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Il mondo è pieno di cose ovvie
che nessuno si prende mai la cura di osservare
(Conan Doyle, "Il mastino dei Baskerville")
San Michele e la statistica
Partiamo dall'allineamento in assoluto più famoso di tutti, quello delle chiese intitolate a San Michele e che va da Skellig Michael in Irlanda al Monastero Stella Maris del Monte Carmelo in Israele
(qui su Wikipedia).
Sulla pagina di Wikipedia possiamo leggere "Il fisico Luca Amendola ha osservato che la deviazione di questi siti dalla linea lossodromica
(anche se sarebbe più corretto parlare di linea ortodroma) che li collegherebbe varia tra 14 km e 42 km.
È quindi probabile che l’allineamento sia una coincidenza, favorita dall'alta densità di edifici religiosi che l’Europa presenta e dall’importanza di San Michele nel cristianesimo".
Non sono uno scienziato, quindi quello che dico non ha nessun valore, ma per curiosità ho provato a misurare la distanza tra i due punti estremi:
secondo Google Maps sono esattamente 4244 km (cliccando sull'immagine qui accanto si può vedere ingrandita).
Ora col mio diplomino di scuola superiore mi azzardo a fare una proporzione, sì insomma a calcolare l'incidenza percentuale:
siamo tra lo 0,32% (14*100/4244) e lo 0,98% (42*100/4244).
Come le definiscono ironicamente in politica, sono le famose percentuali da "zero-virgola".
Sarebbe stato carino che il fisico Luca Amendola prima di esprimere una supposizione avesse buttato lì quattro numeri: quante chiese ci sono nella fascia? O al limite diciamo pure in Europa.
Quante intitolate a San Michele sul totale?
Quant'è la probabilità teorica di incrociarle su di una linea con un'incidenza sotto l'unità rispetto alla lunghezza totale? O meglio ancora quanto è lo
scarto quadratico medio?
E' una valutazione difficile anche perché al di là dell'intitolazione della chiesa bisogna considerare altre singolarità.
Delle principali sette chiese elencate da Wikipedia quasi tutte sono su un monte, 4 sono su di un'isola e due di queste (in Cornovaglia e in Bretagna)
sono accomunate dal fatto di essere raggiungibili con una strada durante la bassa marea.
Francamente non so quante altre chiese di San Michele ci siano al mondo con quest'ultima particolarità.
E comunque tutte e sette le chiese considerate non sono anonimi edifici religiosi, come potrebbe essere la chiesa di San Michele Extra appena sotto la Valsquaranto.
Stiamo parlando di importantissimi monumenti, famosi a livello internazionale:
creare delle analisi statistiche con questa base darebbe un'impronta di improbabilità assolutamente significativa sul fatto di trovarle, seppur approssimativamente, allineate.
Ma il problema sostanziale alla base di tutto è che i risultati statistici sono per definizione soggetti ad interpretazione.
Le stesse percentuali di insuccesso che potrebbero far mettere sul mercato un farmaco o un vaccino,
se le troviamo derivate da un "allineamento" di 4244 km fanno dire ad un fisico che non esiste nessun allineamento.
Curiosando su Wikiquote alla voce statistica
ho trovato questa simpatica considerazione di Marco Tabarrini:
"La statistica per sé sola è nulla, e si presta compiacente a sostegno di tutte le teorie;
ma dove se ne usi secondo ragione, può dar gran lume ai governi, e risparmiare errori economici che hanno apparenza tradizionale di verità".
Personalmente interpreto quel "secondo ragione" come un ragionare con la propria testa cercando di essere il più obiettivi possibile.
Premesso tutto questo analizziamo un altro curioso allineamento di tre chiese dedicate a San Michele ma, per non indispettire gli scienziati,
restiamo sempre consapevoli che è frutto di coincidenze ed approssimazioni.
Guai a pensare il contrario!
Un semplice esercizio su Google Maps
Cliccare per vedere ingrandite le immagini
Le chiese
Partiamo dalla più importante, fosse altro che per questioni di campanile: la nostra chiesa di San Micheletto in Valsquaranto, vicino a Mizzole
(più che di campanile dovremmo parlare di "campaniletto" date le dimensioni).
Questa piccola chiesolina, ben visibile in un campo a fianco della strada che va da Mizzole a Pigozzo, è stata fondata nel 1060.
E' una delle più antiche di Verona perché, probabilmente grazie alle sue dimensioni ridotte, è riuscita a superare il famoso
terremoto di Verona del 1117.
Strutturalmente è stata successivamente sopraelevata (e dai muri laterali si vede bene dove e come), e parzialmente ricostruita dopo un crollo del tetto.
Si vede bene anche come con la sopraelevazione il muro laterale è stato parificato al campaniletto di cui sopra, che consisteva praticamente in una cornice in muratura
per accogliere una piccola campana: quando la chiesa era alta tre metri e mezzo questa spuntava, ora ovviamente no.
Lo si può notare accanto alla finestra laterale sul fianco sud della chiesa.
Ovviamente non è mai stata una chiesa parrocchiale: è nata come proprietà di Santa Maria in Organo e serviva come base d'appoggio quando l'abate doveva recarsi presso
questi terreni di proprietà lontani dal monastero.
Per queste ed altre notizie l'unica pubblicazione facilmente accessibile mi sembra essere l'opuscolo distribuito dal
Comitato dei Fossi di Montorio
a sua volta basato sulla tesi di laurea dell'architetto Cinzia Saporita.
Sull'opuscolo troviamo anche le immagini degli affreschi staccati a suo tempo per proteggerli meglio e "attualmente depositati presso Palazzo Forti in Verona":
non so se quest'ultima informazione sia ancora valida o da aggiornare.
Esattamente all'opposto troviamo la chiesa successiva: se San Micheletto l'abbiamo vista isolata in un campo al centro della valle,
San Michele al Pozzo Bianco
è soffocata dalle case in pieno centro storico; se la prima è una chiesolina, la seconda è una chiesa dalle dimensioni di tutto rispetto;
se quella veronese è una chiesa spogliata dei suoi affreschi, quella bergamasca li ha ancora e conservati dignitosamente.
La prima chiesa di San Michele sembra essere stata Longobarda dell'VIII secolo, e in effetti la dedicazione all'arcangelo Michele è tipica delle chiese longobarde,
e il suo appellativo "Pozzo Bianco", "Pluteo Albo", si trova già in documenti del X secolo. La sua origine è ancora ben segnalata di fronte alla chiesa,
anche se non c'è più nessuna vera bianca il pozzo c'è ancora (vedi la foto sotto).
Diversi affreschi di Lorenzo Lotto
impreziosiscono la chiesa: non c'è dubbio che qua a Bergamo il pittore veneziano abbia dato il meglio di sé!
Insomma, anche se questa chiesa nella città orobica cede sicuramente di importanza rispetto alla
Basilica di Santa Maria Maggiore,
merita comunque una visita (sperando di non trovarci un matrimonio come è capitato a me).
Ancora più indietro nel tempo: la prima
chiesa di San Michele Arcangelo a Pozzoveggiani
doveva essere del VI-VII secolo e, secondo Wikipedia, orientata in modo rovescio, cioè con l'abside verso ovest.
La chiesa che vediamo oggi è orientata correttamente verso est, come le altre due che stiamo prendendo in considerazione.
Personalmente trovo veramente notevoli gli affreschi che vagamente mi richiamano quelli di San Bevignate a Perugia.
L'affermazione "[Senza fonte]" che trovo su Wikipedia a proposito della civetta mi sembra che abbia comunque un fondamento:
"simbolo raramente rappresentato all'interno delle chiese, in quanto rimanda al paganesimo e al culto della dea Atena, dea della saggezza".
Se la civetta è raramente rappresentata nelle chiese, qui mi sembra di scorgerne addirittura due, anche se una è mezza cancellata.
Sui gufi in generale, ivi comprese le civette, se ne è già parlato in
questa pagina.
Anche questa chiesa merita senz'altro una visita se ci si trova nei pressi di Padova, ma è meglio informarsi prima
(Pozzoveggiani su Salboro.net)
Perché tendenzialmente è chiusa e apre solo la domenica mattina, e la parte più bella è ovviamente all'interno.
La fantasia al potere
Per quanto mi accingo a scrivere potrei essere rapito nottetempo dai ninja del CICAP per poi essere deportato nelle segrete del CERN,
costretto ai lavori forzati, a pedalare 12 ore al giorno per produrre l'energia elettrica necessaria agli acceleratori di particelle.
Quindi se non dovessi più aggiornare il sito, sapete fin d'ora la ragione.
Perché si parla principalmente di San Michele a proposito degli allenamenti?
Nell'iconografia classica San Michele (vedi qui) è intercambiabile con San Giorgio,
San Teodoro (primo patrono di Venezia), San Marcello (quello del trumeau del Portale di Sant'Anna della Cattedrale di Notre-Dame a Parigi) e altri ancora.
Se l'iconografia è uguale, anche l'interpretazione è uguale: tutti combattono contro il drago, mostro o diavolo,
e solitamente vengono rappresentati con una lancia mentre lo colpiscono dall'alto verso il basso.
Il drago, mostro o diavolo che sia rappresenta le energie ctonie, il mondo infero.
Ecco quindi che il trovare queste chiese allineate sorprendentemente su delle linee rette assume un significato specifico anche se,
ovviamente, la scienza rifiuta l'esistenza di queste che sono chiamate in inglese
ley line.
Nel nostro caso abbiamo già visto che non solo c'è un allineamento improbabile dal punto di vista casuale,
ma c'è un altrettanto improbabile rapporto tra le distanze che si avvicina alla sezione aurea, anzi un rapporto esatto se ci fermiamo alla prima cifra decimale.
Ma non basta: facciamo un passo oltre. Le due chiese all'estremità hanno un toponimo chiaro, "al pozzo" e pozzo-veggiani", riscontrabile fisicamente.
Sul significato esoterico del pozzo si potrebbe partire dai
pozzi sacri
(faccio riferimento a Wikipedia in inglese perché in italiano la voce è molto scarna):
I riformatori protestanti del XVI secolo presumevano spesso che le pratiche cattoliche medievali incarnassero resti persistenti di pratiche religiose pagane e pensassero in questo modo ai pozzi sacri. Ciò influenzò la prospettiva di coloro che vennero in seguito a studiare le tradizioni dei pozzi sacri. I pionieri dello studio del folclore ritenevano che i costumi e le leggende che stavano registrando fossero versioni degradate di riti e miti pagani. Così divenne ufficiale iniziare qualsiasi resoconto dei pozzi sacri con l'affermazione che la chiesa cristiana li aveva adottati dai pagani e sostituito gli dei pagani con santi cristiani, al fine di attirare più agevolmente le persone alla nuova religione.
E dal punto di vista esoterico, pagano è sinonimo di reminescenze, di tracce di un insegnamento ormai perduto.
Il pozzo è altresì un posto dove si possono osservare le stelle in pieno giorno (ovviamente se sufficientemente profondo).
Ma soprattutto dal punto di vista esoterico rappresenta simbolicamente l'unione tra il mondo inferiore e il mondo superiore, come recita la
Tabula smaragdina:
Verum, sine mendacio certum et verissimum, quod est inferius, est sicut quod est superius, et quod est superius, est sicut quod est inferius: ad perpetranda miracula rei unius.
È vero senza menzogna, certo e verissimo, che ciò che è in basso è come ciò che è in alto e ciò che è in alto è come ciò che è in basso per fare il miracolo della cosa unica.
E qui nasce spontanea la domanda: è "vero e senza menzogna" per due chiese su tre che ci sia un pozzo, ma per la terza?
Non ci sono tracce di pozzi vedendo la chiesa dalla strada, e se ce ne fossero non dubito che se ne troverebbe almeno un accenno nell'opuscoletto sopracitato del Comitato dei Fossi di Montorio.
Mi permetto però di fare due osservazioni:
1) La chiesa di San Micheletto è stata costruita nel 1060, praticamente mille anni fa, e in mille anni di tempo mi sembra plausibile che un pozzo possa essere stato ricoperto,
e che in generale non ne sia rimasta traccia.
2) Qualche centinaio di metri più in là, a Mizzole, c'è un pozzo, ma soprattutto un paio di chilometri più in là, a Montorio, ci sono delle risorgive:
non mi sembra del tutto improbabile che sotto la chiesetta di San Micheletto ci sia una falda acquifera.
Fantasie? Ovviamente sì (non mi piace pedalare), però spero che siano servite a fare conoscere tre belle chiese medievali, tutte e tre
dell'alto Medioevo,
anche se, ad essere pignoli, San Micheletto sbaglia di 60 anni questo confine arbitrario.
Sotto propongo anche una serie di fotografie di tutte e tre le chiese: spero con questo di farmi perdonare per tutto il resto.
Nel "Sogno di una notte di mezza estate" Teseo dice "Pazzo, amante, poeta: tutti e tre sono composti sol di fantasia" (atto V, scena I):
mettetemi nella categoria che preferite che mi ci troverò a mio agio.
Se noi ombre vi siamo dispiaciuti,
immaginate come se veduti
ci aveste in sogno, e come una visione
di fantasia la nostra apparizione.
Se vana e insulsa è stata la vicenda,
gentile pubblico, faremo ammenda;
con la vostra benevola clemenza,
rimedieremo alla nostra insipienza.
("Sogno di una notte di mezza estate", finale)
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