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Ultimo aggiornamento: 18 Agosto 2024 (Fructidor - Prune)

There is no branch of detective science which is so important
and so much neglected as the art of tracing footsteps.

Non c'è branca della scienza investigativa che sia così importante
e così tanto trascurata come l'arte di tracciare le orme.

(Arthur Conan Doyle, Sherlock Holmes in "Uno studio in rosso")

Templari a Verona - La tomba di Arnau de Torroja - In via Scrimiari - E tutto andò a Santa Maria del Paradiso - Il karma anticipato del 1184

Tracce dei templari a Verona

Templari a Verona

Parlare di quel che resta dei templari a Verona vuol dire affrontare il massimo contrasto: da una parte qualcosa di unico al mondo, assolutamente eccezionale, e dall'altra il nulla. Intendiamoci: anche nel circuito di Larzac che mostro in questa pagina su La Couvertoirade e La Cavalerie c'è poco, c'è forse un po' di più a Sainte-Eulalie-de-Cernon, ma nel complesso non c'è molto. Per vedere degli affreschi templari bisogna andare alla chiesa di San Bevignate a Perugia, ma comunque in generale nei vari siti templari segnalati in giro per il mondo bisogna usare molto la fantasia.
A Verona c'era una commenda molto grande e importante di cui non è praticamente rimasto più nulla, neanche i muri, però per contro abbiamo l'unica tomba riconosciuta di un maestro templare.

La tomba di Arnau de Torroja

La tomba di Arnau de Torroja è stata trovata nella chiesa di chiesa di San Fermo il 21 febbraio 2018. Quando ho fatto le foto la tomba era visibile solo da un pertugio, e credo che sia ancora così.
Pare che originariamente fosse nella chiesa di Santo Stefano, ma a causa del continuo afflusso dei fedeli sia stata spostata dov'è ora.

La tomba di Arnau de Torroja
La tomba di Arnau de Torroja
La tomba (particolare)
La tomba (particolare)
San Fermo, cripta
San Fermo, cripta
San Fermo, cripta
San Fermo, cripta
San Fermo, cripta
San Fermo, cripta

In via Scrimiari

La commenda, la commanderia, era sita in Veronetta, nella chiesa di "San Vidal", San Vitale, demolita nel 1874 dopo una piena dell'Adige. Possiamo immaginarla quindi tra via San Vitale, via Scrimiari e via Carducci come ho evidenziato nella mappa.
Forse l'unica traccia rimasta è l'architrave della foto: "SPES ET ILLUMINATIO MEA DOMINUS", che fidandomi del traduttore (declino ogni responsabilità) dovrebbe suonare come: "SPERANZA E ILLUMINAZIONE MIO SIGNORE". Certo sarebbe stato più significativo il "Non nobis Domine, non nobis, sed nomini tuo da gloriam", motto ufficiale dei cavalieri templari, ma invece del Salmo 113 di cui sopra, troviamo concettualmente il Salmo 27.

Via Scrimiari
Via Scrimiari
SPES ET ILLUMINATIO
SPES ET ILLUMINATIO
MEA DOMINUS
MEA DOMINUS
Posizione approssimativa
Posizione approssimativa

E tutto andò a Santa Maria del Paradiso

Dopo la demolizione di San Vitale tutte le reliquie passarono alla chiesa di Santa Maria del Paradiso.
Di testimonianze templari in questa chiesa non se ne trovano, ma di suo è decisamente un unicum: un concentrato di così tante reliquie non saprei dove si possa trovare altrove. Dietro la chiesa c'è una stanza piena zeppa, oltre ogni misura. Un giorno magari farò una pagina apposta, per ora mi limito a qualche foto.

L'interno della chiesa
L'interno della chiesa
Bisogna guardare in basso
Bisogna guardare in basso
Croce patente
Croce patente
Le reliquie
Le reliquie
Le reliquie
Le reliquie
San Teofilo Martire
San Teofilo Martire
SS.martiri Sisinnio, Saturnino e Leone
SS.martiri Sisinnio, Saturnino e Leone
SS.me martiri Felicita, Severina e Clara
SS.me martiri Felicita, Severina e Clara
Santi vari
Santi vari
Corpo di S.Liberio martire bambino?
Corpo di S.Liberio martire bambino?
Santi vari
Santi vari
Mano destra di santa Giuliana martire
Mano destra di santa Giuliana martire

Il karma anticipato del 1184

C'è un episodio poco noto, anzi molto trascurato, nei libri di storia: il concilio del 1184 a Verona.
Verona in quell'anno era momentaneamente sede del papato poiché papa Lucio III si era trasferito a Verona. Il motivo di questo trasferimento ce lo spiegano bene, molto sinteticamente, Indro Montanelli e Roberto Gervaso:

Nuovo Papa fu eletto un vecchio cardinale lucchese che prese il nome di Lucio III. La nomina non piacque ai romani perché Lucio, a corto come il suo predecessore di quattrini, dovette limitare le elemosine. Dopo poco tempo infatti fu obbligato ad abbandonare l'Urbe e a cercar rifugio nell'Italia del Nord.

Come spiegato un pò troppo sbrigativamente in Wikipedia (vedi il link di cui sopra a Lucio III), il papa convocò proprio qui un sinodo "che condannò Càtari, Patarini, Valdesi e Arnaldisti, e anatemizzò tutti quelli che erano stati dichiarati come eretici e i loro sostenitori. Al termine del sinodo con la bolla Ad abolendam condannò tutte le forme di eresia e ingiunse a tutti i vescovi di compiere accurate inchieste sull'eresia nella loro diocesi, una o due volte all'anno."
Oltre al sinodo, già di per sé importante, ci fu anche una riunione ai massimi livelli, oggi potremmo definirlo un "G3": oltre al papa in questione era presente il nostro Arnau di Torroja e l'imperatore Federico Barbarossa. Probabilmente i temi trattati dovevano riguardare gli eretici di cui sopra, ma non volendo trattare anche del resto pare che se la svignò prima:

In occasione di quell'incontro, oltre che di alcune investiture vescovili (in special modo quella del vescovo di Treviri, che si trascinava da oltre un anno) e della situazione in Terra santa, dove il Saladino passava di successo in successo, fu trattata inutilmente la questione dei feudi toscani di Federico, che la chiesa in parte reclamava, e infine fu affrontato il problema degli eretici e venne stabilito che i vescovi dovevano avere grande cura di interrogare gli eretici e scomunicare gli ostinati e che le autorità civili dovevano fare in modo che venissero applicate le pene del bando imperiale, cioè l'esilio, la privazione dei diritti civili, la demolizione delle case contaminate e la confisca dei beni.

Se questo fosse un sito dei soliti idioti sensazionalisti, questo paragrafo si sarebbe dovuto titolare "la maledizione dell'incontro del 1184": infatti se il Barbarossa che si era defilato morì anni dopo, il 10 giugno 1190 in Anatolia, gli altri due partecipanti al vertice invece morirono di lì a poco a Verona, precisamente Arnau de Torroja il 30 settembre 1184 e papa Lucio III il 25 novembre 1185.
Evidentemente l'accanimento verso gli eretici non ha portato loro fortuna.
E non solo a loro personalmente, anche all'intero ordine dei cavalieri templari arrivò il proseguo della "maledizione", e infatti al Torroja succedette come gran maestro Gérard de Ridefort, che possiamo considerare in assoluto il peggior rappresentante della categoria: solo Filippo il Bello ha fatto più danni di lui per i templari.
Ma perché parlare di Karma anticipato?
La definizione vuole essere ironica sul famoso "instant karma" con cui vengono definiti tutti i filmati che girano in Internet dove qualcuno che fa qualcosa di scorretto viene punito subito dopo. Nel nostro caso il (cattivo) frutto di questo accanimento verso gli eretici è arrivato dopo circa 90 anni. Dapprima Mastino I della Scala per ingraziarsi la chiesa, giacché sulla Verona ghibellina gravava una scomunica, fece catturare tutti i catari e i patarini presenti tra Sirmione e Desenzano imprigionandoli. Furono poi bruciati qualche anno dopo in un rogo fatto in Arena sotto il capitanato del fratello Alberto.
Se non fosse per questo anticipo temporale l'intera vicenda ricorderebbe molto quella dell'ultimo gran maestro templare, Jacques de Molay.
Come ci ricorda Wikipedia:

La leggenda narra che prima dell'esecuzione Jacques de Molay abbia maledetto la stirpe di Filippo IV e inveito contro Papa Clemente V. Solo un mese dopo il Papa morì e nell'inverno di quello stesso anno anche al re di Francia toccò la stessa sorte.

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