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Quinzano ha solo una sfortuna: non è parte integrante della Val Squaranto.
A parte questo è una località importante per la storia dell'umanità (vedi Wikipedia).
Qui c'è stata una delle maggiori scoperte della paleontologia, è stato trovato un osso occipitale umano del paleolitico del cosiddetto "Homo Quintianensis".
Inoltre sono stati trovati scheletri del neolitico, ci sono testimoninaze dell'età romana e nel medioevo ha dato i natali a l'Arcidiacono Pacifico e Sant’Alessandro.
Se non bastasse tutto questo, qui è stato costruito anche il primo automezzo a benzina, con grande disperazione di Greta Thunberg, da parte dell'ingegner
Enrico Bernardi.
Ma quello che personalmente mi affascina di più di questo ameno paesino è quel capolavoro ricoperto di valve che ho ribattezzato "Casa Gaudì" (vedi le immagini più sotto),
per una somiglianza sorprendente con lo stile del grande architetto.
Se Gozzano andava in estasi nel salotto di Nonna Speranza per "gli scrigni fatti di valve" (le buone cose di pessimo gusto),
non oso pensare cosa avrebbe detto di questo capolavoro.
Per avere un elenco completo delle pareti esterne occorrerebbe un malacologo, io posso solo constatare come l'effetto visivo sia dirompente,
come gli arabeschi fatti di conchiglie siano conturbanti, ipnotici quasi, e come i dettagli siano affascinanti.
Impossibile non esserne conquistati!
E' molto affascinante anche il monumento commemorativo della leggenda dei due cani, e di come quello di Quinzano sia ingegnosamente riuscito a portare via l'osso a quello di Avesa.
Per chi non è avezzo alla storia veronese, diciamo subito che i cani da noi hanno un significato particolare,
infatti nella signoria veronese dei Della Scala troviamo ricorrentemente nomi di cani: Mastino I (il capostipite) e Mastino II, Cangrande I e II e infine Cansignorio.
Questa ricorrenza è ancora un pò misteriosa, anche se a molti appassionati piace ricollegarla ai Longobardi.
Era infatti tradizione che ci fossero tra le loro fila dei "guerrieri lupo",
gli Úlfheðinn, famosi per la loro ferocia e il loro impeto.
Erano in realtà dei "guerrieri sciamani" che prima della battaglia si dopavano con birra, amanita muscaria e digitale.
E per finire diciamo che la ridente frazione merita una visita anche per la splendida cornice naturale e per la splendida
Chiesa di San Rocchetto sopra il monte Cavro.
Per vedere le foto in sequenza cliccare qui.
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