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Per evitare la monotonia ho provato a introdurre questo nuovo gioco.
I sei gradi di separazione non si riferiscono direttamente alla famosa
teoria semiotica e sociologica,
bensì a quella contaminazione musicologica del programma omonimo,
"Sei gradi" di Radio 3.
In questo programma con mosse molto elastiche tipo "Il Bersaglio" della Settimana Enigmistica, si collegano pezzi musicali tendenzialmente completamente diversi tra loro,
e con salti di tempo e di spazio che rendono un panorama musicale realmente a trecentosessanta gradi.
Non contento di queste regole tremendamente elastiche, ho trasgredito ad altri due vincoli perché non volevo tralasciare qualcosa:
il punto di partenza è doppio e i punti di arrivo sono due, c'è un bivio che ci porta in due posti diversi.
A mia discolpa posso dire che ogni tanto qualche gioiosa puttanata devo pur inventarmela.
Per vedere le foto in sequenza cliccare qui.
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Si parte dal muro delle bambole ("Wall of dolls", ma perché diavolo bisogna sempre buttare tutto sull'inglese?),
su un lato del teatro Tordinona (mi fido di Google Maps). |
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Il cardinale Giacomo Ammannati Piccolomini è stato sepolto nella
basilica di Sant'Agostino in Campo Marzio
dove anche la nostra Fiammetta aveva voluto essere sepolta, ma per quest'ultima le fonti ufficiali non ci danno conferma poiché la tomba non è mai stata trovata. |
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Contigua alla la basilica di Sant'Agostino in Campo Marzio c'è la
Biblioteca Angelica
che però ospita anche dal 1940 la nuova sede
dell'Accademia dell'Arcadia,
nonché il suo patrimonio librario di circa 4000 pezzi.
Ed è da questa doppia valenza che prende spunto il nostro bivio: |
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In realtà l'Accademia di sedi ne ha avute diverse, ma la più famosa, la più bella, fu quella del Bosco Parrasio. Da Wikipedia: Finalmente, grazie a una donazione di 4000 scudi di Giovanni V del Portogallo, anche lui arcade, l'Accademia poté acquistare una sede tutta sua ovvero l'Orto dei Livi, alle pendici del Gianicolo, che l'architetto e arcade Antonio Canevari trasformò nel Bosco Parrasio. Canevari strutturò il giardino su tre piani collegati da due rampe di scale. Sul primo terrazzamento fu edificato un teatro di forma ovale con tre ordini di sedili e un leggio di marmo. Al secondo livello si trova una finta grotta arcadica e, al terzo, un'edicola commemorativa che ricorda la donazione di Giovanni V. Il Serbatoio, cioè l'edificio che fungeva da archivio e segreteria, fu definitivamente ristrutturato nella forma odierna da Giovanni Azzurri nel 1838 che lo dotò di una facciata in stile esedra.
Di tutto questo non c'è nulla di visibile a noi poveri mortali. L'ingresso si può vedere a Trastevere,
e da lì si può seguire il muro di cinta che costeggia il giardino salendo fino a San Pietro in Montorio dove c'è il famoso
Tempietto del Bramante.
E qui finisce il primo ramo.
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Nel succitato capolavoro di Daniele D'Anza del 1971, troviamo
nelle prime scene
il protagonista, il professor Lancelot Edward Forster interpretato dal grandissimo Ugo Pagliai,
che si reca a casa del pittore Marco Tagliaferri che gli aveva inviato la foto di una piazza misteriosa citata da Byron in un suo diario
("21 aprile 1817, notte, ore 11. Esperienza indimenticabile, luogo meraviglioso, piazza con rudere di tempio romano, chiesa rinascimentale,
fontana con delfini, messaggero di pietra, musica celestiale, tenebrose presenze"). |
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E sullo scooter insieme a Audrey Hepburn e Gregory Peck arriviamo in fondo a Via Margutta, in Piazza di Spagna.
In rete si trova la bellissima immagine di Audrey in piedi niella fontana della Barcaccia. |
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