Tarvisio (UD) Monumento napoleonico
Recanati (MC) Panorama
Isola del Piano (PU) Chiesa dell'Annunziata
Alberobello (BA) Panorama dei trulli
Piazza Libertà (UD) Loggia San Giovanni
L'Arena (VR) Veduta aerea
Urbino (PU) Università collegi
Viale della Libertà (ME) Imbarcadero Caronte
Treviso (TV) Dalla carta autom. TCI
Macerata (MC) Panorama
Messina (ME)
Paestum (SA) Tempio di Cerere
Venezia (VE) Monumento a Colleoni
Firenze (FI) Loggia dei Lanzi
Villa Santina (UD) Panorama e altro
Langhe (CN-AT) Colori del paesaggio
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In giro per il Bel Paese: panorami e monumenti
Tutto sommato è facile fare una cartolina di monumenti in una città d'arte o un panorama di una città in generale:
il risultato è stereotipato ma decoroso, è banale ma fa quello che deve fare.
In fondo la maggior parte delle mie immagini nella sezione foto corrisponde a questo criterio.
E' per questo che le cartoline qui accanto sono frutto di un'accurata selezione,
ovviamente tendente al lato kitsch, ma anche, in qualche caso, alle scelte originali, peculiari.
E' il caso ad esempio dei trulli di Alberobello sotto la neve.
Ovviamente la neve di per sé invita a fotografare perché modifica il paesaggio, lo addolcisce, lo rende surreale;
però la scelta di usare un'immagine come questa per una cartolina è un po' coraggiosa
perché alla fine le cartoline dovrebbero "vendere" il posto che propongono e,
a meno di non essere della zona, difficilmente si riuscirà ad improvvisare una vacanza per vedere Alberobello innevato.
Ma c'è un altro caso che non esiterei a definire geniale: il monumento a Colleoni.
Se c'è un posto in Italia, ma diciamo pure nel mondo, che offre più di tutti la possibilità, o meglio l'imbarazzo della scelta delle inquadrature,
questo posto è Venezia.
Eppure proprio qui, nella città lagunare che tutto il mondo ci invidia, l'ardito fotografo ha posto un monumento che potrebbe essere nelle piazze di qualsiasi altra città.
Intendiamoci: il valore artistico e storico dell'opera di
Andrea del Verrocchio
è fuori di dubbio, ma mi chiedo quanti dei milioni di turisti che ogni anno si consumano i piedi tra calli e campi l'abbiano notata. Pur avendo
una pagina tutta sua
su Wikipedia, se andiamo alla pagina generica di Venezia non la troviamo citata tra i monumenti, e penso che la maggior parte delle guide non la segnali.
E comunque chi riceve una cartolina del genere in prima battuta non penserà mai alla bella città lagunare.
Che poi è quello che ho cercato di fare anch'io in questa pagina:
"Anonimo veneziano: per non sembrare Venezia".
Una quintessenza della "cartolina anonima" è quella dell'Arena.
L'ho messa perché l'ho ricevuta io che sono di Verona, quindi innanzi tutto c'è una certa originalità di chi l'ha inviata
(vedi questa nota a margine non correttamente accentata posta sotto l'operazione marketing dell'ufficio del turismo:
per i diversamente veronesi diciamo che è un modo di "perculare" bonario e significa "accidenti a tua mamma che ti ha partorito dall'orifizio opposto a quello canonico",
spesso il soggetto mancante viene esplicitato come una vacca, non proprio lusinghiero nei confronti della mamma dell'interlocutore).
Ma un altro interessante motivo della presenza di questa cartolina è che si vede bene quando si poteva circolare in auto attorno all'Arena: è una memoria storica.
Da qui in poi scivolare verso il kitsch è facile, anche perché si è aiutati dal tempo che fa virare i colori delle fotografie rendendoli artificiali.
Potremmo chiamarlo effetto Wes Anderson ma, come
dicevo qui,
i suoi sono colori autentici. Ecco quindi che la loggia di San Giovanni
a Udine diventa surreale, così pure come l'altra loggia, quella dei Lanzi a Firenze.
Ma anche il panorama di Macerata non scherza, così pure come
l'imbarcadero "Tourist Caronte" a Messina.
Chissà che ora era quando è stata scattata quest'ultima foto? Perché per ottenere le strisce luminose dei fanali delle auto si è riscorsi alla lunga esposizione,
così quello che sembrerebbe essere il crepuscolo potrebbe essere notte ... mah!
Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare!
I piccoli centri, pur belli di suo, come Isola del Piano non si risparmiano: della
chiesa dell'Annunziata possiamo ammirare solo il tetto. Originale, ma non molto chiaro.
Se non altro il bianco e nero non ha subito alterazioni, tranne quelle piccole e positive che lo rendono più vintage.
Viceversa nel panorama di Recanati oltre ad trovare dei colori che vanno oltre ad ogni immaginazione,
abbiamo anche una bella ringhiera che forse vuole ricordarci la vita da recluso sulle "sudate carte" del suo
cittadino più illustre.
Impressionante anche lo scorcio di Urbino: ci si aspetterebbe di vedere il suo bel centro storico, e invece ...
e invece è giusto così: una studentessa universitaria che doveva mandare? Il Duomo o il Palazzo Ducale?
Sempre tra i piccoli centri spicca la friulana Villa Santina che ha voluto coniugare la divisione in settori,
"per fare vedere più bellezze possibili", con la scritta esplicita (con tanto di altezza) in modo da non essere confusa con Cortina o Courmayer.
Purtroppo lo spazio tiranno della didascalia non mi ha consentito di riportare l'elenco presente sul retro, per cui lo faccio qui:
"Panorama di villa Santina", "Centro anziani", "Asilo" e "Madonna del Ponte".
In controtendenza la raffinata scelta delle Langhe dal titolo "colori autentici del paesaggio" (sic!),
che però si intravedono a malapena all'interno dell'ampia cornice bianca.
Dopo aver visto la cartolina di Paestum sarà chiaro a tutti da chi ha copiato Google per il logo!
Nella ricerca del pacchiano le cartoline ritagliate come questa secondo me sono state un po' frenate dai costi,
e per fortuna aggiungo, perché al di là del gusto discutibile la parte ritagliata si rovinava inevitabilmente durante il trasporto.
Che dire infine della cartolina di Treviso? Che avevano forse paura di non essere rintracciati?
Non solo c'è la mappa, ma la dicitura sul verso recita esattamente:
"Dalla Carta Automobilistica al 1:800.000 del T.C.I. / Riproduzione autorizzata dal Touring Club Italiano".
Per fortuna sul recto c'è la dicitura "TREVISO TRA MONTI E MARE" altrimenti ci si poteva confondere con Venezia,
Belluno, Padova e Vittorio Veneto, presenti anch'esse sulla mappa.
Ultimissima: ancora Messina dove le donne bevono dalle fontane con i costumi tradizionali
(ma solo quando ci sono turisti in giro, poi possono vestirsi normalmente).
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Torino (TO) Panorama
Thunersee (Svizzera) Eiger und Mönch
Lago Maggiore (VB) Isole Bella/Pescatori
Roma (RM) Fontana del Peschiera
Parigi (Francia) Pont-Neuf
Salisburgo (Austria) Die Festspielstadt
Santo Stefano Aspromonte (RC) Gambarie
Torri del Bènaco (VR) Albergo Pai
Senza parole
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Le cartoline più vecchie
Sono sempre imbarazzato con termini come antiquariato, modernariato, vintage perché, ad esempio, come dovrei definire queste cartoline?
Vanno dal 1952 al 1973, quindi la più nuova ha cinquant'anni, ma la più vecchia ne ha settanta e
negli anni '60 un mobile di fine ottocento, quindi un mobile di settant'anni prima, sarebbe stato classificato come antiquariato.
Insomma, nel dubbio le chiamo le cartoline più vecchie.
Quindi, come dicevo, si parte dal 1952 sia per questo bel panorama di Torino
che per la Fontana del Peschiera a Roma,
e credo che più o meno valga anche per la vista di Pai anche se non si riesce a leggere bene la data sul francobollo.
Il bianco e nero con la patina del tempo indica l'età delle immagini, ma con la massima dignità.
Se non fosse per questa patina e, nel caso della fontana, per la presenza dell'auto,
la datazione non sarebbe immediata perché in fondo monumenti ed edifici sono sempre più o meno quelli.
La dignità di cui sopra viene un po' a mancare nell'ultimo bianco e nero, quello di Gambarie
dove troviamo le prime tracce delle cartoline "creative" che hanno imperversato nei decenni successivi.
Non solo abbiamo i riquadri per far vedere quante più bellezze locali possibili, ma questi riquadri sono stati fantasiosamente inclinati,
forse per dare un aspetto meno schematico e più "artistico" (con buona pace di
Mondrian).
L'arte però chiama l'arte, e il nostro vulcanico creatore è arrivato fino al post-concettuale con la rappresentazione del nulla
con una strada bianca, non asfaltata, vuota, ma arriva anche al post-minimalismo con un gregge di pecore che richiamano il famoso
intervallo della RAI.
Diametralmente opposta la cartolina da Parigi che ci mostra una Senna sognante ma viva allo stesso tempo,
ed è decisamente una foto che si potrebbe trasformare in poster.
Sempre dall'estero abbiamo la Svizzera col lago di Thun e i monti Eiger e Mönch
e la vicina Austria con un panorama di Salisburgo, anche se la dicitura sul retro dice
"la città del festival".
In entrambi i casi si tratta di immagini che ben rappresentano il posto, corrette ma banali, insomma: delle vere e proprie cartoline!
E chiudiamo con le ultime due cartoline un po' oscene, che fanno vedere qualcosa che ... mmhhh.
La prima è quella della bella ragazza in bikini,
che oggi con quel costume così castigato potrebbe comparire anche su Famiglia Cristiana,
ma probabilmente all'epoca avrà procurato pruriginose sensazioni ai destinatari.
La seconda è una veduta del Lago Maggiore con le due isole, Isola Bella e Isola dei Pescatori,
ma soprattutto con dei colori così improbabili che non si trovano neanche nei quadri naif più arditi.
Diamo pure la colpa al tempo che ha fatto virare i colori, ma personalmente più che di colpa parlerei di merito: a me piace così!
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