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Ultimo aggiornamento: 21 Settembre 2024 (Sans-culottides - jour des récompenses )

Cervelli umani quindi: stazioni trasmittenti e riceventi.
(Pag.7)







I raggi pensurali di Colombo Bigio

Lol! - I raggi pensurali - Lo spiritismo - Un libro quasi ottocentesco del 1945

Lol!

Un po' ingenuo e un po' intelligente, un po' trash e un po' coraggioso: non saprei proprio come definire quest'agile libretto di poche pagine ma di tante pretese. E non saprei neanche da dove cominciare ... diciamo che possiamo cominciare dalla copertina.
Partiamo dall'anno: il 1945, e per la precisione stiamo parlando di ottobre. In maggio c'era stata la fine de facto della Seconda guerra mondiale in Europa, e che già in ottobre il nostro Colombo Bigio e la casa editrice Ramella di Firenze fossero pronti ad uscire con una pubblicazione è cosa degna di nota. Protinus vive!
L'immagine di conseguenza è un po' figlia dei tempi come stile ma, visto che i genitori sono sempre due, è anche figlia della voglia di sensazionalismo che accompagna da sempre certi argomenti. Quella specie di "buco nero" che è la testa dell'uomo viene avvicinato da una spettrale mano bianca che sembra voler leggere (in braille?) i pensieri più reconditi di quest'anonimo individuo scontornato su sfondo verde (forse una profetica anticipazione del Green Screen, o Chroma key, che sarebbe stato poi messo a punto da Petro Vlahos nel 1964).
In realtà l'immagine più bella è all'interno del libro: "Esempio di condensazione del pensiero nei 'medium'.", che sembra il titolo di un quadro surrealista.

Poi naturalmente c'è il titolo del libro con quel meraviglioso neologismo: "pensurali". L'etimologia è evidente, deriva da pensiero, e forse a ben vedere non c'erano alternative, perché usare la definizione "raggi pensierosi" sarebbe stato totalmente ridicolo, mentre invece "raggi pensierali" avrebbe dato l'errata sensazione di raggi che si attivano solo ad ora tarda, dopo il crepuscolo.
A lasciare senza fiato c'è anche lo pseudonimo (che non è uno pseudonimo) "Colombo Bigio":

"Colombo Bigio" non è uno pseudonimo, sibbene un piccolo mosaico letterale, fatto con i nomi dei miei morti: Colomba, Bice e Giovanni.
Ho mascolinizzato il nome materno, per immedesimare maggiormente il mio "io" colla memoria della santa donna di mia madre, di mia sorella e di mio padre.

Che Colombo Bigio non sia uno pseudonimo, che non serva cioè a mascherare il vero nome, lo si evince dal fatto che appena sotto troviamo le generalità complete di titolo e specializzazione: "Dott. GIUSEPPE RIGHI - PEDIATRA". Direi che neanche le scrittrici dai doppi cognomi, tanto care ad Umbero Eco, avrebbero saputo essere più precise.
Dulcis in fundo (o "in cauda venenum" a seconda dei punti di vista) abbiamo la collana: "COLLANA SCIENTIFICA N.1". Ora che una collana scientifica possa contenere libri su (e non "contro") telepatia e spiritismo è una cosa che farebbe venire il coccolone a qualsiasi membro di CICAP, e quindi possiamo dire già che è un libro interessante.

I raggi pensurali

Se il libretto in questione offre diversi aspetti, diciamo così, folcloristici che possono dare spunto ad una facile ironia, i contenuti possono, viceversa, offrire interessanti spunti di discussione. Va da sé che questo non vuol dire che siano da prendere per buoni tout court, o che siano particolarmente originali.
Base di partenza del libretto è l'esistenza data per accertata dall'autore dei "raggi pensuriali", da cui si snoda una riflessione teorica sul loro funzionamento e in generale sui meccanismi che li regolano. Ma cosa sono questi raggi?

Il pensiero resulta, secondo la logica delle resultanze positive, come un fascio di raggi del tutto simili meccanicamente al fascio di raggi che si departe da un riflettore.
Naturalmente la similitudine è semplicemente meccanica: qualitativamente il pensiero possiede degli elementi vibratori estremamente e fantasticamente più piccoli e quindi oltremodo più silenziosi e perforanti, animati da una energia superiore certamente a qualsiasi altro raggio conosciuto.

Ogni essere umano è quindi una stazione trasmittente e ricevente di raggi pensuriali: questo porta dritti alla telepatia, o come dice l'autore al "fenomeno telepatico". E qui arriviamo dritti ad un'altra sentenza tranchant di quelle che trasformano i cosiddetti "scettici" in mostri sanguinari: "E' ormai ammesso da ogni scienza positiva che il fenomeno telepatico è una realtà".
Un elemento probante facilmente verificabile sarebbe quello delle morti di familiari percepite a distanze anche enormi nel medesimo istante in cui avvenivano. "Fatti consimili le cronache li registrano, se pure non frequentemente, ma sempre a distanze polari. Nessuno può negare questa verità".

Aggiungo di mio che stranamente l'autore non accenna al fatto che per i gemelli questa casistica è nettamente più frequente. Personalmente quando si entra in queste considerazioni, il mio pensiero va sempre al famoso entanglement quantistico, che per non dire sciocchezze ripropongo da Wikipedia: "Secondo la meccanica quantistica è possibile realizzare un sistema costituito da due particelle caratterizzato da determinati valori globali di alcune osservabili. Ciò comporta che il valore di una di queste misurato su una singola particella (un esempio tipico è lo spin) influenzi istantaneamente il corrispondente valore dell'altra, che risulterà tale da mantenere il valore globale iniziale, secondo la legge di conservazione. Ciò rimane vero anche nel caso, sperimentalmente possibile, che le due particelle si trovino distanziate, senza alcun limite spaziale".
Se non erro è stato proprio l'entanglement a far pronunciare ad Einstein il famoso "Dio non gioca a dadi", che in realtà era: "Ma non credo per un solo istante che Lui giochi a dadi o che adoperi metodi 'telepatici' (come vorrebbe l'attuale teoria dei quanti)". Ovvero: se niente può viaggiare più veloce della luce, come fanno due particelle a comunicare tra loro?
Il nuovo "eppur si muove" è arrivato poi da Niels Bohr: "Ma non tocca a noi dire a Dio come deve far andare il mondo", insomma lasciamo pure che Dio faccia quel che vuole con i suoi dadi.
Il nostro Colombo Bigio sembrerebbe risolvere la vexata quaestio con l'ipotesi che forse i raggi pensuriali viaggiano più veloci della luce.

Ci sono poi alcune interessanti considerazioni, approfondimenti sul come funzionano e cosa comportano questi raggi. Ad esempio scopriamo che nascono dalla concentrazione: i nostri cinque sensi interrompono questa concentrazione ostacolando la trasmissione e la ricezione. Però se qualcuno riesce ad ottenere una concentrazione che ai comuni mortali è sempre più negata, da questi raggi pensuriali nasce il genio, l'artista, lo scienziato.
Un ulteriore aspetto che intensifica o rarefà i raggi sensoriali è l'amore:

Sembrerebbe, analizzando il fenomeno telepatico, che i raggi pensurali si adagino sul grande amore, sulla grande sofferenza e su grandi passione per mettersi a punto e dimostrarsi con evidenza effettiva.
[...] La rarità dei fenomeni telepatici però dimostra che il genere umano è in decadenza affettiva.
Ammesso che nella telepatia l'individuo eccessivamente animato d'amore o da dolore riesce a dare la dimostrazione sublime di una possibilità di intesa e ricezione attraverso distanze incalcolabili - e purtroppo constatando che di fenomeni telepatici a breve distanza non ne esistono se non raramente - bisogna ammettere che la teoria "homo homini lupus" è la teoria bastarda che oggi tragicamente guida il mondo.

L'autore analizza quindi il cartesiano "cogito ergo sum" bloccato dall'io ("penso per egoismo") con una debole, insufficiente, emissione di raggi pensurali, nonché con un'assenza totale di ricezione dei medesimi. Se il genere umano riuscisse a capire che il proprio pensiero è fonte di "dolcezza, di gioia e d'amore" si avrebbe la "vittoria del pensiero", ovvero "la più grande vittoria del nostro secolo" (il XX per l'autore).
Trovo veramente brillante la chiosa del capitolo che, come giusta conseguenza del ragionamento, arricchisce completandola la massima cartesiana di cui sopra: "Cogito bonum ergo sum cum Deo".

Lo spiritismo

I capitoli 4 e 5 rappresentano il trait d'union tra la premessa, ovvero cosa sono e come funzionano i raggi pensurali, e quello che probabilmente è il vero obbiettivo del libro: lo spiritismo.
Nel capitolo 4 in particolare ci si sofferma sulla chiaroveggenza, che non è a suo dire un modo esatto di prevedere il futuro, ma è la capacità di leggere nella parte più intima del prossimo grazie (ovviamente) ai raggi pensuriali. L'esempio portato dal nostro Colombo Bigio è quello che possiamo aver provato tutti del bambino smascherato nelle sue marachelle dai genitori. I raggi pensuriali farebbero scoprire verità nascoste e/o negate che però l'amore dei genitori consente di scoprire telepaticamente.

Arrivando allo spiritismo l'autore ci assicura che è assolutamente vero nelle sue manifestazioni: spostamento di oggetti, apparizione di ectoplasmi, sentire pizzichi o sfioramenti sulla pelle, sentir il medium parlare in altre lingue, eccetera. E' assolutamente vero al netto delle frodi che inevitabilmente ci sono. Ed è assolutamente vero perché personaggi autorevoli hanno partecipato a sedute spiritiche garantendo i risultati.
A memoria (aggiungo di mio) in particolare per le sedute con Eusapia Palladino alle quali avevano assistito, ad esempio, i premi Nobel Pierre e Marie Curie, il premio Nobel Charles Richet, lo scienziato Cesare Lombroso e lo scrittore Arthur Conan Doyle papà di Sherlock Holmes.

Arrivati a questo punto l'ultimo capitolo si può intuire: i fenomeni legati allo spiritismo sono genuini, ovvero esulano dalle leggi fisiche conosciute, ma gli spiriti propriamente detti, ovvero le anime dei defunti, non c'entrano niente. Tutto ovviamente dipende dai raggi pensurali del medium che è un soggetto particolarmente dotato.
Ed ecco che con la necessità di concentrazione viene spiegato anche l'ambiente: semioscurità, drappi neri, silenzio e concentrazione da parte dei partecipanti. La trance è un'ulteriore prova di questa necessità del medium che arriva quasi ad escludere totalmente l'ambiente esterno. Ed ecco che se per le risposte personali particolarmente azzeccate il medium attinge come ricevitore dai trasmettitori presenti in salsa, per le lingue straniere semisconosciute (praticamente tutte nel succitato caso di Eusapia Palladino che era semianalfabeta) invece il medium attinge a trasmettitori lontani.
Insomma: tutto quadra.

Un libro quasi ottocentesco del 1945

Il libro è stato stampato pochi mesi dopo la fine della guerra, e questo si vede non solo dalla data riportata, ma si evince tra le righe anche da una certa "arretratezza" scientifica, mi si passi il termine che non vuole essere offensivo, purtroppo non ne ho trovati di migliori.
Questa situazione era normale perché, dopo un ventennio di chiusura verso l'esterno, in Italia si era rimasti fermi culturalmente. Mi spiego meglio con due esempi.
Alberto Arbasino per descrivere questo fenomeno togliendo nel contempo ogni alibi a chi lo adduceva come scusa, aveva coniato l'iconica espressione "una gita a Chiasso" descrivendo il gruppo che

negli anni Trenta invece di studiarsi qualche grammatica straniera e di fare qualche gita a Chiasso a comprarsi un po' di libri importanti (tradotti e discussi da noi solo adesso, ma già pubblicati e ben noti fin d'allora) ha buttato via i trent'anni migliori della vita umana lamentandosi a vuoto e perdendo del tempo a inventare la ruota o a scoprire il piano inclinato mentre altrove già si marciava in treno e in dirigibile.

La stessa situazione la descrive in prima persona Jacques Bergier, che però nel periodo 1944-45 non poteva certo fare gite a Chiasso perché imprigionato nel campo di concentramento di Mauthausen-Gusen.
Ne "Il mattino dei maghi" (di cui ho già parlato in questa pagina) descrive ciò che fece appena libero: si precipitò a comprare libri e riviste scientifiche scoprendo con stupore che nel frattempo la scienza era andata avanti.

Se da una parte una certa ingenuità scientifica è giustificata per il nostro pediatra, dall'altra il libro è colorato con un sentimento scientifico che definirei senz'altro di tipo positivista, quindi ottocentesco.
Il Leitmotiv che ricorre spesso nel libro è concettualmente "presto la scienza scoprirà e sancirà quest'affermazione". Quindi da una parte affermazioni dettate dal buon senso che il nostro Colombo Bigio ci dà assodate e che la scienza attuale nega completamente, ma che già allora credo escludesse. Dall'altra parte l'ottimistica convinzione che la scienza scoprirà e spiegherà ogni cosa.
Quest'ottimismo su argomenti per i quali la scienza sembra in realtà aver chiuso completamente i cancelli sembra proprio del positivismo. Nicola Abbagnano parla di un romanticismo della scienza che sembra essere quello del nostro autore:

Nicola Abbagnano ha definito il positivismo "romanticismo della scienza" poiché come i romantici nel loro desiderio del conseguimento dell'infinito davano alla poesia e alla filosofia valori assoluti così i positivisti vedono la stessa assolutezza nella scienza. Essi hanno un concetto della storia non diverso da quello dell'idealismo romantico: la storia è progresso necessario e continuo in cui si vive attuando o manifestando l'umanità nel suo sviluppo progressivo.

Per dirla con Leopardi: "Le magnifiche sorti e progressive".

In conclusione ho apprezzato molto l'agile libretto: da una parte per l'aspetto un po' naif, dall'altra perché effettivamente tocca argomenti e fa ipotesi che, al di là di una certa ingenuità di fondo dell'autore, andrebbero presi sul serio, discussi e non omessi come vorrebbero gli scettici.

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Autore: Colombo Bigio - Giuseppe Righi
Titolo: Lo spiritismo e i raggi pensurali
Collana: Collana Scientifica
Tipologia: Brossura
Dimensioni: 20,5 x 14,4 cm
Pagine: 36
Editore: Ramella - Firenza
Anno di pubblicazione: 1945
Prezzo: Lire 30 (netto)

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