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"Io sono un po' luna, e un po' commesso viaggiatore.
La mia specialità è di trovare quelle ore
che hanno perso il loro orologio."
(Vicente Huidobro)
Come ci insegna Wikipedia, gli orologi da polso
nascono nell'ottocento, anche se la data e il produttore del primo esemplare sono oggetto di discussione,
l'aspetto fuor di dubbio è che all'inizio furono un accessorio esclusivamente femminile.
Fu nei primi decenni del novecento che si cominciò ad apprezzare la praticità di questi orologi decretando nel contempo l'abbandono dei loro predecessori:
gli orologi da tasca.
Come i dischi in vinile, gli scaldamuscoli anni '80 e in generale tutti gli oggetti vintage, anche gli orologi da tasca non sono spariti del tutto
e basta andare su qualche sito e-commerce per trovarne anche di economici o addirittura al quarzo.
Però in generale possiamo dire che sono degli oggetti che, come diceva Labranca, più che fuori moda sono proprio fuori tempo massimo.
James Dean o'clock Memories Se l'orologio da tasca come oggetto è fuori tempo massimo,
James Dean come mito lo è ancora di più.
L'attore morto a soli 24 anni e diventato famoso per soli tre film ("La valle dell'Eden", "Gioventù bruciata" e "Il gigante")
è stato sì un mito, ma non certo senza tempo.
Morto nel 1955 in un incidente stradale al volante della sua Porsche 550 Spyder "Little bastard",
già qualche generazione dopo è stato sostituito come ribelle da altri miti venuti dalla musica rock. |
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Il sol dell'avvenire: comunismo con classe Se la qualità del precedente orologio era scarsa, qui invece siamo senz'altro su di un altro livello,
basta anche solo prenderlo in mano e sentire la differenza di peso per capirlo.
Non è un giocattolo per fan, ma un orologio vero.
Don Camillo: Hai di nuovo messo avanti il tuo sporco orologio?! |
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Swatch da tasca Nella storia dei dispositivi, macchine per misurare il tempo portatili, personalmente distinguerei 4 grandi passaggi:
gli orologi da tasca, gli orologi da polso meccanici, gli orologi da polso elettronici al quarzo e, oggi, gli smartphone che oltre a tutto il resto segnano anche l'ora
per cui molte persone hanno abbandonato gli orologi (tranne poi recuperarli come smartwatch).
Il passaggio dalla seconda alla terza categoria ha rappresentato una rivoluzione perché a costi molto contenuti gli orologi al quarzo davano una precisione
che solo costosissimi orologi meccanici potevano dare.
E non solo: non serviva neanche ricaricarli giornalmente, altra opzione costosissima per un orologio meccanico. |
Culturalmente
Cerco le qualità che non rendono / in questa razza umana / che adora gli orologi / ma non conosce il tempo.
(CCCP Fedeli alla linea)
Se politicamente Giovanni Lindo Ferretti,
cantante e paroliere dei CCCP, sembra aver avuto qualche cambiamento significativo passando da Lotta Continua, al Partito Comunista Italiano, alla Lega Nord fino a Fratelli d'Italia
(stando a Wikipedia), bisogna ammettere che la sua opinione sul tempo è rimasta immutata:
oggi vive a Cerreto Alpi, sperduto negli Apennini Reggiani, con i suoi cavalli e con un ritmo che (pur non conoscendolo personalmente) mi verrebbe da definire rurale.
Posso tranquillamente sbagliarmi, ma mi piace pensarlo con le giornate scandite dal sole: cerca le qualità che non rendono, conosce il tempo e non adora gli orologi.
La dipendenza dagli orologi l'aveva prevista bene Verne col suo personaggio
Phileas Fogg che
per compiere il suo giro del mondo in ottanta giorni doveva essere necessariamente puntuale con navi, piroscafi e treni.
Ma soprattutto l'ansia da orologio l'aveva ironizzata perfettamente Lewis Carrol col personaggio del
Bianconiglio che col suo orologio da tasca
continua a ripetere "È tardi, è tardi!".
Infine la parola definitiva sull'importanza degli orologi digitali la dice Douglas Adams nel suo incipit in
"Addio, e grazie per tutto il pesce"
("So long, and thanks for all the fish"):
Lontano, nei dimenticati spazi non segnati nelle carte geografiche dell'estremo limite della Spirale Ovest della Galassia, c'è un piccolo e insignificante sole giallo.
A orbitare intorno a esso, alla distanza di centoquarantanove milioni di chilometri, c'è un piccolo, trascurabilissimo pianeta azzurro–verde, le cui forme di vita,
discendenti dalle scimmie, sono così incredibilmente primitive che credono ancora che gli orologi da polso digitali siano un'ottima invenzione.
Questo pianeta ha - o aveva - un problema, e il problema era che la maggior parte dei suoi abitanti era quasi costantemente infelice.
Per rimediare al guaio furono suggerite varie proposte [...]
E così il problema restava inalterato; un sacco di persone erano meschine, e la maggior parte erano anche infelici, perfino quelle fornite di orologi digitali.
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