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Non riesco a scriverlo meglio, L.O.V.E per sempre
Spero che tu lo sappia
Sto mandando una cartolina
Non mi interessa chi vede cosa ho detto
O se il mondo intero sa cosa c'è nella mia testa
(James Blunt, "Postcards")
Le cartoline postali illustrate - Il contesto - Il retro - Selezione e suddivisione
Le cartoline postali illustrate
Le cartoline postali
nascono non illustrate un secolo e mezzo fa, ma tralasciando la storia antica che non è di mio interesse, prenderò qui in considerazione le cartoline degli ultimi 50-60 anni.
Intendiamoci: esistevano e forse esistono ancora le cartoline "semplici", ma per quel che ne so io l'unico utilizzo pratico era, sul finire del secolo scorso,
la partecipazione ai concorsi della Settimana Enigmistica.
E anche in questo caso, nonostante la celebre rivista di enigmistica sembra si sia fermata agli anni '50/'60 (vedi i disegni dei rebus o le barzellette),
sulla partecipazione ai concorsi si è modernizzata con gli SMS.
Tutto questo era solo per dire che da qui in poi quando parlerò di cartoline intenderò esclusivamente quelle illustrate.
E di cartoline ne avevo già parlato
in questa pagina,
la prima pubblicata nella sezione libri, e sotto un certo punto di vista la prima in assoluto del sito perché quelle precedenti le considero una specie di gioco,
di test per vedere l'effetto che faceva.
Non ho intenzione di tornare su libri di cui ho già parlato, ma se dovessi scrivere adesso di quel capolavoro non mi limiterei alle quelle poche righe e due immagini:
il fenomeno delle cartoline descritte in quel volume meritava molto di più.
Il contesto
Il contesto nella stragrande maggioranza dei casi in cui venivano spedite le cartoline era in occasione delle vacanze,
però vedremo come esistevano anche delle significative eccezioni.
Per chi non c'era o non praticava, specifichiamo che normalmente, credo un po' per tutti, quello delle cartoline era quasi un obbligo, un po' un piacere e un po' una scocciatura.
Da parte di chi era in vacanza infatti si trattava di ricordarsi gli indirizzi o addirittura ricordare di portarsi dietro da casa una rubrica con gli indirizzi,
scegliere le cartoline, trovare i francobolli (e in certi casi, specie all'estero, era la parte più difficile dell'operazione),
trovare il tempo, decidere cosa scrivere e trovare dove imbucare.
Sembra tutto banale, eppure in certi casi mi ricordo di essere tornato con delle cartoline non spedite in valigia.
Non solo: come destinatario, mi ricordo di cartoline che mi sono state consegnate breve mano per difficoltà o dimenticanza di spedizione.
La parte di (seppur piccola) scocciatura faceva sì che il momento dell'invio venisse rimandato e, complice la lentezza delle poste,
succedeva molto spesso che le cartoline arrivassero dopo il ritorno a casa.
Si perdeva così in parte il senso dell'invio, poiché si era già parlato delle vacanze e magari si erano già fatte vedere delle foto del posto,
però la cartolina ritardataria testimoniava che, nonostante il folle divertimento, c'era stato comunque un pensiero per il destinatario.
Il retro
Tranne qualche doverosa eccezione non pubblicherò i messaggi sul retro delle cartoline, non tanto per motivi di privacy (si tratta perlopiù di nomi di battesimo)
quanto perché potrebbe risultare decisamente noioso.
A livello globale mi sentirei di suddividere tre tipi psicologici (speriamo che Jung non si rivolti nella tomba per questo mio uso discutibile della definizione da lui coniata).
- I formali: ovviamente non mi riferisco all'uso della terza persona singolare o alla deferenza del messaggio,
ma al sentirsi in dovere di usare stereotipi tipo "sono posti meravigliosi" (altrimenti perché ci sei andato?), "ci stiamo divertendo un sacco"
(speriamo, altrimenti vi conveniva restare a casa) o banalità del genere.
- Gli spiritosi: la mia umile opinione è che per loro scrivere un messaggio di saluti mette in imbarazzo, magari per timore di cadere nelle banalità di cui sopra
(temo di essere entrato anch'io in questa categoria talvolta).
- I concisi: "saluti da", "ciao da" o addirittura "firma-e-basta", forse sono i più onesti, anche perché in teoria a quello servivano le cartoline illustrate.
A proposito di quest'ultima categoria vale la pena di ricordare quella regola il più delle volte trasgredita
(al punto che personalmente la ritengo quasi una leggenda metropolitana), per cui nelle cartoline non si poteva scrivere niente di più che i saluti,
altrimenti si pagava un sovrapprezzo da lettera.
Alcune cartoline contengono praticamente delle piccole lettere per cui, anche se la regola fosse mai esistita realmente,
nessun postino si metteva a misurare la lunghezza. E in che modo poi?
Infine un'osservazione molto interessante sulla privacy di questi testi la fa la (curiosamente) recente canzone di James Blunt da cui ho estratto la citazione di cui sopra.
Se scrivo qualcosa su una cartolina, anche se il messaggio è personale, evidentemente non m'importa "chi vede cosa ho detto / O se il mondo intero sa cosa c'è nella mia testa".
Certo spesso sono dei banali saluti, però se si scrive ad una persona amata la considerazione diventa pregnante, significativa.
Selezione e suddivisione
Ho scelto solo cartoline scritte e spedite: può sembrare banale ma alcune di quelle consegnate a mano sono bianche,
e talvolta ho comprato anch'io cartoline intonse come foto ricordo del posto o dell'opera d'arte.
Nonostante questo farò una selezione ulteriore perché sono parecchie e non vorrei diventare più noioso di quello che sono già.
Altra precisazione: non si tratta esclusivamente di cartoline inviate a me, molte le ho ereditate e alcune non so neanche da dove arrivino o per chi erano.
Ho scelto di suddividerle per tipologia:
- Cartoline dal mare: dovrebbero essere le più classiche, le più inviate, e invece con mio grande stupore suddividendole mi sono accorto che non erano il gruppo più numeroso.
- Cartoline dalla montagna:
- Cartoline dall'estero: questo è sorprendentemente il gruppo più numeroso, molte arrivano da Francia, Germania o altri paesi europei, quindi sostanzialmente sono non troppo esotiche,
ma tante arrivano dall'altro capo del mondo.
Come si può intuire molto spesso è difficile stabilire il confine tra questa categoria e la precedente:
se la cartolina arriva da una spiaggia greca è una classica cartolina dal mare o una cartolina che arriva dall'estero?
Essendo entrambe le cose ho scelto un po' a senso, come mi sembrava più appropriato.
- Cartoline da città varie italiane: spesso si tratta di monumenti.
- Cartoline della Roberta: un'amica con parecchio "buon gusto", o quantomeno con un gusto che condivido in pieno.
- Altre: sono voci a sé stanti però non troppo numerose (ma incredibili!).
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Tutti al mare!
"Tutti ar mare a mostra' le chiappe chiare" cantava Gabriella Ferri.
In effetti le vacanze al mare erano all'epoca delle cartoline (ma lo sono ancora credo) le più classiche, scontate;
e da lì in poi possiamo supporre che come volume le cartoline dalle spiagge siano sempre state preponderanti. |
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Eh, no: tutti in montagna!
Una volta l'umanità sembrava (ad una superficiale analisi) divisa in due categorie: quelli delle vacanze mare e quelli delle vacanze montagna.
In realtà a ben guardare ci sono sempre stati quelli che non sceglievano né uno né l'altra, ma li vedremo in un prossimo futuro. |
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