* HOME * | * FILM/SERIE TV * |
Gialli e polizieschi
Il genere "giallo" prende il termine dalla collana "Il Giallo Mondadori",
che comprendeva sia thriller di vario genere che più specificatamente polizieschi. Al centro di tutto c'è sempre una avvenimento criminale che deve essere smascherato.
Questo genere radiofonico, televisivo, cinematografico, fumettistico e narrativo si è declinato in modo molto diverso sia per i singoli autori che per il periodo storico.
Però possiamo individuare anche una diversità di approccio dovuta alla nazionalità, al carattere, alla cultura del popolo che crea e usufruisce di quel prodotto.
Così abbiamo ad esempio il classico giallo all'inglese che rappresenta un vero e proprio quiz, una sfida al lettore (o allo spettatore) per indovinare il criminale, solitamente l'assassino,
in mezzo ad una rosa circoscritta di sospetti e con a disposizione gli stessi elementi dell'investigatore del caso.
Negli Stati Uniti invece sono stati prodotti più volentieri polizieschi in cui impera l'azione, o anche
hard boiled dove oltre all'azione c'è anche una caratterizzazione di durezza e cinismo
nei personaggi. Sempre per gli USA fa eccezione nell'intero panorama internazionale la serie del
Tenente Colombo che rovesciando i termini del
giallo all'inglese riesce ad ottenere lo stesso risultato: l'assassino con il suo movente e la sua modalità vengono svelati immediatamente, rappresentano le prime scene del
telefilm, ma lo stesso si riesce a sfidare lo spettatore a capire come farà l'intelligentissimo Tenente Colombo a smascherare ed arrestare il criminale.
E se la Francia ha sempre avuto una certa passione per il noir, un giallo declinato in toni molto cupi, qui in Italia siamo passati dai
"poliziotteschi" degli anni 70,
violentissimi e verosimili rispetto alla cronaca dell'epoca, al puro Don Matteo, scopritore e assolutore di criminali.
Per quello che riguarda i romanzi è talmente ampia la produzione che è difficile individuarne delle caratteristiche.
Da questa immensa produzione possiamo evincere che in Italia ci dovrebbero essere più criminali che abitanti, e di sicuro ci sono più scrittori che abitanti,
o meglio: più scrittori-criminali che abitanti.
Insomma tutto questo per dire che anche la Germania ha detto la sua nell'ambito del giallo, e più specificatamente del poliziesco.
Derrick, il non poliziesco tedesco
Dopo averlo citato un paio di volte a proposito di Monaco
e dei suoi parchi, non potevo non parlare anche qui del famoso
"Derrick".
Questo telefilm è stato prodotto nell'arco di 24 anni, dal 1974 al 1998, ma credo che il clou l'abbia raggiunto negli anni '80.
E qui arriviamo alla prima straordinaria questione: non sembra ambientato negli anni '80!
Che lo sia lo si capisce ad esempio dalle musiche, peraltro sempre interessanti.
Ad esempio in una puntata le scene sono accompagnate in modo abbastanza avulso dal contesto, dalle musiche di "The Wall" dei Pink Floyd, tecnicamente del 1979, ma sicuramente la puntata era di qualche anno dopo.
Oppure lo si capisce dai computer: non più quell'assurdo mostrare le unità a nastro di backup che giravano, ma un mostrare schermi con un minimo di animazione, di mobilità.
Particolari a parte il telefilm sembra sistematicamente ambientato in pieni anni '60/'70. Come ho già osservato in
un'altra pagina, a mio avviso il video simbolo degli anni '80 è quello di "Last Christmas" degli Wham:
tutto è leggerezza, modernità, colori, capelli cotonati, palle di neve e giovani felici (tranne che per le immancabili delusioni amorose).
Con Derrick sembra di essere proiettati negli anni di piombo, nel grigiore della DDR anche se siamo nella Repubblica Federale Tedesca.
Il telefilm è a colori ma sembra in bianco e nero (come sono riusciti?), la ricchezza c'è perché spesso è ambientato in ambito alto borghese, ma quasi non si nota.
Insomma le atmosfere cupe prevalgono e danno un effetto straniante a tutta la visione.
Ma la questione più sconcertante è che dovrebbe trattarsi di un poliziesco, però l'indagine è quasi inesistente, è evanescente, spesso lacunosa tanto è poco importante.
La polizia scientifica fa la sua comparsa il minimo indispensabile, forse anche meno, e lo stesso vale anche per gli altri membri della polizia:
sembra quasi che tutta Monaco sia presidiata solo dall'Oberinspektor Stephan Derrick (il bravissimo
Horst Tappert) e dal suo fido braccio destro l'Inspektor Harry Klein
(l'altrettanto bravo Fritz Wepper).
Insomma il genere poliziesco sta a questo telefilm come il fondale dipinto sul palcoscenico di un teatro sta alla tragedia rappresentata.
E' uno sfondo, un promemoria, niente di più.
La morale
A questo punto potrebbe sembrare che io sia un detrattore di Derrick. Al contrario: il contesto surreale di cui sopra mi entusiasma anche se, ovviamente, la parte più intrigante
del telefilm è un'altra.
Una prima lettura, come ci suggerisce anche Wikipedia,
è che il punto focale di tutte le sceneggiature ruota attorno alla morale.
Il contesto attorno a cui si genera il crimine riveste sempre una parte importante,
e sia le scelte immorali improvvise o improvvisate fatte da incensurati che quelle sistematiche e calcolate fatte da delinquenti abituali vengono analizzate e sviscerate.
I sentimenti sono i veri protagonisti del telefilm, e anche se la recitazione di Horst Tappert sembra spesso apparentemente impassibile, si riesce sempre ad intravedere nel personaggio
un altro grado di compassione sia con la vittima che col delinquente.
E non è solo la recitazione che gioca questo ruolo, ma anche la stessa sceneggiatura: in più casi la vittima è un delinquente, che magari a sua volta ha una famiglia che lo piange.
In un caso ad esempio un rapinatore in fuga viene scoperto dagli avventori di un bar che mirano ad impossessarsi del suo bottino, si ubriacano insieme a lui e al momento della partenza
lo spaventano, lui fugge e si uccide in un incidente in moto pochi metri dopo. E fin qui non c'è nessun crimine.
Poi gli avventori spinti dall'avidità fanno sparire moto e cadavere, si spartiscono il bottino: il crimine se vogliamo è minore, non si tratta in fondo di un omicidio,
ma quando Derrick, insieme alla moglie e al fratello della vittima, mette a nudo la verità il pathos che si genera con la condanna che traspare dagli sguardi e dalla recitazione è massimo.
Non bisognava aver pietà di lui perché era un rapinatore? Pensate di essere forse migliori di lui voi che per avidità avete a vostra volta commesso un crimine seppur minore?
E questo è solo un esempio della morale attorno alla quale ruotano tutte le stagioni del telefilm.
Andando un passo oltre
A questo punto, come direbbe Wikipedia, seguono delle considerazioni
"[Senza fonte]",
ovvero opinioni personali, forse azzeccate e forse no.
Derrick non è solo un personaggio, ma è anche un simbolo. Derrick è il popolo tedesco che si interroga sul male.
Sui tedeschi della seconda metà del novecento gravava il macigno del nazismo: avevano fatto ammenda, avevano pagato duramente i loro sbagli, lo avevano rigettato completamente,
ma il peso restava e resta ancora per quelle generazioni.
Forse per le nuove generazioni è diverso, ma ancora oggi approcciandosi ad un tedesco di 50 anni o più il nazismo è un argomento da trattare con cautela.
Il nazismo è stato il male, ma com'è potuto succedere? E per estensione: come può esistere il male? Perché? Dobbiamo conviverci? Come?
Questi sono gli interrogativi attorno a cui ruota talvolta tacitamente, talaltra esplicitamente, il telefilm.
Una spiegazione esemplare la troviamo nell'episodio "L'ora del killer", del 1981.
La trama molto semplice parla di un gruppetto di pensionati che frustrati da sentenze di assoluzione di palesi assassini determinate da mancanze di prove o cavilli,
decidono di fare giustizia da sè uccidendo i presunti assassini sulla porta di casa.
Nella scena finale c'è l'ammissione di colpa con un'orgogliosa autogiustificazione: volevano giustizia, non volevano più vivere con degli assassini in circolazione.
L'inevitabile chiosa di Derrick è rivolta non solo a loro, ma a tutto il popolo tedesco:
Lei signor Maller dice di non voler vivere con degli assassini.
Invece noi stiamo vivendo con degli assassini: viviamo con lei e con i suoi amici.
Il fatto che esistono degli assassini fa parte del nostro destino di esseri umani, e come tali imperfetti.
Ma esiste un solo modo per rendere accettabile la convivenza tra esseri imperfetti ... sa qual è?
Quello di accettare le regole della società che sono sancite dalla legge e che valgono per tutti noi. Tutti. Tutti signor Maller.
In caso contrario allora avremmo l'anarchia. E con l'anarchia l'ora degli assassini.
Questa considerazione finale oltre a rispondere alle succitate domande sull'esistenza del male, mette in evidenza le più peculiari caratteristiche tedesche.
- La vocazione filosofica: in particolare dall'800 in poi la Germania ha sviluppato un'ammirevole predisposizione alla filosofia,
quindi questo continuo interrogarsi sul male all'interno di quello che dovrebbe essere un prodotto di intrattenimento, non deve stupirci.
Ed è un male kantiano, indiscutibile, violante la "legge morale che c'è in noi".
Però è pur vero che siamo nella modernità laica, scientifica, per cui dovendo cercare un terreno comune, un valore condiviso da porre come obiettivo,
Derrick opta per la "convivenza accettabile".
Indiscutibilmente è molto diplomatico e ragionevole.
- Il protestantesimo: pur essendo un discorso laico quello di Derrick, non si possono non scorgervi le radici protestanti.
L'uomo è imperfetto, cioè peccatore, immerso nel peccato, la grazia passa per la sola fede, anzi per i
"Cinque sola",
e l'uomo da sé non può fare nulla, al contrario del cattolicesimo dove la redenzione passa attraverso il pentimento, l'espiazione, la conversione.
Quindi l'unica cosa che può fare l'uomo, in una società che anche in Germania stava diventando sempre più laica, agnostica, se non atea,
è cercare di organizzarsi in modo da rendere, come dice Derrick, "accettabile la convivenza tra esseri imperfetti".
- Ordine e disciplina: senza tirare in ballo il nazi/fascismo che ha abusato di questo motto, ma considerandolo in senso positivo
dobbiamo riconoscere che la celeberrima efficienza tedesca nella produzione industriale (ma non solo!) nasce da lì.
Il male è l'anarchia, il bene è l'ordine.
Se non vogliamo che scatti "l'ora degli assassini" dobbiamo essere ligi alle regole sancite dalla legge. Dura lex, sed lex:
se l'assassino viene assolto per mancanza di prove, prendiamone atto e facciamocene un motivo.
Conclusione
Il telefilm è molto bello, seppur particolare, e per chi vuol guardarlo o rivederlo magari con un po' di nostalgia, su Youtube si trovando
tutti (credo) gli episodi completi, a differenza ad esempio di Colombo che viene tolto sistematicamente, probabilmente perché si riesce ancora a vendere in DVD.
Che poi possa anche far pensare oltre che intrattenere mi sembra un valore aggiunto non da poco.
* HOME * | * FILM/SERIE TV * |