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All those moments will be lost in time,
like tears in rain.

Tutti quei momenti andranno perduti nel tempo,
come lacrime nella pioggia.

(Rutger Hauer/Roy Batty, "Blade Runner")

Ultimo aggiornamento: 30 Luglio 2022 (Thermidor - Salicor)

Scatolette, minimalismo e bellezza

"Qualsiasi cosa È, sarà ERA".
Il concetto dell'impermanenza è spietato e ci ricorda che non dovremmo affezionarci a niente perché tutto passa, tutto è inconsistente. Sono consapevole di essere nei guai: mi affeziono a tutto, non butterei via niente, conservo a volte con amore, a volte distrattamente, a volte inevitabilmente smarrisco fisicamente ma conservo il ricordo. E ci saranno anche cose di cui non ho conservato neanche il ricordo ma, come un novello de La Palice, non me ne viene in mente neanche una.
Se il consumismo tirannico vorrebbe che buttassimo tutto, il ribelle che c'è in me conserva anche le scatolette di latta delle caramelle.

Quando (il mai abbastanza citato) Guido Gozzano poetava delle "buone cose di pessimo gusto" presenti nel salotto di Nonna Speranza, parlava di oggetti artigianali ("Loreto impagliato e il busto d'Alfieri, di Napoleone") o addirittura di bricolage, di fai da te ("i fiori in cornice", "gli scrigni fatti di valve"). Qua invece siamo ben oltre: non c'è più neanche il pregio dell'unicità perché stiamo parlando di prodotti industriali, fatti in serie, e se le creazioni artigianali prendono la patina dell'antichità, gli oggetti industriali diventano brutalmente vecchi.
Io credo però che la poesia sia negli occhi di chi guarda, e credo che anche un inguaribile distratto, come spesso sono anch'io, possa essere guidato ad osservare meglio.

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Blu Rossa

Partiamo dall'alto, dagli angioletti annoiati di Raffaello nella Madonna Sistina, poi scendiamo di un gradino e arriviamo al logo della Fiorucci che li ha (sembra) ripresi in veste pop, e infine scendiamo ancora di un gradino per entrare nel delizioso giardino del lezioso, dove troviamo queste due magnifiche opere che a suo tempo celavano dolci segreti e che sembrano riprendere non tanto l'originale raffaellesco (già pop e ironico di suo), quanto la provocante copia voluta da Elio Fiorucci come logo per la sua azienda.
Va bene non saranno angioletti, ma questi bambini dai boccoli ribelli, teneri e affettuosi sanno conquistare le anime più ingenue così come i più spietati eversori estetici come me.

Avevo già parlato di Chocolate box art a proposito di Thomas Kinkade ed ecco: qui ci siamo in pieno!
Quest'arte rassicurante, puffosa e dolcissima ci invita a scegliere: prendiamo le pillole della scatola azzurra o le pillole della scatola rossa?

È la tua ultima occasione, se rinunci non ne avrai altre.
Pillola azzurra, fine della storia: domani ti sveglierai in camera tua, e crederai a quello che vorrai.
Pillola rossa, resti nel paese delle meraviglie, e vedrai quant'è profonda la tana del Bianconiglio.
Ti sto offrendo solo la verità, ricordalo. Niente di più.
(Morpheus, "Matrix")

Se per i più giovani la parola Sputnik evoca solo il nome di un vaccino, per i più anziani questo nome dovrebbe evocare la fatidica data del 4 ottobre 1957 quando l'Unione Sovietica mettendo in orbita il primo satellite dell'umanità, lo Sputnik 1, ha dato avvio alla corsa nello spazio.
Il primo Sputnik era sostanzialmente una palla con quattro antenne ed è ben rappresentato graficamente su questa scatoletta. La scritta in cirillico sotto la parola "SOVIET" la ritroviamo anche al link di Wikipedia di cui sopra: "In russo la parola '' significa 'compagno di viaggio', ed è ora inteso come 'satellite' (in russo, anche una luna)."

Non si trattava di caramelle ma di chewing gum, volgarmente dette "ciunghe" qui a Verona (non so altrove), ovvero di gomme da masticare fatte con la "RICETTA ORIGINALE RUSSA" come recita l'etichetta sul fondo. Ora se si fosse trattato di un'invenzione russa capirei nella dicitura l'enfasi sul termine "ORIGINALE", ma trattandosi in questo caso di un brevetto statunitense la sottolineatura fa un po' sorridere.

La fattura della scatola in sé è sorprendente e significativa: il ferro non essendo tutto verniciato, a differenza delle precedenti scatolette, è ossidato. La chiusura è quella classica del lucido da scarpe, o del grasso da calzature: i sovietici erano gente pratica! Nell'insieme l'effetto retrò è perfetto, e l'intera scatoletta è un meme storico del primo passo dell'astronautica.

Soviet Soviet retro
Barkleys Barkleys aperta

Non ha niente a che fare col film con Ginger Rogers e Fred Astaire: a quanto pare la Barkleys è un'azienda statunitense dello stato di Washington (quello delle torte di Twin Peaks), è stata fondata nel secolo scorso ed è partita con tre gusti di caramelle: Peppermint, Cinnamon e Wintergreen. Questa scatola era di quelle alla cannella (Cinnamon).

Se esteticamente è elegante ma dice poco, è interessante invece vedere come il formato si sia prestato al riciclo come porta biglietti da visita (ebbene sì: in un momento di esaltazione ho fatto stampare anche dei biglietti da visita per questo sito, operazione più di vanità che con risvolti pratici). Come si diceva stiamo parlando di oggetti industriali, di largo consumo, e in quest'ambito il principio del riciclo e della durata dell'oggetto è ostile per chi in generale produce. Bisogna consumare letteralmente, buttare e ricomperare. Ma io sono un ribelle mamma!

Tu devi scomparire anche se non ne hai voglia
E puoi contare solo su te
Produci consuma crepa
produci consuma crepa
produci consuma crepa
(CCCP - Fedeli alla linea, "Morire")

Qui siamo su un altro livello sia di gusto che di fattura. L'immagine ottoncentesca è sobria ed elegante, il coperchio ha la cerniera che ne consenta l'apertura e in generale i materiali sono di buona qualità.

Nello scorso secolo avrebbe potuto funzionare come portapillole per qualche anziano, ma ormai questo tipo di oggetti deve essere razionalizzato e funzionale data la mole delle medicine prescritte. Per questo i vecchietti hanno anche accessori hi-tech che ricordano le scadenze orarie per le loro "pastiglie contro l'aldilá".

Nell'insieme mi crea un po' di nostalgia per quel periodo non vissuto, per quell'epoca romantica (letteralmente!) che forse idealizzo troppo.
"Rinasco, rinasco del mille ottocento cinquanta!"

800

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