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Non esiste distinzione tra magia bianca e magia nera.
Quando la magia funziona, è sempre opera del demonio.
(Gabriele Amorth, "Il fumo di Satana nella casa del Signore")
Se qualcosa è buono, allora è anche divino
(Ludwig Wittgenstein, "Pensieri diversi", 1929)
Padre Amorth nella citazione di cui sopra è tecnicamente in evidente contraddizione con sé stesso. Stando al Wikizionario alla voce
magia troviamo la definizione
"potere soprannaturale che permette di compiere azioni normalmente impossibili".
Quindi l'esorcismo se funziona dovrebbe ricadere in questa casistica, e
Gabriele Amorth
è stato senz'altro uno dei più famosi esorcisti della storia, con tantissimi esorcismi riusciti.
Diciamo che, anche se è tecnicamente in contraddizione, si capisce cosa vuol dire.
Nella definizione religiosa per magia si intende non invocare Dio per "compiere azioni normalmente impossibili",
ma effettuare tutta una serie di azioni che convogliano un proprio potere o un potere "naturale" per compiere l'impossibile.
Da qui in poi il nostro esorcista specifica che tutto ciò è opera del demonio anche se l'obbiettivo è legittimo, buono, nobile.
Naturalmente qualche maligno potrebbe pensare che se qualcosa di buono è fatto della "concorrenza", è opera del demonio.
Il buon Wittgenstein invece è altrettanto tranchant, ma molto più comprensivo: se è buono è anche divino.
Forse perché il nostro filosofo usava la logica.
Tutto questo discorso ci porta a capire come sia labile ed incerto il confine tra religione e magia, tra magia e superstizione.
Croce Angelica di San Tommaso D'Aquino
Mancandomi testi specifici mi baso su quello che ho trovato in varie pagine in rete,
e che mi sembra facciano un po' tutte riferimento tendenzialmente al libro di Maria Sofia Messana
"Inquisitori, negromanti e streghe nella Sicilia moderna (1500-1782)"
(sto valutando l'acquisto: mi spaventano le 864 pagine). |
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Rotolo magico dell'Etiopia
Se la Croce Angelica di cui sopra l'ho acquistata personalmente in un mercatino di una parrocchia del Lazio,
questo rotolo l'ho ricevuto come regalo e andando a curiosare in Internet ho scoperto che deve essere costato una cifra significativa.
Come manufatto antico li vale senz'altro, anche se non saprei datarlo con precisione. |
A Verona
Di oggetti così border line veronesi non ne ho, anche se sicuramente esisteranno,
ma mi sembra parecchio attinente ricordare quelle invocazioni al confine tra preghiera e formula magica conosciute come i
"Sequeri".
Wikipedia la dà come tradizione italiana, ma essendo un derivato del responsorio a Sant'Antonio di Padova,
mi azzarderei a pensare che sia tipicamente veneta.
Senza scomodare chissà quali miracoli i Sequeri servono molto semplicemente a trovare qualcosa che si è smarrito:
"non trovo più gli occhiali, ho cercato in tutta la casa ma non saltano fuori", "prova a dire i Sequeri!"
(che per inciso vanno ripetuti tredici volte).
Il nome è una sincrasi storpiata dal latino, il "Si quaeris" iniziale brutalmente venetizzato.
Da link di cui sopra a Wikipedia:
Latino:
Si quaeris miracula
mors, error, calamitas,
demon, lepra fugiunt,
aegri surgunt sani.
Cedunt mare, vincula,
membra resque perditas
petunt et accipiunt
juvenes et cani.
Etc.
Italiano:
Se cerchi miracoli,
ecco messi in fuga morte, errore, calamità,
spiriti infami e lebbra,
ecco gli ammalati ergersi sani.
Si distendono il mare e le catene,
la salute e le cose perdute
chiedono e ritrovano
i giovani e i vecchi.
Ecc.
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