se partiamo da questa base tutto il testo, sia in francese che nella traduzione in italiano, acquista pienamente senso. Non più una raccolta di racconti quindi, ma uno dei primi e più riusciti esperimenti informatici della storia!

Recensione giornalistica

Inizio articolo

Quest'opera di Queneau potrebbe essere vista come un divertissement, come un gioco ozioso da intellettuali, ma in realtà come vedremo presenta delle malcelate allusioni che fanno miseramente cadere l'apparente innocenza del gioco.
La struttura del libro è semplice: c'è una scena descritta in quella sorta di matrice originale che porta il titolo di "Notazioni". La stessa scena viene poi riproposta in diversi stili letterari, con l'uso (anzi l'abuso) di figure retoriche, con linguaggi matematici e altri trucchi letterari.
Alcune versioni sono pressoché illeggibili, alcune sono fastidiose forse appaganti per un intellettuale come Umberto Eco che ne ha scritto la prefazione, apprezzandone l'idea e rincarando la dose con altre proposte, e infine alcune possono essere anche interessanti ma ... analizziamo bene l'intero insieme.

Fine articolo da sinistra

Il senso che ha voluto dare l'autore con la scena è chiaro: il rozzo personaggio oggetto di analisi da parte del narratore, è chiaramente un outsider rispetto alla società "per bene". Se l'abbigliamento sottolinea il "diverso" in generale, il "collo lungo" rappresenta l'aspetto genetico che si discosta dalla media, dalla normalità, alludendo così tacitamente al razzismo: è diverso geneticamente quindi si comporta male. Il senso di fastidio che genera questo individuo traccia una linea di confine tra lui e i bravi borghesi, o comunque i bravi cittadini disciplinati e rispettosi di tutte le regole, anche di quelle non scritte.
Il ritrovarlo casualmente poi, nel pomeriggio, sottolinea come il numero per quanto esiguo di queste "mele marce" nella società possa creare problemi: sono pochi ma te li ritrovi sempre e ovunque.
Ma il colpo da maestro in questa visione intollerante verso il prossimo è dato proprio dall'aver riscritto questa scena in molti modi diversi, per sottolineare come non ci sia una possibilità di una diversa visione, di un'interpretazione culturale alternativa. L'autore sembra dirci che non c'è proprio niente da fare: comunque la si giri si tratta sempre di un diverso, sia geneticamente che culturalmente, che senza attenuanti si comporta male com'è sua natura.
Forse siamo diversi anche noi: questa prova di Queneau non ci ha proprio convinto.

Fine articolo da destra

Fin dalla prima descrizione è chiaro che l'oggetto dell'osservatore è uno straniero, probabilmente un immigrato africano che per il solito ipocrita "politically correct" l'autore non descrive fino in fondo, ma alludendo sottolinea: l'abbigliamento sgargiante e il collo lungo non lasciano dubbi in proposito.
La scena descritta è una banale descrizione di maleducazione che, ovviamente, statisticamente potrebbe riguardare individui dei più svariati consessi umani. Vogliamo indignarci per così poco? Non sia mai.
Ecco quindi che su questo poco, l'autore lavora alacremente per dimostrarci che non solo la maleducazione non è grave, ma va contestualizzata. Questo è il senso delle altre 98 versioni che noiosamente ripropongono i pochi accadimenti: visioni culturali diverse, angoli prospettici inusuali, possono far sembrare diversa, migliore o peggiore la realtà.
Siamo noi quindi, cittadini educati e rispettosi della legge, che con il nostro infastidirci sbagliamo. Crudeli esseri umani, intolleranti che non siamo altro: come possiamo giudicare sempre così male qualcuno solo perché ci pesta i piedi, frega i sedili agli anziani, si veste in modo agghiacciante, si lamenta di tutto quello che riceve come se fosse tutto dovuto?
Siamo noi poveri ignoranti che sbagliamo: non sappiamo vedere la realtà dagli altri punti di vista.
Spiacenti caro Queneau: ma ti assicuriamo che quando qualcuno ci pesta i piedi, e non solo metaforicamente, il fastidio è oggettivo, non si tratta di speculazioni culturali.

Secco (il personaggio di Zerocalcare)

A me non me ne frega un cazzo. Annamo a pijà un gelato?

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(1) Fin qua si tratta di una citazione originale: ho pigramente fatto copia e incolla da Wikiquote.

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Autore: Raymond Queneau (Curatore Stefano Bartezzaghi, Traduttore Umberto Eco )
Titolo: Esercizi di stile
Tipologia: brossura
Dimensioni: 13,5 x 20,8 cm
Pagine: 314
Editore: Einaudi
Anno di pubblicazione: 2017 (orig.1947/1973)
ISBN: 9788806220747
Prezzo: 12,50 Euro

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